La prima parte di stagione per Filippo Fiorelli si è chiusa con il campionato italiano in Toscana e quell’attacco sullo strappo di Monte Morello per ricucire il gap sul gruppo di testa. Ora il siciliano è tornato a casa per riposare e ricaricare le batterie in vista della seconda metà di stagione. Un 2024 che lo ha visto mutare, cambiare obiettivi e diventare un corridore d’attacco.
«Ora sono a casa – racconta – a Palermo per godermi quattro giorni di stacco totale, magari andrò al mare visto che è praticamente fuori dalla porta. Il tempo fino ad ora non è stato bellissimo, spero migliori prima di giovedì, giorno in cui tornerò ad allenarmi. Riprenderò con bici e palestra come fatto a inizio anno. Le gare sulle quali ho messo il cerchietto rosso saranno a inizio agosto, si parte con l’Arctict Race of Norway. Avevo già corso da quelle parti, nel 2021 quando mi sono ritirato dal Giro d’Italia, ma era un’altra corsa: il Giro di Norvegia».
Un nuovo Fiorelli
Ce lo aveva raccontato quest’inverno nel ritiro della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè di come l’obiettivo fosse quello di cambiare pelle. Nelle settimane successive il preparatore della squadra, Andrea Giorgi, ci aveva confermato il tutto spiegandoci il cambio di ritmo in allenamento.
«Mi sono accorto dei cambiamenti fatti durante tutta la prima parte di stagione – spiega Fiorelli – anche se nelle prime corse i risultati non erano stati come quelli degli anni scorsi. Poi però sono andato al Giro con ambizioni diverse, di attaccare da lontano. Se si guarda ai risultati il cambiamento non si vede, ma a livello di numeri la stagione è nettamente migliore rispetto agli anni precedenti. Ora mi muovo su percorsi nettamente più impegnativi, con salite che l’anno scorso mi avrebbero fatto male. Sono situazioni di corsa in cui anticipo i migliori e per questo a volte serve un briciolo di fortuna in più, però la stagione è andata bene. Ho avuto un piccolo intoppo nei primi mesi, nei quali ho sofferto di sinusite, ma abbiamo capito il problema e a fine anno mi opererò. Ci siamo accorti che ho il setto nasale leggermente deviato e questo provoca un’infiammazione alle vie respiratorie».
Volate? No grazie
Fiorelli non si lancia più negli sprint di gruppo, ora lo si vede in azione in tappe impegnative, come quella di Prati di Tivo al Giro d’Abruzzo. Oppure attacca da lontano, cercando la fuga, come accaduto al Giro d’Italia nelle prime tre tappe.
«Non aspetto più le volate – racconta – sono tornato a seguire le mie caratteristiche naturali. Non sono mai stato un velocista, ma aspettavo gli sprint perché in squadra non avevamo un velocista puro. Rimango un corridore con un buono spunto veloce, ma che sa andare forte su percorsi misti. All’ultimo Giro d’Italia abbiamo cambiato registro, nelle prime tre tappe sono entrato in altrettante fughe perché c’era l’occasione di prendere la maglia ciclamino. Alla fine ci sono riuscito ed è stato più gratificante che aspettare una volata per fare ottavo. Vero che nel 2023 a Roma ho fatto terzo, ma succede una volta ogni tanto e comunque non ho vinto. Tanto vale anticipare e provare a fregare i migliori».
Nuovo metodo
Il merito di questi miglioramenti va anche ad Andrea Giorgi, preparatore del team che ha aiutato Fiorelli in questa sua trasformazione.
«Ho cambiato proprio metodo di lavoro, non allenamento – dice – perché quello che faccio in bici non cambia. Ora però mi concentro su salite da 12 minuti, cosa che mi permette di rimanere con i migliori anche in percorsi davvero impegnativi. Al campionato italiano di domenica sono arrivato nono rimanendo con i migliori, anzi nella salita finale ho anche attaccato per chiudere il gap sui primi. Ero lì a 20 secondi, la differenza era poca, quindi penso che la strada intrapresa sia giusta. E’ solamente il primo anno che lavoro in questo modo, ci sono ancora margini di miglioramento, per arrivare a tenere più minuti in salita e con maggiore intensità. Quello che mi manca ora è il risultato pieno, a questo proposito la seconda parte di stagione è ricca di occasioni. L’attimo giusto arriverà, dovrò coglierlo».