Svelati i percorsi olimpici, cambiano le prospettive

19.07.2023
6 min
Salva

La vetrina del Tour è stata l’occasione per tirare su il sipario sulle gare di Parigi 2024 svelando i percorsi olimpici. Dopo tante ipotesi, ora ci sono dati certi a disposizione dei vari cittì, per capire come impostare il cammino di avvicinamento alla gara più difficile dell’intero quadriennio, da correre in condizioni completamente diverse da qualsiasi altra (massimo 5 corridori per pochissime nazionali, le migliori del ranking), ma che vale un’intera carriera.

Tutti si erano fatti idee che alla fine sono state completamente smentite: un tracciato olimpico simile alla tappa finale del Tour, la kermesse degli Champs Elysées? Niente di più sbagliato. I corridori impegnati nella gara in linea si troveranno ad affrontare un disegno di 273 chilometri con un dislivello pronunciato, 2.800 metri e soprattutto una lunga prima parte in linea per poi entrare nel finale in un circuito con l’aspra salita di Montmartre a fare selezione. Volata finale? No, più probabile una soluzione di forza per pochissimi, i più forti. Almeno a livello maschile, come l’esperienza di Tokyo 2020 (foto di apertura Getty Images) insegna…

Gara che si prospetta durissima quella del 3 agosto 2024, con 273 chilometri per 2.800 metri, partenza alle 11
Gara che si prospetta durissima quella del 3 agosto 2024, con 273 chilometri per 2.800 metri, partenza alle 11

Montmartre per scalatori

Manca ancora più di un anno e i nostri tecnici hanno già iniziato a pensare all’avventura a cinque cerchi. Molto probabilmente a fine stagione si andrà a Parigi per un primo sopralluogo, per studiare i punti più difficili.

Daniele Bennati è stato forse quello meno sorpreso dalle decisioni del comitato organizzatore: «Io la kermesse finale del Tour la conosco bene, ho anche vinto su quel traguardo. Immaginavo che il percorso sarebbe stato diverso, credevo però che la parte prettamente parigina sarebbe stata maggiore. Non è un percorso semplice, per tante ragioni».

Bennati, cittì azzurro che sarà alla sua prima Olimpiade e già prepara i suoi piani
Bennati, cittì azzurro che sarà alla sua prima Olimpiade e già prepara i suoi piani
Pensi che la salita di Montmartre sarà decisiva?

Forse. Si tratta di uno strappo di 900 metri tutti su pavé, ma il pavé lo ritroveremo anche in altri tratti del circuito finale. Molto influiranno vari fattori: la lunghezza del percorso inconsueta per una gara olimpica; il caldo di agosto; il gruppo estremamente ridotto di corridori in gara con pochissimi effettivi a propria disposizione; anche il fatto che ci saranno almeno 225 chilometri in linea prima di entrare nel circuito, ci sarà sicuramente selezione già lì.

Che tipo di corridori serve?

Sicuramente gente abituata a correre ed emergere nelle classiche, gente di fondo che è pronta a rilanciare dopo ogni curva. Prima ancora di andare a vedere il percorso mi sono comunque fatto un’idea: per essere competitivi a Parigi bisognerà correre il Tour e su questa base prenderò contatti con tutti i papabili e trarrò le mie decisioni.

Carapaz, vincitore a Tokyo mettendo in fila Van Aert e Pogacar su un podio stellare
Carapaz, vincitore a Tokyo mettendo in fila Van Aert e Pogacar su un podio stellare

Donne: volata da scartare

Anche la gara femminile sarà estremamente lunga: 158 chilometri con trasferimento per un dislivello di 1.700 metri. Un tracciato molto simile a quello maschile (cambia solo la distanza, ma il circuito finale è identico) ma forse è proprio per le ragazze che l’annuncio ha riservato sorprese. Si pensava a una corsa da volata finale, magari con una nazionale italiana impostata sullo sprint della Balsamo. E ora? Parola a Paolo Sangalli

«L’inclusione dello strappo di Montmartre – dice – non mi ha sorpreso più di tanto, ma certamente cambia del tutto l’impostazione della gara. Il problema della corsa olimpica è che non puoi controllarla, l’epilogo della prova di Tokyo lo dimostra. Ci saranno da affrontare 5 cote non lunghissime, ma che alla lunga si faranno sentire prima dell’ingresso a Parigi, poi il circuito finale come già definito. Insomma è un tracciato da vera classica».

Il tracciato femminile, molto lungo con i suoi 158 chilometri per un dislivello di 1.700 metri
Il tracciato femminile, molto lungo con i suoi 158 chilometri per un dislivello di 1.700 metri
Per ora che idee ti sei fatto?

Avremo a disposizione 4 atlete e dovranno tutte essere in grado di correre per le altre come di finalizzare. Voglio 4 capitane e 4 gregarie allo stesso tempo. Da quel che ricordo servirà grande attenzione nel circuito finale, perché senza un gruppo folto, basta guadagnare 10” che rischi di perdere il contatto visivo con chi è davanti.

Quando si parlava di un tracciato per velociste, tutti pensavano alle possibilità della Balsamo…

Elisa è sì una velocista, ma ricordo a tutti che in salita è anche una di quelle che si stacca più tardi delle altre, su quel percorso può dire la sua, poi c’è la Longo Borghini alla quale è impossibile rinunciare in una gara olimpica, poi la Persico e la Consonni che sono atlete da classiche, ma siamo a oltre un anno di distanza, abbiamo tutto il tempo per studiare il tracciato e scegliere la formazione migliore.

Un’ultima provocazione: visto il percorso, secondo te la Van Vleuten si ritira davvero?

Non è un tracciato per lei, io credo che l’Olanda punterà sulla Wiebes, che tiene benissimo in salita quando questa non supera i 5 chilometri. E’ un’atleta trasformata, credo che le arancioni questa volta correranno per lei, senza però dimenticare le altre.

Per Ganna una crono difficile a Tokyo. Parigi sembra più nelle sue corde…
Per Ganna una crono difficile a Tokyo. Parigi sembra più nelle sue corde…

Crono per specialisti

Discorso a parte per le cronometro. Qui, rispetto a Tokyo 2020, si cambia completamente registro: 32,4 chilometri con 600 metri di dislivello, lunghi rettilinei da affrontare in posizione. Marco Velo è visibilmente soddisfatto.

«E’ finalmente un percorso per specialisti – dice – a differenza di quello di Tokyo. La distanza è lunga ma non proibitiva, forse più pronunciata per le ragazze meno abituate a percorrere cronometro di questa portata».

Un tracciato per veri cronomen, con 32,4 chilometri per 600 metri di dislivello. Appuntamento il 27 luglio
Un tracciato per veri cronomen, con 32,4 chilometri per 600 metri di dislivello. Appuntamento il 27 luglio
Un tracciato adatto ai nostri portacolori, non solo a Ganna…

Sì, è adatto a Filippo come agli altri, ma anche alla Guazzini, che predilige questi percorsi. Un problema potrebbe essere avere un’idea chiara delle traiettorie, quelle potremo capirle solo una volta approntato il tracciato, negli ultimi giorni, con le transenne già sul posto. Comunque avremo modo di studiarlo compiutamente sugli apparati elettronici, per i ragazzi non credo sia necessario un sopralluogo. Per me naturalmente sì…

Le cronometro saranno posizionate il primo giorno , la giornata tradizionalmente più importante proprio perché ogni delegazione vuole iniziare bene la sua Olimpiade. Pensi che per i nostri ci sarà un sovraccarico di tensione emotiva?

I nostri sono abituati a vivere queste tensioni e anzi si esaltano. Probabilmente dovremo rinunciare, come al solito, alla cerimonia inaugurale, ma il fatto di poter essere di buon auspicio per tutta la spedizione azzurra è uno stimolo in più. Ci giocheremo le nostre carte, e ne abbiamo…