Nizzolo e Trentin, italiani contro a Kuurne

27.02.2022
4 min
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Italiani protagonisti a Kuurne. Meno di ieri, anche per il percorso meno impegnativo, ma protagonisti e portatori di due diverse filosofie in corsa. Da una parte gli attaccanti, con Colbrelli e soprattutto Trentin, nono all’arrivo. Dall’altra Nizzolo, quinto, il cui impegno ha contribuito a rintuzzare il tentativo del Matteo nazionale. Se come ha raccontato anche Jakobsen, non si fossero mosse le tre squadre dei velocisti – Quick Step, Lotto Soudal e Israel – la fuga di Trentin sarebbe salita a un minuto e non l’avrebbero più ripresa.

Quella manovra sul Muur

Trentin ieri era furibondo. In qualche modo nel finale ha avuto la sensazione di essere rimasto da solo. E poi c’è stata quella manovra di Van Aert sul Muur che l’ha chiuso alle transenne, impedendogli di infilarsi per attaccare la discesa in testa.

Trentin ha provato ad attaccare, ma la fuga è stata rintuzzata
Trentin ha provato ad attaccare, ma la fuga è stata rintuzzata

«Se avessimo collaborato – dice secco, poggiato alla transenna – arrivavamo, punto. C’erano dei bei corridori davanti. Ma a un certo punto ho visto che il Bahrain aveva uno e non tirava. La Quick Step aveva uno e non tirava. E già lì ho cominciato a pensare: cosa faccio, mi porto Asgreen a spasso? Magari anche no. Ho provato due o tre volte a tirare via un gruppettino, ma non so come mai, a me venivano sempre addosso. Poi Laporte ha provato ed è andato via due volte e l’hanno guardato andar via. Quei tre sono stati forti, perché li abbiamo presi sotto la riga».

Soddisfatto a metà

In un video girato ieri alla partenza della Omloop Het Nieuwsblad, Matteo diceva che magari sarebbe arrivato il momento di vincere a sua volta dopo i centri dei suoi compagni. Perciò il bilancio di questo primo viaggio non può soddisfarlo appieno.

«Bilancio medio – dice infatti – oggi tutto sommato sono contento, perché per come è andata la gara, sono stato sempre dove dovevo essere. Se quel gruppo fosse arrivato, magari le possibilità erano di più. Nel momento in cui ci hanno preso, in volata sono venuto su da dietro, a destra e sinistra, transenne mica transenne. Potevo arrivare due posizioni più avanti, ma anche sette più indietro. Una volta che ci hanno preso, per la vittoria era andata. Però sono contento di come ho corso, di come ho reagito e impostato la volata. Sono riuscito a districarmi bene e questo è simbolo anche di una gran bella condizione. Se fossi stato finito, non ci sarei riuscito».

Dopo l’arrivo, Trentin ha salvato la giornata, ma non il risultato
Dopo l’arrivo, Trentin ha salvato la giornata, ma non il risultato

Il terzo sprint

Nizzolo è già sul bus e ha fatto la doccia, sfogliando la margherita per capire se essere soddisfatto o meno della prestazione.

«Era la terza volata dall’inizio dell’anno con la nuova squadra – dice – ho fatto due podi e un quinto posto, per cui le cose stanno andando bene. Anche oggi abbiamo corso nel modo giusto. Abbiamo reagito quando si doveva e sono abbastanza sicuro che se non ci fossimo mossi, i primi avrebbero guadagnato un bel minuto e non li avremmo più ripresi, perché erano gente tosta».

Divertente giochino prima del via: i corridori si presentavano fra loro. Ecco Nizzolo
Divertente giochino prima del via: i corridori si presentavano fra loro. Ecco Nizzolo

Rimonta pazzesca

Quando un velocista cambia squadra, non deve preoccuparsi solo di sé, sarebbe troppo facile. Deve anche creare l’accordo in squadra, comporre il treno o aiutare a farlo. E a sentirlo parlare, Nizzolo appare soddisfatto anche di questo aspetto.

«Sono contento della squadra – dice – anche se nel finale ci siamo un po’ disuniti. Ci siamo fatti un po’ prendere la mano, diciamo così. Ho iniziato la volata da dietro, se riguardate il video all’ultima curva sono attorno alla 35ª posizione. E quella rimonta mi ha svuotato le gambe. Al momento di aprire il gas per fare la volata, non ne avevo più. Le forze per ora sono quelle, ma i ragazzi hanno un bello spirito. Perciò adesso si tira un po’ il fiato. Poi Tirreno, Sanremo e si torna al Nord».

La Sanremo è il frutto proibito dei velocisti italiani e poi c’è quel podio dietro Van Aert alla Gand (secondo Nizzolo, terzo Trentin) che va assolutamente cancellato. C’è da scommettere che i due si troveranno presto nuovamente in corsa su schieramenti contrapposti. Entrambi classe 1989, entrambi abituati a prendersi le misure da una vita. Fra vittorie e grandi piazzamenti, la primavera dei nostri è iniziata in modo interessante.