Il giorno prima della Milano-Sanremo, il 15 marzo, in Belgio Luca Mozzato ha colto il suo primo successo stagionale. Una volata, quella del velocista veneto, che ha regolato clienti scomodi come Groenewegen, Thijssen, Consonni, De Lie e De Kleijn. Proprio alla luce di questo successo e all’opaca prestazione di Demare alla Classicissima, ci si potrebbe chiedere come mai l’Arkea-B&B Hotels non abbia puntato su Mozzato. La verità è che il corridore italiano ha trovato la sua dimensione in gare come la Bredene Koksijde Classic (la corsa vinta appunto il 15 marzo).
«Nel fare i programmi – ci spiega dall’hotel dove alloggia in vista degli impegni al Nord – si fanno delle scelte e si guardano pro e contro. La Sanremo ha un livello molto alto e io non davo la garanzia di stare davanti, con i primi. Mi piacerebbe provare un giorno, ma piuttosto che staccarsi sulla Cipressa o il Poggio forse è meglio andare in altre gare e vincere».
Rimpianti pochi, dunque?
Per un corridore italiano correre sempre lontano da casa non deve essere semplice, ma nel ciclismo bisogna fare i giusti calcoli e massimizzare le occasioni. D’altronde è meglio riuscire a cogliere maggiori risultati lontani dal territorio amico che sbattere contro un muro in casa.
«Se mi guardo alle spalle – dice ancora Mozzato – vincere è stato un bel premio e la scelta di saltare una corsa come la Sanremo la vivi a cuor leggero. Non ho corso una Classica Monumento, ma ho ottenuto un risultato importante. Avrei potuto anche non vincere, ma certe occasioni vanno sfruttate e colte. Ogni corridore è consapevole di dove può arrivare, io so che il mio livello è questo al momento. Andare alla Sanremo e sperare di arrivare nel primo gruppo sarebbe stato molto più difficile».
E’ un’analisi di “costi/benefici”…
Esatto. Poi non nascondo che mi piacerebbe provare un giorno a correre una gara come quella, ma non sai mai che può succedere. Le occasioni ci sono ovunque, solo che in gare come la Bredene Koksijde Classic sono più concrete. Non è un discorso solo mio, ma anche della squadra…
Spiegaci.
Avremmo potuto correre la Sanremo con sei corridori di punta, ma senza una garanzia di risultato. La scelta sensata era giocare tutte le carte su Demare, perché se fossero arrivati allo sprint avrebbe potuto dire la sua. La squadra era concentrata su di lui, l’unico “jolly” era Albanese.
Quindi tu saresti stato a disposizione di Demare?
Avrei fatto il gregario oppure avrei fatto la mia gara in parallelo, ma non garantisco che sarei andato né più forte e neppure più piano.
Hai trovato la tua dimensione al Nord…
Ripeto, in questo momento offro opportunità di piazzamento in gare di secondo e terzo livello. La squadra mi manda in determinate corse con la consapevolezza che posso dire la mia e che qualcosa, spesso, si porta a casa. Sono un corridore da Nord, per diverse ragioni.
Quali?
Sono adatto a correre sulle pietre, quindi nelle classiche e semi classiche mi trovo bene. Ho una buona resistenza e velocità, oltre al fatto che in gruppo mi muovo ottimamente. Fare un calendario italiano, cosa che mi farebbe anche piacere, mi precluderebbe tante occasioni. Se dovessi correre tra Italia e Francia per tutta la stagione avrei due o tre chance di vincere all’anno. Invece, correre al Nord ne offre di più.
Stare lontano da casa pesa? In termini umani?
Un pochino spiace sempre, correre vicini a casa, anche solo relativamente, sarebbe bello. I miei genitori potrebbero venire a vedermi, così come il mio fan club. Ad esempio avrei potuto fare Milano-Torino e poi Milano-Sanremo, ma non avrei dato garanzie di stare davanti. In quelle corse se arrivano 40 o 50 corridori a giocarsi la volata vuol dire avere Demare, quindi mi dovrei mettere a disposizione. Io stesso preferisco andare in gare dove non c’è un leader, ma dove posso impostare la mia volata.
Tra l’altro due giorni fa è arrivato un altro piazzamento a De Panne…
Ho fatto decimo, un buon risultato considerando che come gara è paragonabile a un mondiale per velocisti. Venerdì (oggi, ndr) c’è la E3 Saxo Classic e poi sabato la Gent-Wevelgem, la stagione delle Fiandre è aperta.
Cosa fai in hotel per ammazzare il tempo tra una corsa e l’altra?
Mi piace leggere, in particolar modo la sera. Sto lì una trentina di minuti e riposo la testa e gli occhi dal telefono. E’ una cosa che mi aiuta anche a dormire meglio. Ho appena iniziato un nuovo romanzo thriller, si chiama L’Ossessione. Questo genere di letture mi piacciono parecchio, partono lentamente e poi prendono vita man mano che vai avanti. Un po’ come le corse.