Alessandro Spezialetti, Miguel Florez, Alto del Colorado, Vuelta San Juan

Saliamo tutti in ammiraglia con “Spezia”

28.12.2020
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Alessandro Spezialetti detto “Spezia” è uno dei quattro direttori sportivi della Androni Giocattoli, assieme a Ellena, Cheula e Canciani. L’abruzzese con 16 anni di professionismo sulle spalle è sull’ammiraglia dal 2014 e iniziò quasi per caso. Il debutto alla Vini Fantini-Nippo, a quel tempo continental, quindi un anno alla Gm Cycling Team, uno alla svizzera Roth e poi salì il gradino professional nel gruppo di Gianni Savio.

«E qui mi sono stabilizzato – dice Spezia, che nella foto di apertura è con Florez dopo la vittoria in salita alla Vuelta San Juan 2020 – faccio delle belle gare, ho il mio gruppo di atleti e mi cullo in testa il solito sogno nel cassetto, che è avere una squadra mia. Magari partendo da una continental. Ogni anno immagino come la farei, aggiungo un tassello, poi chiudo il cassetto e mi rimetto a lavorare. Fare il direttore sportivo è diventato un obiettivo quando capii che in Lampre sarebbe stato difficile correre ancora. Stavano ringiovanendo il gruppo, io avevo già 37 anni e non c’era posto. Così, visto che avevo già preso il terzo livello, iniziai a immaginarmi sull’ammiraglia».

Pellaud è un attaccante nato, difficile tenerlo a bada
E’ impossibile tenere a bada Pellaud
Come lavora il direttore sportivo, secondo Spezialetti?

Il direttore sportivo deve lavorare duramente e deve farsi rispettare. Non deve appoggiare in tutto i corridori, che devono sapere fino a che punto possono arrivare. All’inizio dell’anno, quando ho davanti il mio gruppo di lavoro, gli faccio subito un discorso chiaro sui diritti e i doveri, gli mostro qual è il loro ambito.

Oggi magari è più semplice, com’è stato all’inizio quando guidavi degli ex colleghi?

Ci sono sempre riuscito. Con Gavazzi e Belletti ho corso. All’inizio abbiamo scherzato, ma poi ognuno al suo posto. In vita mia ho incontrato parecchi direttori che facevano gli amici dei corridori, cercando il modo per restare a galla. A me non è mai passato per la testa di legarmi a un corridore, mi piace gestire da me la mia carriera.

Qual è stata la fase più delicata finora?

Non ho avuto situazioni di gara che mi abbiano messo alla prova, se non la necessità di stare attenti ai piazzamenti nella Coppa Italia, per il discorso del Giro. Il momento più duro che ho vissuto è stato forse quello in cui dovetti decidere di lasciare la Fantini. Ci misi un po’, poi decisi di andare avanti per la mia strada.

Danilo Di Luca, Alessandro Spezialetti, Giro d'Italia 2007
Sarebbe bello avere da guidare un corridore con le caratteristiche di Di Luca: veloce e scaltro
Danilo Di Luca, Alessandro Spezialetti, Giro d'Italia 2007
Sarebbe bello guidare un atleta alla Di Luca
Da corridore diresti che Spezia è un duro?

Sono molto fermo sulle mie posizioni. Il bastone e la carota, soprattutto con i giovani.

A proposito di giovani, nel 2020 avete escluso i vecchi e siete andati al Giro con un gruppo di ragazzini.

E io all’inizio ero combattuto. Da un lato appoggiavo la scelta di Savio per certi comportamenti, dall’altro volevo fare risultato. Però alla fine anche i ragazzi hanno fatto la loro parte, siamo andati bene.

I corridori giovani dopo un po’ lasciano la piccola squadra e passano in quelle più grandi. I direttori sportivi?

Hanno la stessa ambizione. Se dovesse capitarmi la chance di salire nel WorldTour, la coglierei. Parlo l’inglese, sarei contento.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato molto di Cunego, con Andrea Tonti e anche con Martinelli. In quelle squadre c’eri anche tu, cosa ricordi?

Che si sbagliò a fargli credere che sarebbe stato tutto facile come nel 2004, ma del resto Martinelli lo appoggiava in tutto e per tutto. Invece dall’anno dopo le cose hanno smesso di andare bene. Aveva troppe responsabilità, ma è vero che attorno aveva una grande squadra. Forse semplicemente Damiano non aveva la testa da campione, forse si sentiva appagato, di certo soffriva la pressione. Anche quando venivano per lui i giornalisti negli hotel.

Matteo Malucelli, Coppi e Bartali 2020
Fra i corridori con cui lavorerà nel 2021 c’è anche un velocista: Matteo Malucelli
Matteo Malucelli, Coppi e Bartali 2020
Malucelli neo acquisto dell’Androni
Spezia, quali dei corridori con cui hai corso ti piacerebbe guidare?

Il più scontato di tutti è Di Luca. Danilo era veloce e furbo, come Bettini. Con lui mi sarei tolto molte soddisfazioni. Anche se il mio pallino sarebbe avere un corridore alla Indurain. Adesso c’è Ganna, ma secondo me gli conviene lasciar stare l’idea dei Giri.

Chi c’è nel tuo gruppo di lavoro?

Sepulveda, Pellaud, Malucelli, Marchiori e Ravanelli. Gli altri direttori dicono che ho la squadra A.

Divertente guidare Pellaud?

Se poteste sentire quello che gli dico per farlo stare fermo… Il bello è che in tre scatti prende la fuga, il brutto è che se aspettasse e corresse in maniera più lucida, essendo un bel corridore, potrebbe vincere corse come la Tre Valli o l’Agostoni. Adesso si sta allenando a tutta, perché vuole partire bene in Argentina. Cominciamo da lì.

Vai ancora in bici?

Mi sto allenando, soprattutto durante l’inverno. A San Juan un paio di uscite le farò. Come in Sicilia, alla partenza del Giro, quando ho pedalato con i corridori nei giorni prima del via. E voi cosa fate, ci vediamo in Argentina?