Quel che stupisce è la (quasi) facilità con cui Tadej Pogacar è volato sopra avversari e convinzioni, conquistando la cronometro di Laval, ma non la maglia gialla rimasta a Van der Poel. La tappa di oggi ha semplicemente messo i tasselli al loro posto, stupendo semmai perché su un percorso abbastanza veloce, nonostante qualche strappo lungo il cammino, gli specialisti come Kung non siano riusciti a imporsi sul pur forte corridore sloveno e i suoi 66 chili.
«Oggi è stata proprio una bella giornata – ha commentato Pogacar – non ho fatto errori. Sono stato anche fortunato, perché alcuni avversari hanno corso con le strade bagnate, mentre io ho trovato asfalto e temperature perfetti. E’ stata davvero una bella giornata per me.
«Ho studiato il percorso. Nelle ultime prove a cronometro ho commesso degli errori perché sono partito velocissimo. Qui ho trovato un ritmo perfetto fino alla fine grazie alle prime salitelle. L’obiettivo era non perdere tempo, ma ho guadagnato tempo quindi sono super felice. Sono solo eccitato per l’intero Tour. Mi piacerebbe avere la maglia gialla, ma Mathieu sembra super bello, quindi va bene che la indossi un po’ lui».
Ineos in difficoltà
L’azione della maglia bianca, che a prima vista è parsa leggiadra, si è abbattuta come un maglio sulle aspirazioni dei contendenti. E se Roglic ha ancora il suo bel soffrire per la caduta e alla fine ha dovuto incassare un passivo di giornata di 44 secondi, il gruppo che preoccupa è quello del Team Ineos che fra cadute e passaggi a vuoto si ritrova oggi quasi sparpagliato per ogni angolo della classifica, con Carapaz 9° a 1’44” e il dolorante Thomas 12° a 1’54”.
«Ho corso la miglior crono possibile – ha detto Thomas – ovviamente, non mi sentivo al 100 per cento. Mi sono svegliato stamattina e mi sentivo malissimo, ma una volta che mi sono messo in bici e mi sono rilassato è andata quasi meglio. E’ solo una di quelle cose che devi affrontare, continuando a combattere».
E Cattaneo vola
All’ottavo posto e per un po’ sulla hot seat, Mattia Cattaneo ha proseguito con il filotto d’oro delle cronometro. E così dopo il terzo e il sesto posto nelle due crono del Giro di Svizzera e il podio al campionato italiano, il suo risultato di oggi è la conferma del livello ritrovato del bergamasco, che pure nelle ultime tappe ha avuto il suo bel tirare.
«Sono contento del mio piazzamento – dice – e anche se ho sprecato un po’ di energie, le crono voglio farle sempre bene, soprattutto adesso che sono in forma. Ho fatto il lavoro che dovevo fare e adesso non mi spiacerebbe beccare qualche fuga, con un po’ di fortuna e sperando che non si muova qualcuno di classifica».
Da Pogacar a Carapaz
A lui chiediamo allora come ha visto i primi della classifica, perché un conto è scrutarli dallo schermo, altro è pedalargli accanto.
«Pensavo che Pogacar andasse forte – dice – ma non così. Era una crono da spingere, serviva tanta potenza. Si vede che sta bene perché usa tanto la squadra, stanno sempre davanti. Per le pianure hanno Bjerg e Laengen, che forse sono pochi. Ma adesso iniziano le salite e voglio vedere quanti hanno gente come Rui Costa, Majka, Formolo e McNulty. Secondo me lo sanno che ha una super condizione e lo proteggono bene.
«Quelli della Ineos invece – prosegue – sembrano malconci. Thomas è caduto, Porte è rimasto chiuso da una caduta. Okay sono andati piano, ma in un grande Giro può succedere di tutto. Forse mi aspettavo di più da Carapaz, che nella crono in Svizzera era andato meglio. Fra i due blocchi vedo decisamente meglio quello di Pogacar. Oggi ha vinto, la maglia è rimasta a Van der Poel così lui non deve controllare la corsa. Bene così».
Da Roglic ad Alaphilippe
Chi invece malconcio lo è davvero è Primoz Roglic, che dalla caduta dell’altro giorno è uscito ferito e a vederlo in gruppo si capisce che soffra.
«Secondo me – conferma Cattaneo – vista la caduta che ha fatto, oggi ha volato. E’ stata una caduta potente, non banale. Ieri era tutto incerottato, quindi secondo me ha quasi limitato bene i danni. Invece c’è da capire la classifica di Alaphilippe. Credo che ormai voglia arrivare alle prime salite per capire come risponderà il suo fisico. Il primo giorno ha messo in mostra una gran gamba e quella non sparisce in tre giorni.
«Per esperienza so che in un grande Giro uno o due giorni di crisi capitano a tutti. Solo Armstrong per sette Tour non ne ha avuti e poi magari abbiamo anche scoperto il perché. E io credo che Julian possa ancora dire la sua».
In stanza con “Cav”
E per finire, prima di mandarlo a dormire, la domanda è spontanea sul perché sia finito in camera con Cavendish.
«Me lo hanno chiesto – risponde – e io non faccio problemi. Al di là del fatto che ieri abbia vinto, essere in camera con Cavendish al mio primo Tour era comunque un bel privilegio. Ieri poi non ha quasi chiuso occhio, ha faticato ad addormentarsi e io confermo che è stata una delle emozioni più forti da quando sono professionista. Non ci credeva neanche lui, ma credo che adesso abbia ritrovato la sua consapevolezza e possa rifarlo. Visto che volata? Io non me ne intendo tanto, ma cose così le puoi fare solo se hai classe e tanta forza».