Un sole insolitamente tiepido per la Vuelta, colori autunnali… Il via questa mattina da Castrillo del Val sembrava piuttosto silenzioso con quel chilometro zero nel “deserto” delle colline castigliane. Tutto tranquillo, prima della tempesta e delle polemiche.
Volata che Deceunick-Quick Step, ma soprattutto Bora Hansgrohe nel finale sono riuscite ad ottenere. I primi con Sam Bennett, i secondi con Pascal Ackermann.
La giornata era passata tranquilla. Una fuga a due non impensieriva il gruppo. L’unico brivido c’era stato a poco meno di 15 chilometri dall’arrivo, quando Primoz Roglic forava. Ma l’assistenza dell’ammiraglia, l’attesa dei suoi compagni e delle gambe davvero ottime lo riportavano in gruppo in pochissimo tempo.
Spallate old style
I due treni schierati entrano all’ultimo chilometro la Bora davanti e la Deceuninck dietro. La velocità è alta, ma forse non altissima. Infatti il lettone della Trek-Segafredo Emils Lipeins decide di buttarsi sulla ruota “pregiata” del gruppo, quella di Sam Bennet. La maglia verde di Parigi chiaramente non ci sta a perdere quel bel vagone. Tanto più che è a ruota di un suo compagno e così prima gli molla una spallata e poi un’altra. Di certo l’irlandese non gli ha fatto gli auguri per il compleanno. Lipeins si voleva fare il regalo ma evidentemente ha sbagliato giorno.
Scoppia la polemica
Si arriva ai 300 metri e parte tutta la cavalleria pesante. Bennett rimonta e passa Ackermann. Tra i due nessuna polemica. Ma quando l’irlandese si prepara per salire sul palco la giuria lo ferma e chiama il tedesco sul podio.
«Serve il var», tuona il manager belga Patrick Lefevere. La spallata di Bennet in effetti è forte, ma non è la prima volta che si vedono certi colpi in volata. Sam non parla. Mentre Pascal, che ha certamente rivisto lo sprint, glissa: «Ero davanti e non ho visto nulla. Io ho fatto il mio sprint e ho visto Sam che risaliva forte tanto da passarmi. Devo ringraziare i miei compagni che hanno fatto un lavoro eccezionale portandomi nella migliore posizione. E mi fa piacere di aver vinto una tappa alla Vuelta alla mia prima partecipazione».
Ma intanto la polemica è scoppiata. Patrick Lefevere della Deceuninck ripropone gli sprint a spallate che si sono visti anche in questa stagione. Luca Guercilena, manager della Trek Segafredo risponde che la scorrettezza è evidente. E soprattutto che le immagini televisive sono chiare e che non c’è bisogno del var.
Parla Petacchi
A questo punto quale parere migliore di Alessandro Petacchi? Alejet che certe situazioni le ha vissute chiarisce: «La spallata c’è. Diciamo che ia miei tempi non sarebbe successo nulla. Bennett è stato un po’ troppo “vistoso”. In fin dei conti erano un po’ “mezzo e mezzo”. Per me la giuria lo ha penalizzato più in ottica futura che non per il fatto. Sulla prima spallata il lettone si sposta e se ci fosse stato qualcuno o fosse stato alle transenne sarebbe stato un bel caos. La giuria vuole evitare altre situazioni tipo quelle viste in Polonia e scoraggiarle.
«Poi, ragazzi, bisogna vedere cosa è successo davvero tra i due – riprende lo spezzino – se c’erano dei pregressi, se gli ha detto qualcosa. Senza contare che Bennett era a ruota di un suo compagno e ci sono regole non scritte che vanno rispettate: non puoi inserirti così in un treno. Fosse stato a ruota di un altro uomo magari si sarebbe arrabbiato di meno».