Rosa per tre settimane è tornato un biker…

23.07.2022
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Un ritorno al suo primo amore. Messa da parte la bici da strada dopo i campionati italiani, a luglio Diego Rosa (in apertura, foto Picasa) è tornato dopo anni a dedicarsi a quella che era la sua attività giovanile, la mountain bike e lo ha fatto in due distinte occasioni, in due classiche del calendario Marathon. Prima ha chiuso 12° nella Dolomiti Superbike di Villabassa (BZ), a 11’09” dal vincitore, l’ex iridato colombiano Leonardo Paez. Due settimane dopo si è presentato al via del campionato italiano a Casella (GE), con un ottimo sesto posto a 8’44” dal riconfermato tricolore Fabian Rabensteiner.

Curiosamente, raccontando le due esperienze il corridore della Eolo Kometa ritiene migliore la prima: «Era una gara più semplice e anche molto più lunga, anzi forse proprio per questo più adatta a uno stradista. Oltretutto avevano tutti le bici biammortizzate, io gareggiavo con una front e perdevo in discesa. Nella seconda sono andato sicuramente meglio, con un’ottima parte finale nella quale ho potuto guadagnare posizioni».

Rosa tricolori 2022
Diego Rosa impegnato a Casella, dove ha chiuso 6° risultando il più veloce nel finale (foto organizzatori)
Rosa tricolori 2022
Diego Rosa impegnato a Casella, dove ha chiuso 6° risultando il più veloce nel finale (foto organizzatori)
Come è nata questa scelta inconsueta?

A dir la verità era qualche anno che volevo farlo, ma non avevo mai trovato le condizioni giuste, nel senso che serviva un break nella stagione su strada in coincidenza con gare di spessore nella mtb. Il calendario su strada è pieno e trovare spazi non è semplice. Inoltre bisogna considerare che non è che da un giorno all’altro scendi di bici e sali su una mountain bike, serve allenamento. Quest’anno c’era un bel buco dopo i tricolori, ho chiesto al team il permesso e mi è stato dato, avendo praticamente tutto luglio libero da impegni agonistici.

Come ti sei preparato?

Nel complesso ho fatto 10 giorni pieni di allenamento sulla mtb. Mi sono presentato al via a Villabassa con 4 allenamenti nelle gambe ma sicuramente non erano fondo e resistenza che mi mancavano. Dal punto di vista tecnico a Casella mi sono trovato meglio perché avevo ritrovato il “manico”, non è facile riabituarsi alle ruote che ti ballano sotto il sedere…

Rosa Mtb
Rosa nato ad Alba il 27 marzo 1989 ha corso in Mtb fino al 2013, finendo 8° ai mondiali U23 (foto Ivg)
Rosa Mtb
Rosa nato ad Alba il 27 marzo 1989 ha corso in Mtb fino al 2013, finendo 8° ai mondiali U23 (foto Ivg)
Rispetto a quando correvi hai trovato differenze nel settore?

Enormi… Io lasciai la mtb all’indomani della prova di Coppa del Mondo a Madrid 9 anni fa, allora un cross durava 2h45’. Avevo a disposizione una front 26” con manubrio stretto. Oggi la normalità è la bici biammortizzata con reggisella telescopico, cambio elettronico e tantissimi altri accorgimenti che allora erano fantascienza. Si corre in modo completamente diverso.

In questi anni il tuo rapporto con la mtb com’è stato?

Ricordo che ho disputato solo un’Assietta Legend sempre perché ero libero da impegni, ma altrimenti non ho avuto più occasione di salire su una mountain bike, neanche per allenamento. Mi sono anche ritrovato in un mondo dove i preparatori continuano a vedere la mtb come qualcosa di pericoloso e non utile alla stagione su strada.

Rosa tricolori 2022
Il piemontese a luglio ha staccato la spina con la strada. Tornerà ad agosto pensando alle classiche italiane
Rosa tricolori 2022
Il piemontese a luglio ha staccato la spina con la strada. Tornerà ad agosto pensando alle classiche italiane
A livello giovanile però si va ormai controcorrente, sono tanti coloro che fanno la doppia attività e addirittura molti giovani sono in nazionale in entrambe le discipline. Che dire allora di gente come Van Der Poel o Pidcock che pratica entrambe?

Sono talenti puri, ma molti del nostro ambiente li vedono come extraterrestri. La mountain bike è ancora qualcosa di pericoloso ai loro occhi, c’è il timore che una caduta possa inficiare tutto, quando invece è appurato che la pratica della mtb aiuta nella gestione dell’acido lattico e dei cambi di ritmo, ti dà qualcosa in più. Quando cambiai, andavo sicuramente più forte in salita di adesso. Io sono convinto di una cosa: i preparatori non hanno abbastanza dati per operare il confronto, io avevo a disposizione solo il cardiofrequenzimetro, non avevo idea dello sforzo che facevo. Fare un fuorigiri in momenti chiave della stagione come solo una gara di mtb ti permette di fare, sarebbe un aiuto alla condizione fisica.

C’è da presumere di rivederti in sella a una mountain bike, magari anche per concorrere alla conquista di una maglia azzurra?

Io sono stato biker e ho il massimo rispetto per l’attività di chi corre in mtb tutto l’anno e quindi dico no. Non sarebbe giusto nei loro confronti, non sarebbe neanche bello, darebbe come rubare la maglia. Ciò non toglie che mi piacerebbe poter preparare bene un appuntamento, una gara adatta a uno stradista come me, penso che sarebbe utile e spero che anche il prossimo anno capiti un buco abbastanza ampio da consentirmi di ripetere l’esperienza.

Rosa Giro 2022
Al Giro d’Italia Rosa ha chiuso 77° facendo da chioccia ai più giovani e provando più volte la fuga
Rosa Giro 2022
Al Giro d’Italia Rosa ha chiuso 77° facendo da chioccia ai più giovani e provando più volte la fuga
Come hai vissuto domenica il terzo posto di tuo fratello Massimo? E’ stato il suo più bel risultato in mtb, è particolare che lo abbia ottenuto con te presente…

Ne sono stato davvero felice. E’ partito determinato e se l’è giocata bene, arrivava da un anno di stop. Gli avevo detto che non sarebbe stato facile ripartire, avevo provato a spaventarlo un po’, ma ci ha messo tanta determinazione, io sono convinto che sia un punto di partenza.