Partito il Catalunya, antipasto di Giro e non solo. Parla Pozzovivo

25.03.2025
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Con la volata di ieri a Sant Feliu de Guixols vinta da Matthew Brennan si è aperta la Volta Ciclista a Catalunya, una delle corse più attese e anche più importanti. Quest’anno sette tappe per un totale di 1.182 chilometri e 19.122 metri di dislivello. E stavolta è ancora più attesa per chi aspira al Giro d’Italia visto che si sfidano Primoz Roglic e Juan Ayuso, probabilmente i due contendenti principali per la maglia rosa.

Per entrare meglio nei meandri di questa corsa, tanto particolare, secondo molti la più difficile insieme a Paesi Baschi e Delfinato per l’intensità con cui viene affrontata, ci siamo rivolti a Domenico Pozzovivo. L’esperto lucano, oltre ad avere una certa esperienza (anche) in questa gara, è stato l’ultimo italiano a salire sul podio: terzo nel 2015 e vincitore di una tappa (nella foto di apertura). Strategie, percorsi, salite, il duello Ayuso-Roglic, sentiamo il Pozzo nazionale!

La Catalunya è la regione di Barcellona. Si trova nel Nord Est della Spagna. Sette le tappe previste
La Catalunya è la regione di Barcellona. Si trova nel Nord Est della Spagna. Sette le tappe previste
Domenico, ecco dunque il Catalunya: che gara è? Pensando anche alla Parigi-Nizza, alla Tirreno Adriatico o ai Paesi Baschi, come si colloca?

In generale come starting list e come caratteristiche dei corridori che vengono schierati dalle squadre è una delle gare con meno peso al via. E per peso intendo proprio il peso medio dei corridori. Facendo la media del peso dei corridori partenti, al Catalunya e ai Paesi Baschi siamo al minimo dell’anno. Ci sono tante squadre che vanno senza velocista, addirittura. Di solito nelle squadre ci sono due passisti e un velocista per coprire le volate, ma al Catalunya capita spesso di avere zero velocisti e forse neanche un passista o comunque gente sopra gli 80 chili.

Anche ieri in effetti, nonostante un percorso veloce, c’è stato uno sprint anomalo con 23 atleti nel primo gruppo. Un drappello misto di sprinter e uomini di classifica…

Quest’anno ci sono un paio di occasioni per i velocisti puri, però la startlist è rimasta molto povera di sprinter, a parte Dainese, Groves e pochi altri. Questo rende la corsa meno scontata anche nelle tappe più facili. Non essendoci un blocco o tre-quattro squadre che vogliono tenere chiusa la corsa, tutto diventa più imprevedibile, anche in una tappa come quella di ieri, che tra l’altro era molto frastagliata nel finale.

Che tipo di percorsi ci sono in quella regione della Spagna? E in particolare come sono le salite della Catalunya?

A me piacevano molto perché le strade sono in perfette condizioni. In Catalunya è difficile trovare buche. Si pedala spesso su statali o strade ampie, anche gli arrivi in salita non sono su strade strette di montagna. Sono salite lunghe, con pendenze non impossibili. Per esempio, l’arrivo alla Molina è abbastanza in alto, e poco prima si arriva quasi a 2.000 metri (Coll de la Creueta, ndr) e il freddo può essere un fattore.

La vittoria di ieri di Matthew Brennan, una stoccata d finisseur
La vittoria di ieri di Matthew Brennan, una stoccata d finisseur
Anche l’arrivo al Montserrat, quarta tappa, è interessante…

La salita è molto costante, intorno al 7 per cento, lunga circa 7 chilometri. L’ultimo chilometro e mezzo è più facile: perfetta per Roglic. Lo scenario è spettacolare, con il monastero incastonato nella roccia. Questi arrivi fanno la differenza. Differenza nel ciclismo moderno, in cui i distacchi sono sempre contenuti.

Chiaro…

Poi c’è la salita di La Queralt, che arriva al termine di quella che considero la tappa regina, la sesta, nonostante quella di La Molina sia più lunga e con più dislivello. Qui ci sono scalate in successione. La salita di Queralt è lunga circa 8,5-9 chilometri con pendenza media del 7,5 per cento. Non è estrema, ma impegnativa, soprattutto nel contesto di una tappa che, come ho detto, ha un susseguirsi di salite.

E del circuito finale, con il Montjuic, cosa ci dici? Può fare selezione?

Può fare selezione se è preso forte sin dal primo dei suoi sei passaggi. Magari può anche rimescolare un po’ le carte nella generale, ma va preso di petto con la squadra, perché poi in discesa ci si ricompatta in qualche modo se davanti qualcuno non tira. Tutti pensano al Montjuic, ma il pezzo più duro si ha nella discesa. Si fa il giro dello stadio e poi c’è una svolta a destra. Da lì si fa uno strappo duro, spaccagambe davvero. Chi ha fatto il Catalunya se lo ricorda sicuro!

Il grande atteso Primoz Roglic. Lo sloveno ha già vinto il Catalunya nel 2023
Il grande atteso Primoz Roglic. Lo sloveno ha già vinto il Catalunya nel 2023
Queste, Domenico, sono le prime vere salite lunghe della stagione. Cosa cambia rispetto a quelle più brevi? Portano dati importanti ai fini della preparazione?

Sì, alla fine di questa gara probabilmente esci con qualche record stagionale sui minutaggi più lunghi. In allenamento è difficile spingerti oltre 30-40 minuti di sforzo intenso. Qui invece affronti salite che ti portano anche mezz’ora o più di sforzo continuo. Questo ti permette di capire eventuali carenze che hai su certi range di durata e intensità, dandoti indicazioni utili per il lavoro successivo.

Veniamo un po’ al parterre. Ci sono Quintana, Carapaz, Mas, Thomas… un ottimo livello, ma le due stelle, pensando anche al Giro, sono Ayuso e Roglic. Come affronteranno questa corsa? Si sfideranno già a viso aperto o si studieranno?

Visto il loro carattere e il loro modo di correre, Roglic probabilmente studierà l’avversario e cercherà di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, magari con un’azione all’arrivo o in volata. Ayuso invece lo vedo più intraprendente, più propenso a segnare il territorio e a dimostrare che sarà competitivo al massimo al Giro. Secondo me cercherà azioni più da lontano.

Il percorso, considerando le salite e l’assenza di velocisti, per chi ti sembra più adatto tra i due?

Lo vedo calibrato su Roglic. Ci sono due arrivi perfetti per lui: la Molina e il Montserrat. La Molina è una salita abbastanza regolare, con una discesina e poi l’ultimo chilometro che torna a tirare. Quando Roglic è in forma riesce a fare la differenza su questi tipi di arrivi perché sa dare un’altra sgasata quando è in asfissia. Anche il Montserrat, con le sue pendenze costanti e il finale più facile, è perfetto per le caratteristiche di Primoz.

Ayuso, affamato come sempre, vorrà vincere sulle strade di casa
Ayuso, affamato come sempre, vorrà vincere sulle strade di casa
Vedi altri protagonisti oltre a loro due?

Carapaz finora ha un po’ deluso, ma potrebbe aver carburato. Arrivando dal Sud America, spesso l’altitudine richiede tempo per ritrovare la miglior condizione. Poi c’è Landa, la costanza fatta persona e sicuramente sarà da top cinque e non è poco. Ma io sono curioso di vedere Giulio Pellizzari.

Perché?

E’ un ragazzo interessante. Ci ho corso insieme e so che ha numeri importanti, correrà in appoggio a Roglic ovviamente. Giulio deve avere pazienza, gestire il suo ruolo e salire di gerarchia con il tempo. Alla fine, quando hai talento, lo spazio lo trovi anche se sei in uno squadrone come la Red Bull-Bora.