Roglic e Vingegaard alla Vuelta, Van Aert tra le gravel

30.08.2023
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Wout Van Aert e il gravel. Se ci si pensa potrebbe essere il suo terreno naturale, la specialità per lui più congeniale in assoluto: “Dio del cross, asso su strada”: da questo connubio il risultato sembra scontato. E infatti nel suo debutto ha vinto con nove minuti di vantaggio.

Il fatto è avvenuto alla Houffa Gravel, ad Houffalize, località che tra l’altro Van Aert ben conosce in quanto tappa storica del coppa del mondo di ciclocross, dove sull’ondulato percorso di 110 chilometri tra le Ardenne ha dominato. Evidentemente gli è bastata una manciata di giorni di riposo dopo Glasgow per ripresentarsi subito al top.

Al via circa 1.200 appassionati. Davanti gli elite: si nota (in giallo) Van Aert
Al via circa 1.200 appassionati. Davanti gli elite: si nota (in giallo) Van Aert

Assolo di potenza

Wout si è messo “di passo” e dopo neanche 40 chilometri era in testa da solo. La sua è stata una cavalcata solitaria. Il tutto mentre i suoi illustri colleghi, Vingegaard e Roglic iniziavano la Vuelta. Loro ad un grande Giro e lui in una gara nascosta tra le colline delle Ardenne: sembrava un “quadro al ribasso”, il fil rouge di un campione che non ha brillato come ci aveva abituato durante l’estate.

Sin da subito, Van Aert ha detto di affrontare il gravel per divertimento. Tuttavia nel suo programma figura già un appuntamento importante: il campionato mondiale, previsto in Veneto per l’8 ottobre.

«Non sapevo cosa aspettarmi – ha detto Van Aert a fine gara – volevo stare davanti (probabilmente per non incappare in nessun rischio, ndr) e così ho fatto. Quando è iniziata la salita ho preso il mio ritmo e sono rimasto da solo. Per il resto mi sono divertito. Alla fine sì, gare come il Tour o il campionato del mondo sono importanti, ma non ci sono solo quelle».

Poco dopo questo passaggio in salita Wout è rimasto da solo. Era il chilometro 40, più o meno
Poco dopo questo passaggio in salita Wout è rimasto da solo. Era il chilometro 40, più o meno

Test dei materiali 

Il percorso di Houffalize era anche relativamente tecnico, non è mancato qualche passaggio “roccioso”, diciamo di grandi sassi, ed è stato anche un test per i materiali. Anche in questo caso Wout e la Jumbo-Visma non lasciano nulla al caso.

«In effetti – ha spiegato Van Aert – volevamo correre qui anche per testare il materiale proprio in vista del mondiale. Sentivo che la bici rispondeva e potevo guidare bene in discesa. Mi sentivo sicuro. Il gravel è un buon punto d’incontro fra la strada e il cross: non è tecnico come il cross, appunto, ma è più lungo… quasi come una gara di strada».

Van Aert ha utilizzato la Cervélo Áspero-5, montata con il monocorona Sram e le coperture Vittoria Terreno Dry il cui diametro sembrava – il condizionale è d’obbligo – da 45 millimetri. Questa è infatti la sezione massima che può ospitare il carro di una gravel bike aerodinamica come la Áspero-5. E infatti di spazio tra ruota e telaio ce n’era davvero poco. In caso di fango Wout dovrà optare per altre soluzioni.

Alla fine il belga ha chiuso con 32,9 di media oraria, e poco di 2.000 metri di dislivello su 110 chilometri
Alla fine il belga ha chiuso con 32,9 di media oraria, e poco di 2.000 metri di dislivello su 110 chilometri

Obiettivo iridato

«La mia idea è quella di vincere il titolo mondiale gravel. Ogni volta che parto per una gara è quello il mio obiettivo. Certo, ci sarà un altro livello», ha detto Van Aert.

Al mondiale il livello sarà differente: questo è certo. Lo scorso anno la coppia della Alpecin-Deceuninck, Mathieu Van der Poel e Gianni Vermeersch, fu dominante. Ci sarà anche Valverde, che di fatto per sua stessa ammissione, non ha smesso di allenarsi come una volta. Ci sarà qualche punta della nazionale italiana, viene da pensare a Daniel Oss che lo scorso anno salì sul podio. Magari ci sarà anche Sagan. E ci saranno due atleti che a questa disciplina danno del tu: Lutsenko e Pidcock.

Gli stradisti, spinti anche da un mercato delle bici che “tira”, alla fine non mancheranno.

Van Aert si è preso Houffalize con 9′ sul connazionale (e grande amico) Dan Soete e il tedesco Paul Voss
Van Aert si è preso Houffalize con 9′ sul connazionale (e grande amico) Dan Soete e il tedesco Paul Voss

Ma prima l’europeo

Van Aert è stato il primo a scoprire le carte tra i grandi che puntano al mondiale gravel. Questa sua presenza a Houffalize è stata dettata soprattutto da un prendere coscienza con l’ambiente, per capire certe dinamiche. Una prova generale dei materiali come effettivamente è stato e anche per allenarsi e competere con meno stress, come ha detto lui stesso.

Tuttavia, tra il mondiale gravel, che si terrà ad ottobre, e questi giorni di mezzo c’è il campionato europeo, su strada chiaramente.

«L’europeo è il mio obiettivo principale di fine stagione. La gara di Drenthe, dove si disputa, mi piace», ha detto Wout. Il corridore di Herentals ci arriverà passando dal Tour of Britain (piccola corsa a tappe) e un’altra piccola gara di un giorno in Belgio.