Pasqualon, il Giro con Milan è un messaggio al cittì

07.06.2023
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Andrea Pasqualon ha ripreso a pedalare dopo il Giro d’italia. Primi passi con calma e poi si tratterà di alzare sempre di più il ritmo, con la testa sui campionati italiani e poi quelli del mondo. Sempre che Bennati decida di portarlo. Di sicuro il corridore che da quest’anno è approdato alla Bahrain Victorious (in apertura al Giro con la figlia Joyel) ha cambiato marcia e sicurezza e questo non è passato inosservato, soprattutto nei giorni in cui si è preso Milan sulle spalle e o ha lanciato nelle sue volate.

Che cosa hai fatto dopo il Giro? Dove sei?

Sono in Italia, perché il campionato italiano sarà qua in Trentino. Tornerò ad Andorra appena dopo il tricolore. Finito il Giro sono andato a fare la kermesse di Pieve di Soligo e poi quella del martedì a San Daniele del Friuli. I corridori italiani della squadra c’erano tutti ed è stato bello, veramente molto ben organizzato. Ci hanno lavorato Enrico Bonsembiante e Alessandro Ballan e hanno fatto veramente un ottimo lavoro. C’era tanta gente, si respirava l’aria di festa, l’aria di fine Giro. Sono le kermesse che portano pubblico, portano i ragazzini e anche amore per il nostro sport. In pratica ho fatto il Giro più altre due tappe. 

Un Giro molto positivo per la Bahrain Victorious e per Pasqualon, salito spesso agli onori della cronaca
Un Giro molto positivo per la Bahrain Victorious e per Pasqualon, salito spesso agli onori della cronaca
E poi?

Poi da mercoledì ho fatto qualche giorno di riposo e ho ripreso un po’ con palestra e da ieri anche in bici, con la prima uscita dopo 5 giorni. Abbiamo voluto fare uno stacco fra il primo periodo e l’inizio del secondo.

L’anno scorso sognavi di andare al mondiale e alla fine rimanesti con un pugno di mosche.

E il sogno è rimasto lì. Io ci metterò nuovamente il massimo per arrivare pronto a quel periodo. Dopo i campionati italiani andrò sicuramente una settimana ad Andorra e poi con la squadra cercheremo di preparare la seconda parte di stagione. Se sarò nel gruppo del mondiale, farò il Polonia che servirà per mettere a posto la gamba. Penso sia la cosa giusta che potrebbe darmi il ritmo giusto.

Hai già avuto contatti con Bennati?

Ci siamo parlati. La possibilità c’è, però giustamente dovrò meritarla. Sono anni che voglio indossare la maglia azzurra in un mondiale, ma non è mai arrivata. Penso che quello di Glasgow sarà uno degli ultimi percorsi che mi si addice, anche perché ho già 35 anni. I prossimi mondiali saranno anche duri e quindi non sarà facile entrare nella selezione. Quest’anno invece con un percorso così tecnico, penso di poter fare un determinato lavoro. Limare, stare davanti e soprattutto proteggere un capitano. Potrei essere una pedina importante, quindi stiamo a vedere se ci sarà la possibilità di farlo.

Arrivato nel team come appoggio per Mohoric, già alla Sanremo Pasqualon ha mostrato grande determinazione
Arrivato nel team come appoggio per Mohoric, già alla Sanremo Pasqualon ha mostrato grande determinazione
A proposito del tuo ruolo, sei stato decisivo anche in squadra al Giro d’Italia.

E’ un ruolo sicuramente che mi si addice e che mi piace. In precedenza non avevo un corridore di riferimento, adesso invece con Jonathan Milan ho trovato un gran velocista. Abbiamo visto tutti cosa riesce a fare, perciò da inizio anno abbiamo cercato di creare il miglior feeling fra la mia testa e la sua potenza.

Ha funzionato?

Abbiamo raccolto una vittoria al Giro e poteva scapparci sicuramente qualcosa in più, visti i quattro secondi posti che sono arrivati. Non è stato facile, perché tante volte ci trovavamo solamente in due. La squadra era costruita soprattutto in ottica classifica, con Jack Haig e Damiano Caruso. Non abbiamo pensato di portare una squadra per Jonathan, come penso che invece accadrà nei prossimi anni. 

In effetti sei parso spesso da solo…

Tante volte dovevo anticipare, fare da me la parte del penultimo uomo e anche dell’ultimo. Invece nell’ultima tappa a Roma tutta la squadra ha lavorato per Milan, abbiamo fatto un lavoro eccezionale e io ho corso davvero da ultimo uomo. Purtroppo però, Jonathan aveva avuto problemi intestinali due giorni prima, quindi si è ritrovato con le gambe vuote e non ha sprintato.

Secondo te si è convinto di essere un velocista o lo sta capendo piano piano?

Si sta convincendo che può essere uno dei velocisti del futuro. Il fatto di essere caduto alla Gand-Wevelgem e aver lasciato il Nord gli ha permesso di arrivare al Giro con una condizione eccezionale, ha trovato il picco di forma al Giro d’Italia ed è stato fantastico. E alla fine è stato la rivelazione di tutti, ma io lo sapevo. Lo avevo già visto.

Al via della tappa delle Tre Cime di Lavaredo da Longarone, per Pasqualon la visita dei genitori Ennio e Carmen
Al via da Longarone, per Andrea Pasqualon la visita dei genitori Ennio e Carmen
Quando?

Nel ritiro in Spagna. Una volta uscivamo da una rotonda e abbiamo fatto una volata. E questo qui mi ha tolto di ruota restando seduto, mentre io ero in piedi. Mi sono guardato con Mohoric e ci siamo detti che non avevamo mai visto quella potenza. E io ho detto a Matej: «Questo qui sarà il nuovo Cancellara». Al Giro faceva di quelle rimonte… Partiva dalla dodicesima posizione e andava a vincere le tappe oppure arrivava secondo. Questo vuol dire avere una marcia in più.

Che rapporto si è creato fra voi?

Oltre che di lavoro, un rapporto di amicizia. Siamo sempre insieme da dicembre, dividiamo la camera. Abbiamo fatto tutto il Nord insieme e adesso il Giro d’Italia. Abbiamo creato veramente un legame che va oltre il lavoro. Per questo mi dispiace che Johnny se ne vada. Ci tenevo a lavorare ancora con lui per anni, però non è detto magari un domani ci ritroveremo.

Un’intesa perfetta che però a Caorle non c’è stata: tappa a Dainese, Milan secondo e tu settimo…

Purtroppo ci siamo fatti fregare nell’ultima curva, quando io pensavo di averla ruota e invece non c’era. E’ stato un po’ ostacolato da Gaviria all’ultima curva. Pensavo che comunque avesse come punto di riferimento me, così ho cercato di andare a destra per metterlo a ruota di Dainese. Infatti ai 300 metri sono a ruota di Alberto, invece Johnny ha fatto la volata per conto suo, mentre io sono arrivato settimo per non buttare il lavoro fatto per metterlo alla ruota giusta.

L’intesa con Milan è nata già dal Saudi Tour, con la prima vittoria 2023 del friulano
L’intesa con Milan è nata già dal Saudi Tour, con la prima vittoria 2023 del friulano
Ti capita mai di sentire la mancanza della Intermarché?

No, perché ho trovato un gruppo bellissimo anche qui in Bahrain. Mi hanno subito voluto bene e mi hanno dato un ruolo fondamentale all’interno del team, un ruolo che mi piace veramente. Tante volte sono quello che parla con l’ammiraglia, parla con i ragazzi e decide anche le tattiche. Un ruolo in cui sono cresciuto negli anni e che sto facendo al meglio.

Siete un bel gruppo.

Una grande squadra. Anche con i direttori sportivi ho trovato subito un gran feeling e poi anche con i corridori. Con Caruso, Buitrago e Jonathan abbiamo creato il gruppo più bello con cui abbia corso in questi ultimi anni. E i risultati l’hanno dimostrato.