Se non fosse stato un cronoman, Adriano Malori avrebbe avuto un futuro da tennista. Ogni volta che gli mandi di là una palla o un’idea, lui te ne rispedisce due. E così alla fine il taccuino degli appunti esplode e ti ritrovi a gestire una bella abbondanza. Così, mentre nei giorni scorsi si parlava della crono iridata di Ganna, il discorso di colpo ha piegato verso Van Aert e Van der Poel. Perciò, avendo approfondito nelle scorse settimane le ragioni della superiorità di Pogacar e Roglic, sarebbe stato un peccato lasciarsi sfuggire l’occasione. Anche perché i due saranno gli annunciati protagonisti dei mondiali di domenica, su un percorso che strizza l’occhio alle loro qualità.
«Sono abbastanza inavvicinabili per due motivi. Il primo è che sono gli unici in grado di fare tutte le accelerazioni con la stessa potenza – Adriano ha pochi dubbi – il secondo è che sono in grado di tenere l’andatura molto a lungo, per cui se prendono vantaggio andare a riprenderli è piuttosto difficile».
Spiegati meglio, per favore.
Se un professionista in corsa deve fare dieci scatti, farà il primo a 900 watt e poi fatalmente comincerà a calare. Loro due sono abituati a farli sempre alla stessa intensità, perché nel cross fanno accelerazioni da 1.000 watt praticamente a ogni curva. Inoltre con il fatto che sono cresciuti uno accanto all’altro, confrontandosi ogni domenica d’estate e d’inverno, hanno da anni lo stimolo di superarsi. Si migliora solo lottando con i migliori, discorso valido per loro, per i nostri giovani, per chiunque…
Mentre il discorso delle fughe?
Nelle classiche spesso lo schema è lo stesso. Il corridore attacca, quelli dietro si organizzano e rientrano e si forma un gruppetto. Loro invece hanno la forza di mantenere la velocità. La prova è che Van Aert ha appena fatto secondo nel mondiale a cronometro e anche Van der Poel al Tour ha fatto una grande crono. E secondo me lui e Valgren saranno la sorpresa del mondiale…
Si sta riprendendo dal mal di schiena, ma ha vinto ad Anversa.
Secondo me dopo la figuraccia che ha fatto alle Olimpiadi, si starà allenando in silenzio e quindi è ancora più pericoloso. La loro capacità di lavorare è quello che gli permette di diventare ancora più forti.
Ad esempio?
Sanno analizzare le eventuali lacune e correre ai ripari e questo probabilmente è dovuto al fatto che sanno che l’altro non perdona errori. Van Aert è migliorato in salita, Van der Poel ha imparato anche ad aspettare i finali e sicuramente durante l’inverno lavorerà sulla cronometro.
Sono davvero imbattibili?
Uno che può dargli fastidio e che in alcune occasioni può batterli è Alaphilippe. In una corsa con strappi secchi e molto ripidi, la sua struttura fisica e le sue qualità gli permettono di scappare alla loro marcatura. Ma deve esserci l’arrivo in cima, perché basta un tratto di falsopiano e quei due tornano sotto e poi lo battono in volata.
Ma questo pensando al prossimo mondiale potrebbe non essere uno scenario possibile…
Infatti a Leuven giocheranno sul loro terreno, a casa loro e sulle loro strade. Saranno davvero sue pessimi clienti per chiunque.