Pogacar stanco (e deluso) ma non molla. «Tornerò ancora»

22.03.2025
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SANREMO – Saranno contenti i suoi detrattori, quelli che “tanto vince sempre lui”. Oggi Tadej Pogacar non ha vinto, ma che corsa ci ha regalato? Se questa è stata una delle Milano-Sanremo più belle di sempre, il merito è anche e soprattutto suo. Forcing incredibile sulla Cipressa, i tre favoriti che scappano e ancora scatti nei denti. Fa-vo-lo-sa.

Ma se la Classicissima numero 116 è stata bellissima, lo stesso non si può dire delle reazioni in casa UAE Emirates. Attenzione, lo ribadiamo prima di ogni benché minima polemica: nessun funerale, nessuna tragedia. Anzi, sempre massima disponibilità nel parlare, cosa non scontata in certi momenti, ma è chiaro che il terzo posto non basta. E questo dimostra quanto Pogacar e i suoi ci tenessero… e ci tengano ancora. La battuta strappata già a microfoni spenti prima di uscire dalla mix zone vale oro: «Ci riproverò ancora».

L’azione di Pogacar, VdP e Ganna è iniziata sulla Cipressa
L’azione di Pogacar, VdP e Ganna è iniziata sulla Cipressa

Terzo posto

Dunque anche i supereroi possono non vincere. La Sanremo sfugge ancora una volta a Pogacar, che da tempo non vedevamo così stanco. Quando parte lo sprint è ormai troppo schiacciato e quei cinque metri regalati a Van der Poel, forse per lanciarsi, gli risultano fatali.
«Secondo me – dice il team principal di UAE Mauro Gianetti – Mathieu se ne è accorto ed è partito. Ma non è facile». A quel punto, forse Van der Poel e soprattutto Pogacar si aspettavano che Ganna tirasse dritto. Invece, tutto si è mischiato.

Forse il terzo posto è figlio di uno scatto di troppo sul Poggio o di aver tirato troppo dopo essere scappati sulla Cipressa. Forse, forse… quanti sono. Troppi. E la storia non si fa con i “se” e con i “ma”. A mettere le cose in chiaro è stato proprio Pogacar.

«Io credo – ha detto lo sloveno stanco come poche volte lo abbiamo visto – di aver disputato una delle migliori gare della mia carriera. Nelle prime tre ore e mezza di corsa mi sono sentito davvero bene. L’ultima parte è stata bellissima. Sono felice di come abbiamo corso con la squadra. Ci abbiamo provato in ogni modo. E’ stato un ottimo lavoro. Ho dato il 100 per cento e sono arrivato terzo».

Sul Poggio scollinano in due: i tre tentativi di Pogacar non sono bastati a fare la differenza
Sul Poggio scollinano in due: i tre tentativi di Pogacar non sono bastati a fare la differenza

Nessun rimpianto

«Negli ultimi 300 metri tutti e tre abbiamo avuto le stesse possibilità di vincere. Rivedendo la volata, abbiamo iniziato a sprintare allo stesso tempo. Ripeto, non si poteva fare nient’altro, né io, né la squadra. Sono molto orgoglioso di come abbiamo corso oggi. Ogni anno facciamo meglio. Mostriamo più aggressività e volontà. Analizzeremo il tutto e vedremo se abbiamo sbagliato. Ma oggi semplicemente c’è stato qualcuno più forte».

La folla resta accalcata attorno al bus della UAE Emirates. E’ incredibile quanta gente ci sia. Tutti con gli smartphone in mano, pronti per una foto o magari un selfie con Pogacar. La gente lo ama e forse questa sconfitta lo rende ancora più grande.
«Non ho rimpianti – conclude Pogacar, che man mano ritrova un timido sorriso – Sono felice di essere riuscito a dare tutto. Per un tratto sulla Cipressa avevo cinque metri? Sì, ma non è facile fare la differenza. Dovrò aggiungere un po’ di muscolatura».

Sprint tirato, alla fine VdP che aveva quei 5 metri di vantaggio li ha mantenuti. I tre sono arrivati nell’ordine in cui erano posizionati ad inizio volata
Sprint tirato, alla fine VdP che aveva quei 5 metri di vantaggio li ha mantenuti. I tre sono arrivati nell’ordine in cui erano posizionati ad inizio volata

Che finale

«Siamo comunque soddisfatti – dice Gianetti – è stata una gara bellissima in cui tre grandissimi campioni si sono scattati nei denti senza risparmiarsi e alla fine siamo contenti. Non corriamo da soli. Certo, nei primi cinque minuti dopo l’arrivo, mentre si cambiava, non era soddisfattissimo, ma ora già va meglio».

Gianetti spiega come, in fin dei conti, si aspettassero una corsa così. Sapevano che avrebbero trovato un grande Van der Poel.
«Alla fine questa rivalità fa bene allo sport. Tadej è consapevole che non è da solo e che non è facile staccare certi corridori su certe salite. Salite che si fanno a più di 40 all’ora e a ruota si sta bene. Anche risparmiare solo 10 watt in questo ciclismo può fare la differenza. Anzi, oltre a Ganna e VdP, ci aspettavamo anche Pedersen, che alla Parigi-Nizza ha lavorato benissimo. Sapevamo che VdP ci sarebbe stato. Anche se non ha fatto una Tirreno brillante, lui è un cecchino nel centrare gli appuntamenti cerchiati in rosso e si sa preparare molto bene».

Forcing mostruoso di Wellens, prima (in foto), e Narvaez, poi, sulla Cipressa
Forcing mostruoso di Wellens, prima (in foto), e Narvaez, poi, sulla Cipressa

Cipressa diversa?

La Sanremo è andata, insomma, come si aspettava la UAE. Magari non si aspettavano il contrattacco di VdP sul Poggio, ma quello scatto poteva anche costare caro all’olandese stesso in volata. Torniamo al discorso dei “se” e dei “ma”.

Tuttavia qualcosa di più concreto c’è invece riguardo alla Cipressa. A Gianetti, infatti, abbiamo chiesto se gli è mancato un uomo, Del Toro nello specifico.

«In parte è mancato, ma non corriamo da soli. Prenderla davanti non è stato facile per nessuno: né per Tadej né per Del Toro. A quel punto, se anche lui fosse stato lì, ne avremmo avuti ben quattro che potevano giocarsi la Sanremo. Chiaro che Narvaez non avrebbe quella trenata così forte e dietro, di rimessa, ci sarebbe stato uno fra Del Toro, Wellens o Narvaez stesso. Noi volevamo fare la corsa dura sulla Cipressa e l’abbiamo fatta».