Tizza apre le porte della Bingoal a Persico e Villa: «Vi divertirete»

21.10.2023
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BIASSONO – Mentre alla Coppa d’Inverno i corridori sfilano sul traguardo, inanellando giri e macinando chilometri, a bordo strada troviamo Marco Tizza. In Brianza il corridore della Bingoal WB è di casa, ci sono tanti amici e il clima è quello tipico di fine stagione. Ci racconta com’è andato questo suo secondo anno nella professional belga, che da tempo ha aperto le porte all’Italia

«Proprio durante le corse di casa – racconta Tizza appoggiato alle transenne del traguardo – ho scoperto di aver preso il citomegalovirus. Alle gare avevo sensazioni brutte, ma gli esami li ho fatti solamente alla fine, a calendario ultimato. Mi sentivo strano, perché un conto è la fatica, staccarsi o altro, un altro è non resistere per più di due ore in gara. Così dopo la Tre Valli Varesine mi sono fermato, sarei dovuto andare in Turchia o alla Parigi-Tours, ma non ero in condizione».

Per Tizza una stagione iniziata bene ma interrotta anticipatamente a causa del citomegalovirus
Per Tizza una stagione iniziata bene ma interrotta anticipatamente a causa del citomegalovirus
Al di là di questo intoppo finale che stagione è stata?

Era partita benissimo, con tanti piazzamenti e molti risultati importanti. Dopo che sono andato in altura a luglio, per preparare la seconda parte del calendario, vedevo che non stavo bene, non raccoglievo il lavoro fatto. Poi sono andato in Norvegia all’Arctic Race of Norway dove faceva freddo, pioveva spesso, probabilmente lì ho preso il colpo finale. Ho sentito anche altri amici in gruppo che dopo la Norvegia si sono ammalati. 

Come li vedi i due nuovi italiani che arrivano in Belgio?

Li vedo bene, il passista (Villa, ndr) si salva un po’ di più. Il velocista (Persico, ndr) dovrà tenere parecchio duro per arrivare allo sprint, mentre Villa avendo fatto tanti risultati in corse importanti tra gli under 23 secondo me sarà un po’ più avvantaggiato. Poi la nostra fortuna è che passiamo dal fare le corse importanti a quelle di secondo piano, il tempo di crescere c’è tutto. 

Il gruppo della Bingoal è molto aperto e unito, è facile familiarizzare
Il gruppo della Bingoal è molto aperto e unito, è facile familiarizzare
Chiuso il tuo secondo anno come vedi la squadra per due giovani come loro?

Si ha tanta libertà e molta fiducia, addirittura ti fanno scegliere le gare che vorresti fare. Non sempre è possibile accontentare tutti, ma c’è molto confronto. Ormai considero questo team una famiglia, sto benissimo e non ho mai avuto problemi. Secondo me si troveranno molto bene. Dovranno imparare la lingua, spero sappiano almeno l’inglese. 

Come gestione dei ritiri e delle trasferte come fate? Si va spesso in Belgio?

Io, per esempio, sto molto in Italia, anche perché non facendo la campagna del Nord non ho motivo di andare in Belgio per un periodo prolungato, al massimo una settimana. Chiaramente chi fa tutto il calendario belga sta là un mese e mezzo abbondante, però non manca mai nulla. 

Allenarsi e correre in una professional belga è tanto diverso?

In Nippo ero in mezzo ai giapponesi, ora sono in mezzo ai belgi, a me non cambia nulla! Poi alla fine i compagni si divertono, mi piace fare gruppo e scherzare con tutti. I belgi hanno un carattere molto aperto e amichevole. 

Allora toccherà a te introdurre Persico e Villa…

Sì, sì! Ci togliamo subito il pensiero e li faremo trovare immediatamente a loro agio. 

Come organizzazione alla Bingoal come ti trovi?

Bene, sapete, magari quando si viene a correre in Italia non c’è il bus ma si usa il camper. Però è normale, visto che la squadra fa tre o quattro attività. Però il parco macchine è grande e gli altri mezzi sono tanti. Dal punto di vista lavorativo sono efficienti, si impegnano al massimo. Si vede che sono appassionati. In Belgio mettono la passione prima del lavoro. 

Con i periodi di preparazione come lavorate?

Ora faremo un ritiro a Zolder di cinque giorni per conoscerci. Poi faremo due settimane prima di Natale a Calpe e poi a inizio gennaio altre due settimane. Anche perché la stagione inizia a fine gennaio tra chi va in Arabia, Oman, Africa…

Come professional viaggiate davvero molto…

Io ho finito la stagione con 60 giorni di corsa, sarebbero dovuti essere 70. Ma alcuni compagni ne hanno fatti addirittura 90: praticamente hanno corso da tutte le parti. 

Persico e Villa dovranno anche imparare a fare quasi 70 giorni di corsa, al primo anno non sarà semplice…

No, non sarà facile – ride Tizza – a volte correre tanto non fa benissimo, però quando sei giovane serve per fare esperienza. Poi da lì capisci come reagisce il tuo corpo e puoi organizzare i calendari futuri. In squadra abbiamo un totale di sei direttori sportivi ed ognuno di loro prende in carico 5 o 6 corridori i quali si rapportano direttamente con lui. Per il resto c’è una chat di gruppo in cui si scrive e ci si confronta normalmente.