Per Mareczko prove di treno e una vittoria nel sacco

17.03.2021
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Jakub Mareczko ha già ripagato in qualche modo la fiducia che la Vini Zabù ha riposto in lui. Il velocista nato in Polonia ha già messo nel sacco una vittoria, una vittoria che dà fiducia e morale. Ha alzato le braccia al cielo in quel Umag, in Croazia ai primi del mese.

Per carità siamo tutti consapevoli, “Kuba” per primo, che non stiamo parlando di una classica monumento, ma vincere di questi tempi non è mai facile.

Jakub Mareczko e la sua volata all’Umag Trophy
Jakub Mareczko e la sua volata all’Umag Trophy

Vittoria non scontata

«Esatto – dice Mareczko – corse facili non ce ne sono, tanto più in questo periodo in cui nessuno sa quanto ancora si può correre. Magari tra un mese è di nuovo tutto fermo. Alle gare vanno tutti agguerriti e ben preparati. Oggi non è come prima che molti andavano per fare la gamba.

«Siamo partiti bene, questo significa che la preparazione è stata buona. E’ stato un buon inizio per me e per la squadra, ma adesso bisogna alzare l’asticella e fare la stessa cosa in corse di maggiore spessore. Alla Tirreno c’erano Alaphilippe e tutti i campioni del ciclismo mondiale e vincere là ha un valore. Vincere una corsa come quella che ho conquistato io, che qualcuno ha definito di dilettanti, ne ha un altro ma comunque non è facile».

Mareczko (26 anni) è alla settima stagione da pro’
Mareczko (26 anni) è alla settima stagione da pro’

Prove di treno

Queste gare che comunque hanno visto al via molte professional, sono ideali per provare non solo la gamba, ma anche automatismi tecnico-tattici, vedi il treno.

I ragazzi di Luca Scinto, lo avevamo visto dal vivo in ritiro, ci avevano lavorato già quest’inverno. L’obiettivo è mettere Mareczko nelle migliori condizioni possibili. Per questo il diesse toscano aveva provato diversi uomini da affiancare a “Kuba”. E con le corse il tutto si sta affinando.

«Sì – conferma Jakub – in queste prime gare abbiamo fatto delle prove. Soprattutto con Gradek e Stacchiotti, ma sono curioso di vedere come andrà quando in gare di maggior livello incontreremo i treni veri. Per ora ci sono Gradek prima e Stacchiotti come ultimo uomo, con cui mi trovo molto bene, ma vogliamo vedere anche come può essere con Liam Bertazzo».

In effetti questa potrebbe davvero essere un’arma in più per Mareczko. Liam fa parte del quartetto azzurro e i “cavalli” di certo non gli mancano: potrebbe lanciarlo ad una velocità altissima. Il suo limite però sono le salite: i chili (di muscoli, sia chiaro) sono tanti.

«Bertazzo erano quasi due anni che non correva su strada – riprende Mareczko – e infatti Scinto lo sta facendo correre per fargli mettere chilometri e ritmo gara nelle gambe. Lui è fortissimo e su carta potrebbe essere il lanciatore migliore».

Mareczko e le salite

Ma come spesso abbiamo detto quando si è parlato di Mareczko, il punto delicato sono le salite. Le volate le sa fare, il problema semmai è arrivarci, specialmente oggi con i percorsi sempre più spesso vallonati.

«Il mio obiettivo – dice Jakub – è passare le salite e devo migliorami per questo, ma senza perdere spunto veloce. Come si fa? Con calma. Posso anche perdere peso velocemente e andare più forte in salita, ma poi perderei anche velocità. Con la mia muscolatura deve essere tutto molto graduale».

Il velocista della Zabù sta lavorando molto per la salita
Il velocista della Zabù sta lavorando molto per la salita

Potenza ponderata

E non è un caso che mentre parliamo con Mareczko, lui si trovi in palestra. Esercizi al mattino e bici al pomeriggio. Squat, pressa e altri esercizi per variare e mantenere sempre un certo tono muscolare.

«Io sono soddisfatto di questo inizio di stagione perché penso di aver iniziato in modo graduale. Non sono al top della forma ma sto crescendo come volevo. Adesso c’è da aumentare un po’, con i ritiri e le corse. Andrò in Toscana per la Per Sempre Alfredo e poi correrò alla Coppi e Bartali. E non è detto che più in là faremo anche un po’ di altura».

Un Mareczko così fa piacere sentirlo: maturità, dedizione e una gran voglia di misurarsi con i migliori sprinter del mondo. In ritiro lo avevamo visto “cattivo”, con le idee chiare su cosa volesse. Al Giro d’Italia avrà questa occasione e non se la vuol lasciar scappare.