Al Sazka Tour Filippo Zana non solo esordirà con la maglia di campione italiano, ma indosserà il numero uno. Lo scorso anno infatti vinse la breve corsa a tappe in Repubblica Ceca. Il corridore della Bardiani Csf Faizanè non corre dal giorno del tricolore ad Alberobello.
C’è grande entusiasmo e grande attesa nei suoi confronti. E l’attesa è anche quella che gli riserva la sua squadra futura, la BikeExchange-Jayco. Qualche giorno fa, parlando con il team manager della squadra australiana, Brent Copeland, è emerso che a credere nel suo arrivo sia stato Marco Pinotti, uno dei tecnici del suo team.
Occasione da cogliere
Filippo Zana e Marco Pinotti è un duo di lavoro che desta curiosità. Entrambi sono seri e hanno grandi ambizioni. Pinotti poi sa bene come trattare con i giovani. In ballo c’è il discorso della crono, della salita, delle corse a tappe…
«Sono contento di lavorare con Filippo Zana – dice Pinotti – non che sia stato proprio io a volerlo, ma quando Copeland mi ha detto che c’era la possibilità di prenderlo gli ho detto di farlo subito. Era un’opportunità da non perdere. Gli ho detto di sì, perché Filippo è un bel corridore. Insomma, non capita tutti i giorni di ritrovarsi tra le mani un atleta che si gioca il Tour de l’Avenir».
Pinotti dovrà sfruttare non solo le qualità tecniche dell’atleta veneto, ma anche il suo entusiasmo e la sua carica in virtù del grande salto nel WorldTour. Pensiamo ai training camp con il team, ai test in galleria del vento, all’esordio in molte gare importanti…
Tra crono e salita
Pinotti, da buon ingegnere e non solo preparatore, però non ha ancora un piano totalmente definito per Filippo Zana. Primo perché per il momento si è nel pieno della stagione e gli impegni sono tanti, e poi perché deve ancora parlare con il ragazzo faccia a faccia.
«Per Zana – spiega – immagino si lavorerà più per la salita che per la crono, visto che è più scalatore. Ma è presto per dirlo. Prima bisogna capire come sarà il prossimo Giro d’Italia. Potenzialmente Filippo è da grandi Giri, ma prima di stilare programmi, a breve e lungo termine, voglio parlare con lui. Non voglio ripetere l’errore fatto con Sobrero parlando di classifica per questa o quella corsa a tappe».
«L’idea del lavoro a crono c’è. E c’è di sicuro nel lungo periodo, ma dipenderà in primis dagli obiettivi: farà una grande corsa a tappe? Ci andrà con obiettivi di classifica? E se ci andrà quanta crono ci sarà? Per assurdo nei ritiri invernali se il percorso del Giro non dovesse prevedere troppi chilometri contro il tempo, potrebbe anche non portare la bici da crono. E al contrario se ce ne dovesse essere parecchia. E tanto più se avrà un certo ruolo».
L’arma dell’entusiasmo
Pinotti è sempre equilibrato. Non si sbilancia ed è giusto, per adesso. E’ giusto sia per lui che per il ragazzo. Però l’idea di uno Zana nel WorldTour, di un altro italiano in una squadra che al Giro ci tiene, che pensa alla classifica, non può che stuzzicarci.
Chiaro, questo non significa che il prossimo anno Zana sarà di certo il leader di questo team. E il tema del ruolo non è affatto secondario.
«Per me – riprende Pinotti – uno come Zana al Giro deve esserci, tanto più che ce lo ritroviamo con la maglia tricolore».
«Sono convinto che sia molto motivato, già solo per il livello di gare a cui prenderà parte. Si scontrerà con i più forti con costanza. Inizierà a confrontarsi ad un Catalunya o magari in una Parigi-Nizza, per cambiare rispetto alla Tirreno, o a un Paesi Baschi. Sono ipotesi…
«Queste corse possono farlo crescere e poi sarà soggetto a ricoprire più ruoli. Ci saranno delle volte in cui dovrà lavorare per altri, lo dico fuori dai denti. Ma avere ruoli definiti può aiutarlo nella sua crescita.
«Vedremo. Le valutazioni da fare sono tante. Il ragazzo va conosciuto di persona. Siamo contenti di averlo con noi».