Sono pronti a partire con il numero uno e a difendere la maglia gialla. Sono uno dei quattro “dream team” del Tour de France: sono i ragazzi della Visma-Lease a Bike. Della corazzata olandese non farà parte un pezzo importante, Edoardo Affini. Ma il mantovano, “da fuori”, ci aiuta ad analizzare bene la sua squadra e come si pone in relazione alle altre.
Affini in autunno, quando si fanno i programmi in base anche ai percorsi, era stato inserito nella lista lunga del Tour, tanto più che Wout Van Aert e Olav Kooj avrebbero preso parte alla corsa rosa. Poi le cose sono cambiate strada facendo e si è ritrovato, giustamente come sostiene anche lui, al Giro. Ma ora è tempo di Tour de France…
Al netto del forfait all’ultimo minuto per Covid di Sepp Kuss, la Visma-Lease a Bike resta uno squadrone, Edoardo…
Penso che sulla carta, i corridori che vanno in Francia costituiscono una bella selezione. Ci sono tanti campioni, anche se non mancano dei punti interrogativi.
Ti riferisci a Jonas Vingegaard?
Onestamente non conosco le condizioni di tutti. C’è da vedere un po’ come sta ovviamente Jonas, ma anche come sta Wout Van Aert. Sappiamo che se Wout sta in una certa maniera può essere fondamentale in ogni senso, come uomo jolly e come gregario per Jonas. Non penso sarà quello
del Tour del 2022… mettiamola così. E ci starebbe tranquillamente visto l’infortunio che ha avuto e il percorso di recupero che ha fatto. Potrebbe non essere nella condizione migliore di sempre. Però è sempre Van Aert.
E Vingegaard?
Spero che Jonas vada in crescendo durante la corsa, però le sue condizioni al momento sono difficili da capire. Presumo siano abbastanza buone, altrimenti non l’avrebbero portato.
Lui quando ha ripreso realmente a pedalare?
Onestamente non lo so, è non è perché non lo voglio dire. Non conosco precisamente le tempistiche. Ad aprile avrà fatto qualche pedalata sui rulli, giusto per muovere le gambe e vedere come rispondeva il corpo. Ma sicuro, prima di maggio non è montato in bici.
Manca Kuss e Van Aert e Vingegaard non danno le solite certezze, Matteo Jorgenson invece sì. Può essere il jolly come ha detto anche il vostro capo? O sarà il gregario di lusso?
Può essere una pedina fondamentale per Jonas, ma io lo vedo bene anche come mina vagante per qualche tappa se ne avrà la possibilità. Tra i selezionati Jorgenson è quello che ha dimostrato la forma migliore ed è stato anche il più costante. E’ stato protagonista in primavera e si è giocato il Delfinato fino all’ultima tappa, quindi credo che si possa considerare come il corridore che dà più certezze.
Tra i punti interrogativi c’è anche Laporte…
Anche Christophe, bisogna vedere dopo il Giro come si è ripreso. Lui era caduto. Il modo e il tempo per recuperare bene e di prepararsi per il Tour lo ha avuto.
Tu, Edoardo, corri in uno di questi squadroni e al tempo stesso ci corri contro. Dov’è siete più forti? E dove invece pagate qualcosa? La UAE Emirates ha molti capitani…
E secondo me avete già centrato il nocciolo della questione. Se prendete i suoi singoli corridori la UAE è superiore… per la classifica. Sono tutti corridori che in altre squadre potrebbero puntare al podio. Forse noi siamo più squadra. Che poi anche lì è tutto da vedere, perché bisognerebbe essere in quel team e vederne le dinamiche interne. Noi della Visma-Lease a Bike siamo un po’ più completi su tutti i terreni. E abbiamo un obiettivo “più unico”.
“Più unico” rende bene l’idea…
Siamo più centralizzati su uno o massimo due obiettivi. Non abbiamo quattro corridori che fanno classifica. Siamo più votati ad una causa, mettiamola così.
Anche Bora-Hansgrohe e Ineos Grenadiers hanno le spalle larghe. Dove si possono battere? E dove daranno fastidio?
La Bora al Giro si è dimostrata una bella squadra. Ha fatto vedere di saper correre per il proprio capitano, in quel caso Martinez. Con Primoz hanno ovviamente uno dei candidati maggiori per vincere il Tour o comunque per il podio. L’unico punto di domanda può essere il fatto che Roglic e altri sono nuovi in squadra e magari hanno bisogno ancora di un filo di rodaggio. Sono aspetti che sembrano semplici, ma un po’ di tempo lo richiedono.
Anche Roglic e Gasparotto lo avevano detto dopo la Parigi-Nizza…
Siamo tutti professionisti e sappiamo cosa fare, però quel tocco in più, quello 0,5 per cento che magari ti fa dare qualcosa in più, quella comunicazione in meno che serve per prendere una decisione veloce al momento giusto… magari non ce l’hanno ancora. Se Roglic se ne è reso conto è perché veniva da 10 anni consecutivi nel nostro team e lì conosceva ogni cosa come le tue tasche.
Della Ineos invece cosa ci dici?
Sono storicamente abili nel vincere grandi Giri. Nell’ultimo periodo gli è mancato il fuoriclasse, soprattutto dopo quello che è successo a Bernal, però ragazzi hanno Thomas che è un corridore fantastico. Ha vinto un Tour. A 38 anni è ancora lì la lottare, guardate che Giro d’Italia ha fatto. Per me ha fatto un Giro esagerato. Ecco, nel suo caso bisogna valutare il recupero post Giro.
Bernal cosa può dare secondo te a questa squadra in questo momento e con quei compagni?
Per quello che abbiamo visto nella prima parte di stagione, mi è sembrato in crescita ad ogni corsa. Al Delfinato è andato forte. Ma un po’ come in UAE Emirates anche lì sono tanti: Bernal, Thomas, Pidcock, Carlos Rodriguez… Non so chi di loro vorrà fare classifica, ma di certo sono un bel blocco. E con corridori simili ti puoi giocare anche diverse carte in base a come si mette la corsa. Puoi portare in avanscoperta uno ed aspettare con quell’altro. Hanno più opzioni. E poi, ripeto, sono esperti. Loro possono inventarsi qualcosa… sicuramente.
Torniamo a voi, Edoardo. Hai parlato di blocco, qual è il vostro blocco per la salita? Tanto più ora che manca Kuss?
Senza Sepp, l’ultimo uomo dovrebbe essere Jorgenson. Poi ci sarà Wilco Kelderman che se sta bene va veramente forte, credetemi. E anche il sostituto di Sepp, Bart Lemmen, non è affatto male. Magari dovrà prenderci un po’ la mano, soprattutto perché è la sua prima partecipazione.
Kuss è una mancanza grossa…
Penso di poter dire, se parliamo solo scalatori, che se non è il migliore del mondo è tranquillamente nei primi cinque. Sepp sa come si va in salita, è il suo terreno, sa scandire il passo come pochi altri e a diverse velocità. Quindi è chiaro che è una perdita pesante. E non è un caso che in tutti i grandi Giri che abbiamo vinto lui era presente.
Chi sarà il regista in corsa?
Di solito è Tiesj Benoot. Ma penso che anche Van Aert possa ricoprire quel ruolo lì.