Luca Scinto, Turchia 2017

Un bel lampo di Scinto prima delle Feste

18.12.2020
4 min
Salva

Luca Scinto sta cucendo la squadra per il 2021. Non è facile e probabilmente lo sarà sempre meno. Un po’ perché i giovani migliori ormai prendono altre direzioni, puntando dritti sul WorldTour costi quel che costi. E un po’ perché non è semplice ripartire dopo anni in cui s’è andati in giro agitando la bandiera di Visconti. Difficile dire se sia stata più singolare la voglia del siciliano di tornare sempre nella stessa squadra o quella della squadra di insistere sempre con lui. Le frizioni degli ultimi mesi suggeriscono che forse si è cercata una riconciliazione di troppo. Ma siccome in certe dispute è bene non infilarsi e siamo certi che Scinto a Visconti voglia (a suo modo) davvero bene, il discorso cambia strada e torna sul 2021 della Vini Zabù. La squadra deve ancora definire il marchio delle bici. E Luca, che è uomo di mondo e sa che una delle prime regole per stare in gruppo è dissimulare la fatica, prende in mano il discorso e mette Mareczko sulla parte più esposta della bandiera.

Jakub Mareczko, Guanxi Tour 2019
L’obiettivo per Mareczko è migliorare in salita per arrivare meglio alle volate
Jakub Mareczko, Guanxi Tour 2019
Mareczko, obiettivo migliorare in salita
Sarete tutti per lui?

Da Kuba ci aspettiamo che porti le vittorie. Chiaro che faremo un calendario professional, mentre per il resto siamo appesi agli inviti. Abbiamo gli stessi obblighi degli squadroni, ma non gli stessi diritti. Cominceremo dall’Argentina, poi andremo a Mallorca. Non sappiamo se andremo al Giro d’Italia e speriamo che Lang ci inviti al Polonia. Chiaro che una tappa al Giro con Mareczko sarebbe come fare bingo.

Pensi che sarete invitati?

Fammi pensare in grande, in questo momento non voglio tralasciare nemmeno una possibilità. E sempre in questo momento, se ci lasciano soli non fanno un favore al ciclismo italiano. E comunque, tornando all’inizio, non saremo solo per Mareczko. Credo molto in Simone Bevilacqua, che ha bisogno di integrarsi di più, ma ha qualità. C’è Stacchiotti. Credo in Gradek, che ha 30 anni e arriva dalla CCC. C’è Schneiter, che è stato 7° al piccolo Lombardia, è cresciuto con Hirschi e ha 22 anni. Stojnic ne ha 21. Dai giovani qualcosa si tira fuori…

Sei diverso dallo Scinto che motivava i corridori fino quasi a renderli nevrotici…

Non si può più fare il preparatore e il direttore insieme. E’ complicato e ci sono troppe responsabilità. Poi però, quando siamo insieme ad allenarci, lo stile Scinto viene fuori. E viene fuori anche in corsa. Per il resto sono più tranquillo e maturo. Mi hanno accusato di essere troppo protagonista, non c’è problema. Eccomi! Mi occupo del lato tecnico e della parte economica si occupa Citracca, come è giusto, dato che la società è sua.

Simone Bevilacqua, Tour de Langkawi 2019
Bevilacqua nel 2019 ha vinto una tappa a Langkawi. Miglior risultato 2020 il 7° agli italiani
Simone Bevilacqua, Tour de Langkawi 2019
Bevilacqua vittoria a Langkawi nel 2019
Dove è finito quello Scinto che si innamorava dei corridori e faceva chilometri e chilometri per seguirli?

C’è ancora, continuo ad aiutare i ragazzi che me lo chiedono. Però ho anche capito che i corridori non sono miei, bensì dei procuratori. E alla fine, se spingi per convincerli a fare qualcosa che al momento gli è scomodo, ti vedono come quello che gli va contro e fa l’interesse della squadra. Io sono amico loro, quando vogliono capirlo.

Le regole del ciclismo sono sempre le stesse?

Se qualcuno non le ha cambiate, direi di sì. Al corridore chiedo di allenarsi. Poi di tornare a casa, pranzare perché qualcuno gli fa trovare il pranzo. Riposarsi. Fare i massaggi. E pensare al giorno dopo. Ogni altra cosa è sottratta alla vita da atleta. Sarà uno schema antico, ma fino a prova contraria è l’unico che funziona e consente di avere carriere durature. Se invece ti alleni, salti il pranzo prendendo solo un po’ di proteine e poi il pomeriggio sei in giro e la sera a cena fuori, secondo me non funziona.

Mareczko e la salita.

L’obiettivo è che migliori. Sono in contatto con il Centro Mapei, con cui si prepara. Ho parlato con Massimo Induni che lo segue e gli ho detto che cosa vorrei e dove vorrei portarlo. Non ci credo che non possa migliorare e superare certe salitelle. Sono certo che mi darà ascolto.

Sembra in corso uno scontro fra tradizione e il nuovo che avanza…

L’anno scorso in Argentina, il direttore di una squadra WorldTour venne da me e disse che aveva visto i miei corridori allenarsi la mattina, prima della tappa che partiva alle 16. Gli ho risposto che eravamo giù per allenarci e mettere fieno in cascina per quando fossimo tornati in Europa. Per questo li avevo mandati a fare un paio d’ore. E lui mi ha guardato sbalordito, dicendo che se lo avesse proposto ai suoi, lo avrebbero preso per matto.

I tuoi ti hanno mai preso per matto?

Basta che mi prendano seriamente e che mi rispettino. Se un atleta vuole crederci, gli do il massimo. Perché sono convinto che il modo migliore perché alla fine si torni tutti a casa soddisfatti è lavorare come una squadra. Se ognuno tira dalla sua parte, si rompe il giocattolo. Perciò rimbocchiamoci le maniche. Il 17 gennaio si riparte dall’Argentina.