Lo avevamo lasciato alla vigilia del campionato italiano, ma quello non era il vero Valerio Conti. Almeno non fisicamente, perché gli effetti della caduta rovinosa al Giro d’Italia si sentivano ancora. Terza tappa, esito infausto delle lastre: frattura del bacino. Un mese per riprendersi, ma con tanti problemi di postura, di efficienza della pedalata che solo il tempo ha potuto cancellare, insieme al suo lavoro guidato da osteopata e fisioterapista.
Ritroviamo il romano all’indomani del ritorno dal Tour of Hainan, dove ha portato a casa un importante quinto posto nella classifica generale che, proprio in base a quel che è successo quest’anno, assume un valore molto maggiore. Conti è tornato alla sua piena efficienza, quel corridore che non parte mai per ottenere un semplice piazzamento e che non nasconde mai le sue ambizioni.
«Sinceramente questi risultati me li aspettavo – esordisce – perché ho reagito bene dopo gli infortuni e uso il plurale appositamente perché non c’è stato solo l’incidente al Giro. Tanta gente si sarebbe arresa, ma sentivo che dovevo reagire, uscire dall’incubo, essere determinato. Ho visto che nelle gare di settembre andavo bene, finivo spesso vicino ai primi 10, ho capito che ero pronto».
Che corsa hai trovato in Cina?
Per me è una corsa che si affermerà e che presto entrerà anche nel WorldTour. Organizzata benissimo, oltretutto dà una marea di punti Uci, quindi è vista con molta attenzione anche dalle squadre della massima serie. Non è durissima, ma fa tanto caldo che con l’umidità la rende davvero pesante. Era su 5 tappe, ma solamente due avevano davvero peso per la classifica.
Il risultato finale ti ha soddisfatto?
A posteriori direi che si poteva anche fare meglio, anche vincerla. Nella prima delle due tappe di salita ero nella fuga giusta, ma sono rimasto chiuso allo sprint. Nella seconda eravamo in 4 davanti a giocarci non solo la vittoria di tappa ma anche il Giro. E’ stato bravo Sevilla a rientrare su di noi, ma d’altronde non è un corridore che scopriamo oggi. Paradossalmente però sono proprio queste considerazioni che mi danno morale, significa che con un pizzico di fortuna in più si potevano fare davvero grandi cose.
Eri già stato in Cina?
Ci avevo corso 9 anni fa, quand’ero alla Lampre. Fu anzi allora che iniziò la moda delle corse asiatiche di fine stagione, utili per fare gruppo e anche per sgrezzare i più giovani. Hainan è un’isola bellissima, piena di turisti, con strade fantastiche, enormi e pulite. Poi devo dire che tutta la trasferta è stata davvero piacevole, si è formato un bel gruppo.
L’amarezza per com’è andata la stagione è quindi svanita?
In parte. Ho imparato che basta davvero un secondo per cambiare tutto: ero andato al Giro pieno d’ambizioni, con una condizione che non ricordo di avere mai avuto, ma tutto è svanito in un attimo. Ho imparato anche che l’aspetto morale spesso conta più di quello fisico, se non hai l’umore giusto non ti riprendi e alla fine molli. E’ la testa che fa la differenza, devi pensare che il periodo brutto presto finirà, ma questo non vale solo nel ciclismo, credo sia una regola valida per ogni lavoro.
Tu hai già il contratto per la prossima stagione, questo è stato un aiuto?
Sì, ma devo dire che la squadra mi è stata sempre vicina. Sembrerà strano, ma a dispetto di quanto è successo è l’anno nel quale mi sono divertito di più, mi sono sentito maggiormente a mio agio nel gruppo. Tanto è vero che se anche mi fosse arrivata un’offerta avrei rifiutato, perché questo è l’ambiente per me adesso.
La tua ripresa è purtroppo coincisa con la fine della stagione…
Lo so, infatti non starò fermo molto, voglio riprendere presto. Per fortuna chiudo la stagione non solo con un buon risultato, ma anche con la voglia di tornare subito in sella e questo credo sia utile per preparare la meglio il 2024.
Ti sei posto qualche obiettivo particolare?
Avrei detto il Giro d’Italia, ma non solo come termine di riscatto dopo quanto successo quest’anno. Per un corridore italiano la corsa rosa è il massimo, in me ha sempre suscitato un fascino particolare.
Che cosa ne dici della prossima edizione appena ufficializzata?
Era tanta l’attesa, sono anche andato appositamente alla presentazione. E’ un Giro durissimo, sin dalle sue primissime battute. Io credo che con una conformazione del genere i distacchi saranno ben distribuiti e nella terza settimana la situazione di classifica sarà già abbastanza chiara. Io chiaramente non ci guardo, ma devo dire che con quel disegno, occasioni per le fughe non mancheranno. Starà a me farmi trovare pronto e cercare di entrarci.