Sono passati cinque giorni (di gara) fra l’ultima vittoria 2023 e la prima del 2024. Dalla tappa a La Cruz de Linares della Vuelta alla Figueira Champions Classic in Portogallo. E’ iniziato così il nuovo anno di Remco Evenepoel, in perfetta solitudine e a capo di 55 chilometri di fuga solitaria. Il perfetto testimonial per la corsa portoghese, giunta alla seconda edizione (nel 2023 vinse Casper Pedersen, ugualmente della Soudal-Quick Step), nella città che ambisce a imporsi fra le destinazioni turistiche del Portogallo.
Il sindaco è stato premier del Portogallo e non stava nella pelle. Remco è stato chiamato sul podio per quattro volte, in una celebrazione che, da attore consumato, ha reso ancora più plateale con una delle sue mimiche. Ha finto infatti di prendere il telefono dalla tasca posteriore della maglia e di parlare, riattaccando poco prima di tagliare il traguardo. Che vi piaccia o no, lui è fatto così.
Sul filo dei 60
Gambe fenomenali, questo ha pensato Tom Steels a bordo dell’ammiraglia. E siccome il finale di gara si svolgeva appunto in circuito, l’allenatore della Soudal-Quick Step si è tolto il gusto di prendere i tempi nei quattro chilometri finali del penultimo giro, il settore dell’attacco.
«Li ha completati in 4’20” – ha raccontato in seguito – il suo ritmo era sempre vicino ai 55-60 all’ora. Continuo a trovare affascinante che qualcuno possa andare in bicicletta così velocemente, anche se ormai siamo abituati a Remco».
Uno sguardo e via
Chissà se Remco si è abituato a Remco, forse non ancora. Non aveva nei piani di attaccare, ma si è accorto che dopo il gran lavoro di Pieter Serry, né Cattaneo né Landa avevano una grande condizione e il solo James Knoxx non sarebbe bastato a contenere le altre squadre. Così si è guardato intorno, ha soppesato il gruppo e ha deciso di andarsene.
«Non era previsto che partissi a due giri dalla fine – volevo piuttosto aspettare l’ultima salita, ma quando ho attaccato erano rimasti solo 20-25 corridori in gruppo ed erano tutti appesi a un filo. I miei compagni cominciavano ad avere difficoltà a mantenere il ritmo molto alto che avevamo impostato. Quindi sono partito, cercando di capire se ci fosse qualcuno intenzionato a venire via con me. Se mi sono divertito? Divertirsi è una parola grossa, ma è stato un bel modo di vincere restando da solo per un giro. Ho tenuto un buon ritmo in pianura, sono andato forte in salita e ho recuperato in discesa. In questo modo sono riuscito anche a difendermi dal vento».
Che li abbia sopravvalutati o abbia voluto minimizzare il suo attacco nel tratto più duro della salita, sta di fatto che né Del Toro né Hirschi sono riusciti a prendergli la ruota. Ha attaccato sulla principale asperità della giornata, la Rua Parque Florestal (un muro di 2,3 chilometri al 7,9 per cento con tratti al 16,5), e non l’hanno più visto.
La nuova posizione
Fra i motivi di interesse, salta all’occhio che la sua presa del manubrio sia notevolmente influenzata dalle nuove regole e dalle leve dei freni non più rivolte verso l’interno, che gli davano una penetrazione migliore.
«Le impugnature ora sono di nuovo diritte – ha fatto notare il freschissimo direttore sportivo Iljo Keisse – e questo è aerodinamicamente svantaggioso, ma non ho mai sentito Remco lamentarsene. E’ meno aerodinamico sulla bici, ma in proporzione conta più per gli avversari che per lui».
La sua stagione sarà impegnativa e Remco ha fatto capire di essere già pronto. Ha dichiarato di voler fare bene al Tour, ma che il vero obiettivo sia la doppia Olimpiade. Eppure con questa facilità di azione (il video su Instagram che mostra l’attacco è da vedere e rivedere per rendersi conto della sua forza) non ci sarà certo da escluderlo dalle corse a tappe e le classiche di qui a luglio. Forse davvero quest’anno assisteremo al duello con Pogacar sulle strade della Liegi e sarà qualcosa di maestoso.