Tour, rivoluzione a Parigi: 3 volte Montmartre, addio volata

23.05.2025
6 min
Salva

«Quasi quasi – riflette Bennati sorridendo – per il corridore che ero e la gamba che avevo quell’anno, avrei vinto anche meglio se ci fosse stata anche allora la salita di Montmartre. Ma capisco che per come l’hanno disegnata adesso, l’ultima tappa del Tour non sarà più per velocisti. Non che prima fosse facile, tra il rettilineo che tirava e il pavé. E nemmeno sui Campi Elisi ha vinto sempre un velocista. Ma secondo me adesso uno come Pogacar potrebbe provare a vincere anche a Parigi…».

Tanto più che alle Olimpiadi, quale che ne sia stata la ragione, il campione del mondo non c’era e essersi perso quella scena così esaltante in qualche modo non deve essergli andato giù.

Il Tour a Montmartre

Qualcuno magari non lo sa ancora. Con un trafficare silenzioso e segreto, che ha avuto bisogno persino del benestare del governo francese, gli organizzatori del Tour hanno messo mano all’ultima tappa. Colpiti dalla baraonda delle Olimpiadi sulla salita di Montmartre, che Prudhomme ha definito l’immagine più potente di tutte le Olimpiadi di Parigi, i tracciatori di ASO sono riusciti a inserire tre passaggi sulla stretta salita in pavé

L’ultima tappa non sarà dunque la consueta attesa della volata finale, ma potrebbe addirittura incidere sulla classifica, qualora i distacchi fossero ancora minimi. Il gruppo infatti percorrerà 4 giri del classico circuito degli Champs Elysées. Nel corso del quarto cambierà direzione a Place de la Concorde e punterà verso Rue Lepic (con un attacco leggermente diverso da quello dei Giochi, a causa dei lavori stradali).

A questo punto i corridori avranno da affrontare un anello di circa 16 chilometri da ripetere per 3 volte. Dall’ultimo scollinamento all’arrivo mancheranno a quel punto 6 chilometri.

Daniele Bennati ha conquistato la tappa degli Champs Elysées al Tour del 2007
Daniele Bennati ha conquistato la tappa degli Champs Elysées al Tour del 2007

La delusione di Milan

Mentre il capo della polizia Laurent Nuñez ha garantito la fattibilità del cambiamento e ha detto che a suo avviso la modifica resterà anche in futuro, le reazioni dei corridori sono state altalenanti. Vale la pena annotare quella del nostro velocista di punta, Jonathan Milan, che il prossimo luglio farà la conoscenza del Tour.

«Gli Champs Élysées da velocista sono un sogno – ha detto il friulano della Lidl-Trek – quindi, per vari motivi, è un peccato vedere il percorso cambiato prima del mio primo Tour. L’aggiunta della salita di Montmartre avrà ovviamente un impatto sulla dinamica della gara, ma quanto complicherà le cose per noi velocisti dipenderà ovviamente da come verrà gestita e anche dalla situazione generale man mano che ci avviciniamo all’ultimo giorno. Ma non voglio pensarci ora, prima di Parigi ci saranno tanti altri obiettivi».

Parigi 2024, l’attacco di Evenepoel a Montmartre. Per un po’ Madouas resiste, poi deve arrendersi
Parigi 2024, l’attacco di Evenepoel a Montmartre. Per un po’ Madouas resiste, poi deve arrendersi

Minaccia Pogacar

Noi abbiamo pensato di affidare il commento a Daniele Bennati, ultimo italiano a vincere sui Campi Elisi e tecnico della nazionale che lo scorso anno sul circuito di Parigi partecipò alle Olimpiadi vinte da Evenepoel.

«Se non sbaglio – dice il toscano, attualmente al Giro come opinionista al Processo alla Tappa – alle Olimpiadi i chilometri dalla salita all’arrivo erano circa 10, quindi i 6 del Tour sono davvero pochi. Ovviamente cambia tutto. Se Van der Poel o Van Aert, come pure Pogacar decidono di farla forte, per i velocisti non c’è scampo. Se Tadej decide di fare un attacco sul terzo giro di Montmartre, può andare via. Anche perché all’ultima tappa non ci arrivi con tante energie e quelli di classifica ne hanno sempre più degli altri…».

Dopo aver dominato le volate del Giro del 2024, quest’anno Milan debutterà al Tour: la notizia lo ha spiazzato
Dopo aver dominato le volate del Giro del 2024, quest’anno Milan debutterà al Tour: la notizia lo ha spiazzato

Per i velocisti cambia

Non si è sempre arrivati in volata ai Campi Elisi, anche se trovare eccezioni recenti è un lavoro da archivisti. L’ultimo fu Vinokourov nel 2005, ma nel ciclismo di oggi scappare a velocità così esorbitanti è davvero un esercizio per pochi.

«Milan è un velocista – prosegue Bennati – ma forse non solo. Quindi potrebbe avere nelle sue corde uno sforzo di 3-4 minuti fuori giri. Potrebbe anche pensare di provarci, però tutto dipenderà da come faranno la salita le prime due volte. In ogni caso è una scelta che per un verso capisco e per un altro toglie una tappa comunque storica. Sicuramente a livello di spettacolo si rivelerà una mossa vincente. A Parigi non è difficile creare spettacolo dal punto di vista televisivo ed è evidente che la tappa con Montmartre sia più bella, però è chiaro che per i velocisti cambia tutto».

Tappa esplosiva

L’unico appiglio che potrebbe impedire agli uomini forti di scavare un baratro è la distanza. La nuova tappa misurerà 132,3 chilometri (la distanza va ancora definita nei dettagli), la gara olimpica ne prevedeva 272.

«Remco arrivò da solo facendo davvero il vuoto – chiosa Bennati – ma c’è anche da dire che alle Olimpiadi c’erano 70 corridori e quasi 280 chilometri da fare. E’ vero che arriva dopo tre settimane, ma con 132 chilometri non ci saranno problemi di distanza. Però sarà una tappa esplosiva. E davvero se la classifica fosse ancora aperta, ne vedremmo delle belle…».