Romain Bardet arriva al 43° posto nell’ultima tappa del Delfinato e quando taglia il traguardo, le sue prime parole danno la misura del peso interiore che deve essere stato per il ragazzo di Brioude disputare la corsa sapendo che fosse l’ultima.
«Non vedevo l’ora che finisse – ha detto a caldo – sono esausto, sinceramente. Ho resistito fino in cima all’ultima salita, per avere il piacere di farla con Chris Hamilton e godermela un’ultima volta. Non sopporto più di soffrire per il 15° posto. Ho dato tutto e ora sento che il serbatoio è vuoto. Sarò felice di essere di nuovo con la mia squadra e di non dover pensare alla prossima gara domani o dopodomani».




La fuga dei delusi
Per un grande francese che se ne va, eccone un altro piccolino di statura ma dalle grandi prospettive. Lenny Martinez ha resistito infatti sull’ultima salita e ha vinto la tappa sul Plateau del Moncenisio, a due passi dall’Italia.
Il giovane figlio d’arte della Bahrain Victorious si era infilato di mattino in una fuga di delusi, dopo aver perso più di 35 minuti nella tappa di ieri. Con lui all’attacco si sono ritrovati alcuni nomi importanti e forse questo ha permesso al tentativo di arrivare avanti quanto bastava. Van Gils, Kuss, Foss, Valentin Paret-Peintre, Armirail, Healy, Mas, Ivan Romeo, Lutsenko e persino Van der Poel. Con un gruppo di gente così forte e la tappa piuttosto corta ancorché severa (3.531 i metri di dislivello), Martinez ha giocato ottimamente le sue carte.
«Non mi aspettavo molto oggi – ha detto – e solo alla fine della tappa ho creduto davvero di poter vincere. Pensavo davvero che mi avrebbero raggiunto».




Evenepoel all’attacco
Va così quando alle tue spalle si danno battaglia Vingegaard e Pogacar, ma questa volta i duellanti non sono riusciti a riprendere l’ultimo attaccante.
Il campione del mondo e il danese sono presto rimasti da soli, mentre era stato Evenepoel in precedenza il primo a sferrare un attacco deciso nel gruppo maglia gialla. Il belga, seguito solo dai primi due della classifica generale e da Johannessen, non è però riuscito a guadagnare abbastanza per superare Lipowitz in classifica generale, lasciandogli il terzo posto.
Dopo il duro lavoro di Evenepoel, Vingegaard ha cercato di staccare Pogacar, ma lo sloveno ha tenuto facilmente il passo fino al traguardo, dove il danese ha accelerato per conquistare il secondo posto di tappa.


Le lacrime di Martinez
La brutta notizia per i francesi è la caduta di Seixas, coinvolto in un incidente di gruppo a 10 chilometri dall’arrivo. Nonostante il forte colpo al braccio e la rottura del manubrio, il ragazzino ha concluso 13° di tappa e 8° nella generale. La sua caduta non ha però guastato la festa ai francesi, in festa con Martinez, che sul traguardo non ha trattenuto le lacrime.
«Ieri non mi sentivo proprio bene – ha raccontato – e anche i giorni precedenti non erano andati benissimo. Però alla partenza ho avuto sensazioni migliori, quindi mi sono detto che avrei provato a unirmi alla fuga. Quando è partito Van der Poel a 50 chilometri dall’arrivo, ho pensato che potesse vincere lui e che il gruppo avrebbe ripreso tutti noi. Ero venuto al Delfinato per lottare per la classifica generale, ma non ha funzionato: con questa vittoria ho salvato la settimana. La prossima corsa sarà il Tour de France, ma non punto alla classifica generale. Vorrei però vincere una tappa».


Pogacar e la crono
C’è il Tour che bussa forte alla porta. E mentre dal Giro di Svizzera arriva la notizia di un altro francese sugli scudi, con Romain Gregoire arrivato da solo davanti a Vauquelin, Pogacar si guarda intorno e fa la sintesi della settimana trionfale appena conclusa. E ancora una volta si conferma che il passo a vuoto nella crono lo ha infastidito non poco.
«Mi ricordavo questa corsa dal 2020 – ha detto – e tornare dopo così tanti anni in questa forma poco prima del Tour de France mi rende davvero felice. E’ importante soprattutto per il morale, dato che il Tour è l’obiettivo più grande della stagione. E’ una spinta mentale per me e per la squadra, per convincerci che possiamo fare altri progressi. Non andrò ai campionati nazionali, perché mi costringerebbero a scendere troppo presto dall’altura. Per cui ora faremo un buon riposo e poi forse dovremmo puntare un po’ sulla cronometro, perché il distacco dell’altro giorno mi è parso troppo grande. E’ vero che poi c’erano le salite per recuperare, ma comunque non bisogna mai dare certe cose per scontate».