Milesi, il primo maestro. E il Conca tricolore da rilanciare

14.07.2025
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Fra il 2019 e il 2020, nell’allora Biesse-Arvedi che oggi è la Biesse-Carrera, Marco Milesi si trovò a guidare due spilungoni forti in salita nonostante la statura: Kevin Colleoni e Filippo Conca. Il secondo, soprattutto, aveva un rapporto di amore/odio con la bilancia perché essere magri quando si è alti 1,91 non è sempre semplice. Quando fu chiaro che il talento fosse pronto per affrontare il professionismo, alla fine del 2019 i due (che non avevano ancora un procuratore) firmarono entrambi un contratto con la Androni di Gianni Savio. Ma il sole non fece in tempo a tramontare su quella firma che i procuratori arrivarono e riscrissero il passaggio. Colleoni andò al Team Bike Exchange, attuale Jayco-AlUla, Conca alla Lotto.

«Era un contratto di due anni – ricorda Milesi – e io vedevo Filippo Conca meglio con Savio, perché sarebbe potuto crescere ancora. Soprattutto con i problemi fisici che ha avuto, avrebbe potuto fare come Cattaneo, che dopo la Lampre era andato all’Androni ed era tornato quello che era con me ai tempi della Trevigiani. Ci sono dei momenti che se trovi la squadra che ti permette di fare la gara, sei libero e non hai pressioni. Devi indovinarla, devi essere anche fortunato in quelle cose. Però tante volte si fidano più dell’imbeccata del procuratore, mentre io ho corso in Belgio e la Lotto non era un ambiente adatto. O ti fai rispettare subito, sennò si fa dura».

Oggi che Filippo è diventato campione italiano a capo del singolare passaggio allo Swatt Club, tornare da chi l’ha lanciato può essere il modo di rimettere in ordine i tasselli e capire quale potrebbe essere ora la traiettoria del fresco e inatteso tricolore. Milesi è al lavoro con la squadra preparando il Giro della Valle d’Aosta, che inizierà mercoledì. Dal prossimo anno saranno un vivaio per la Cofidis, pur mantenendo nome e sponsorizzazioni, ma di questo ci sarà tutto il tempo per parlare in seguito.

Filippo Conca, Giro del Belvedere, 2020
Nel 2020, Conca corre con la Biesse-Arvedi e conquista il quinto posto al Giro U23 vinto da Pidcock (photors.it)
Filippo Conca, Giro del Belvedere, 2020
Nel 2020, Conca corre con la Biesse-Arvedi e conquista il quinto posto al Giro U23 vinto da Pidcock (photors.it)
Hai continuato a sentire Conca anche in questi ultimi tempi difficili?

Lo sentivo spesso, lo vedevo anche alle gare. Sono sempre in contatto con i ragazzi e quando penso a lui, la mia idea è che non abbia mai trovato la sua dimensione. In qualche modo mi ci rivedo, siamo alti uguale e pesiamo uguale. Corridori grandi: corazzieri al servizio di un capitano, anche se lui un capitano per cui lavorare non l’ha mai avuto. Non nego che la sua vittoria mi abbia sorpreso.

Le squadre cercano vincenti e non corazzieri…

L’ho sempre detto. L’ho detto anche a Bramati (i due hanno corso insieme nei dilettanti, ndr), perché uno come Conca sarebbe stato da prendere per metterlo a tirare per i loro leader. Se hai un ruolo, riesci a rimanere a galla anche lassù. Invece per come correva, Filippo l’ho sempre visto un po’ spaesato.

Qualcuno ha pensato che non abbia avuto la grinta necessaria, Conca ha risposto che l’ha utilizzata tutta per rimettersi dagli infortuni.

E’ vero, come è vero che si fa fatica a guardare i piazzamenti e si pensa solo alle vittorie. Nel 2023, al primo anno con la Q36.5, Filippo era andato molto forte al campionato italiano, con un settimo posto. L’anno scorso è stato nono alla Coppa Agostoni. Da uno come lui non puoi aspettarti i risultati, ma di fatto non ha mai corso per un capitano che potesse vincere grazie al suo lavoro.

In questo ciclismo di corridori leggerissimi, il peso può essere stato un problema? Lui stesso ne parla spesso.

Può darsi anche quello, che sia stato un fattore. Di una cosa sono sicuro, Filippo ha tanti watt, la squadra in cui corre ora, neanche a farlo apposta, ha il nome giusto. Lui deve stare sempre dentro il peso e allora può sfruttare tutta la sua forza. Mi ricordo al Giro d’Italia U23 del 2020, quando fece quinto in classifica, saliva sul Mortirolo solo di forza. Spingeva in una maniera assurda. Era il suo punto forte e probabilmente il peso gli ha sempre dato un po’ di problemi.

Al Giro dei Paesi Baschi al quarto mese di professionismo. E’ il 2021, subito dopo Conca risulterà positivo al Covid
Al Giro dei Paesi Baschi al quarto mese di professionismo. E’ il 2021, subito dopo Conca risulterà positivo al Covid
Pensi che aver vinto il campionato italiano gli dia la motivazione per cambiare passo?

Secondo me sì. Ora ha visto dove può arrivare, il potenziale che ha. Ha capito che può vincere, come è successo negli anni che era con me. Nel 2019 andò bene, ma non benissimo. Poi quando ha iniziato ad andar forte, ad essere là davanti, si convinse dei suoi mezzi e andò bene tutto il 2020. Secondo me anche adesso, se si trova l’opportunità di una squadra, potrà fare bene, perché il suo potenziale è ancora tutto là. E poi sapete una cosa?

Che cosa?

Ha toccato il fondo e adesso sono guai. Sono ragazzi diversi, ma in qualche modo mi ricorda Finetto. Anche Mauro toccò il fondo, rischiò di smettere, ma da allora si mise ad andare forte e fece un’ottima seconda parte di carriera in Francia.

E’ già buono che non abbia pensato di smettere, no?

Ha avuto la forza di continuare. Anche quest’anno ha avuto due infortuni, però non ha mai smesso di crederci. E’ giusto che abbia la possibilità di riprovarci.