Per certi versi la vittoria di Simone Raccani al Giro del Veneto è stata una delle principali sorprese di questo scorcio di stagione. Perché rilancia il nome di un corridore che pur essendo ancora molto giovane (ha solo 23 anni) ha già vissuto una totale altalena di emozioni su due ruote, tanto da essere uscito da questo mondo per poi rientrarci. Cosa decisamente non comune.
Un successo il suo che cambia molto le prospettive: «Ci voleva davvero, spero di continuare su questa strada anche perché adesso la stagione propone molte gare a me adatte, con arrivi in salita e ci arrivo con la gamba buona, quella che ti capita non così spesso. Il mio obiettivo ora è il Giro del Friuli dove voglio fare classifica e ripetere l’exploit del Veneto, ma chiaramente in un contesto internazionale decisamente più qualificato».
Com’è arrivata la vittoria nella corsa a tappe?
E’ stata una prova molto particolare, con le prime due tappe annullate per maltempo. Nella terza sono andato un po’ in crisi allo scollinamento per poi riagganciare i primi, ma non ne avevo per giocarmi la vittoria. Ero comunque tra i primi e per com’era andata la giornata era già abbastanza. Sapevo che tutto si sarebbe giocato nella tappa conclusiva su una salita che conosco bene, dove avevo già vinto nel 2019 da junior. All’inizio c’è stata subito selezione, a 7 chilometri dal traguardo eravamo rimasti in pochi, i migliori, quelli in lotta per la classifica.
E poi?
Io sapevo quali erano i punti duri, dove fare la differenza. Con me sono rimasti Masciarelli e Meris che aveva la maglia di leader, ma a 4 chilometri dal traguardo su un altro punto duro li ho staccati e a quel punto è diventata una sfida contro il tempo, dovevo ribaltare la classifica. Tra l’altro questa vittoria è anche una sorta di ringraziamento mio per la squadra che ha la sede vicino, a Castelfranco, in una tappa è venuto anche il patron ad assistere.
Sei molto legato a lui?
Non potrebbe essere altrimenti. E’ stato proprio Egidio Fior che di sua iniziativa mi è venuto a cercare l’inverno scorso, convincendomi a rimettermi in gioco. Io avevo mollato a settembre chiudendo con la Eolo Kometa, ma non era stato per dissidi o altro. Ho passato un brutto periodo, non c’ero più con la testa, avevo deluso le aspettative che tutti avevano quand’ero passato junior ma che avevo soprattutto io. Non saprei neanche dire perché, c’entra la brutta caduta del GP Industria e Artigianato, ma difficile ripresa, ma non saprei trovare una vera spiegazione. E’ solo che le cose non erano andate come speravo.
Fior ha trovato le parole giuste?
Sì, mi ha spinto a rimettermi in gioco. Mi sono preso un paio di settimane per riflettere, per capire se potevo davvero onorare un simile impegno perché quando ti arriva una seconda possibilità, sai che non puoi sprecarla, anche perché era stata una sua iniziativa che meritava rispetto. Non è stato semplice, i primi mesi sono stati durissimi, ho fatto davvero tanta fatica, ma ho trovato un supporto eccezionale nella squadra. Se mi sono rimesso in sesto è stato anche grazie a loro.
E’ stato più difficile fisicamente o mentalmente?
Forse a livello di testa. Non correvo da mesi, le prime gare sono state davvero pesanti, non è facile ritrovare il ritmo gara. Oltretutto io sono ormai Elite, ho superato il limite di età e il calendario non propone così tanti eventi per quelli come me non potendo fare le gare regionali. C’è stata anche l’occasione di affrontare i pro’, al Giro d’Abruzzo e non ero andato neanche malaccio, anche se ancora non ero io. Poi al Giro della Provincia di Biella è arrivato il podio che è stato un bel segnale, la vittoria al Memorial Tortoli, altri piazzamenti. Dove correvo riuscivo ad emergere.
A questo punto che cosa ti proponi?
E’ difficile trovare un obiettivo specifico. Io voglio onorare al meglio questa seconda chance, ovunque si corra, a qualsiasi livello, poi si vedrà. Con la squadra non ci siamo presi alcun impegno per la prossima stagione, qualsiasi cosa me la dovrò meritare con i risultati.
C’è chi ti segue a livello di contratti?
Sì, la GL Promotion e devo dire loro grazie perché non mi hanno abbandonato, anche dopo il mio ritiro, pur sapendo che li avevo messi in difficoltà e che non avevo tenuto fede alle aspettative. Chiunque avrebbe mollato, loro no, hanno continuato a credere in me, nelle mie qualità e li ringrazio per questo.
Evidentemente, vista la tua vittoria, è stata la scelta giusta…
Anche perché rispetto a quando sono passato U23, è evidente che il livello si è alzato. Vincere a questi livelli fa ben sperare, ora devo solo continuare su questa strada. Quel che conta è che ho ritrovato la motivazione, posso ancora fare bene.