Scorrendo la classifica del Tour de Langkawi, recentemente terminato, si nota come al 19° posto, figuri Ilias Periklis. Questo nome non dirà molto agli appassionati assoluti della strada, ma è un vero totem invece per quel che riguarda i biker, la mountain bike.
Periklis infatti è uno dei maggiori interpreti delle marathon. Ha in tasca non si sa quanti titoli nazionali (anche nel cross country), ha preso parte a due Olimpiadi e ha vinto il titolo mondiale marathon nel 2012.
Un greco in Asia
Ilias è un greco, classe 1986, e in Mtb ha corso per tanti anni nelle fila dei team di Andrea Marconi, manager marchigiano, che tra l’altro annovera anche il portoghese Thiago Ferreira, anche lui iridato marathon e, dicono fonti attendibili, i cui valori fisici sono stellari. E per stellari intendiamo al pari o superiori a gente che non troppo recentemente ha vinto il Tour de France.
Ma torniamo ad Ilias. Al Langkawi ha corso vestendo i colori della Li Ning Star, una continental cinese. E quando lo abbiamo visto davanti ci siamo chiesti cosa ci stesse facendo un biker in mezzo agli stradisti.
«Se penso a me ciclista – ci ha detto Periklis – mi sono sempre visto su entrambi i fronti. Ho sempre pedalato sia in Mtb che su strada. Il ciclismo su strada è la base di tutte le discipline ciclistiche!
«Fin dall’inizio ho avuto anche buoni risultati e un buon feeling con il ciclismo su strada e credo che le mie caratteristiche di ciclista siano più vicine agli sport di resistenza. E per me la migliore combinazione è stata la disciplina marathon, che unisce le caratteristiche della Mtb e della strada».
Biker e scalatore
Il greco ha voluto così fare questa prova. Il pallino della strada ce l’ha sempre avuto. Una passione che negli anni è andata ad aumentare sino a laurearsi campione nazionale nel 2007 e nel 2020. Il suo percorso è un po’ l’opposto di quel che ha fatto Diego Rosa.
In questa stagione Ilias ha preso parte a molte corse con la nazionale greca. Ha persino vinto una gara in Uzbekistan, ha colto due top ten nei campionati nazionali sia a crono che in linea e ha anche vinto la classifica degli scalatori al Giro di Albania, corsa che tra l’altro aveva visto un discreto livello di partecipazione.
«Il livello in queste gare come il Langakawi è alto – ha detto Periklis – ma io mi diverto perché ci sono corridori di grande qualità quindi è bello correre tra loro. In più a fine stagione non è facile affrontare tante ore di corsa, in quel clima umido… le difficoltà maggiori che ho incontrato sono state queste e anche la posizione in gruppo, ma quella credo sia difficile sempre… e non solo perché sono un biker!
«Su strada è molto diverso correre: in mtb imposti la tua gara, hai un piano e lo segui. Su strada devi cambiare il tuo piano molte volte quindi questo è più stressante».
«Posso fare bene su tutti i terreni – ha detto Periklis – ma mi piace di più la salita! E in generale le più difficili, quelle in cui “devi” continuare a spingere quando la tua testa invece dice di no».
E questa è una tipica risposta da biker e da biker di lunghe distanze. Spesso questi atleti nelle gare di alta montagna si ritrovano a spingere forte da soli per ore. E non è un caso che diversi biker siano anche degli ottimi cronoman. E non è dunque un caso che lo scorso anno Ilias abbia vinto il titolo nazionale contro il tempo.
Nuove sfide
Ma quindi cosa ci faceva Periklis al Langkawi? Semplicemente correva. Anziché farlo in mtb, il greco ha deciso di puntare, almeno per questo scorcio di stagione, sulla strada. Fonti attendibili ci dicono che abbia ricevuto una buona offerta. Quest’anno aveva corso moltissimo su strada, lui voleva continuare su questa falsariga e quindi ha colto questa occasione.
Inizialmente la nostra idea era che Ilias mirasse ad ottenere punti per strappare un pass per Parigi 2024. «Nessun pass, il sogno olimpico ormai è finito – ha concluso Periklis – Ma posso dire che continuerò a partecipare ad eventi importanti».
E i nuovi eventi dopo il Langkawi si chiamano Tour of Hainan, gara a tappe, sull’omonima isola nel Sud della Cina. Rispetto al Langkawi c’era qualche salita in più, ma anche un livello maggiore. E anche in questo caso Periklis se l’è cavata benone.