Milan rompe il ghiaccio nel deserto.

28.02.2021
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Al UAE Tour c’era il mondo! Con molte probabilità nessuna corsa in tutta la stagione vedrà al via tanti campioni tutti insieme. Ma tra questi grandissimi c’era un piccolo gigante,  Jonathan Milan. Piccolo perché è un ragazzo di 20 anni e gigante perché sfiora i due metri!

Dagli Emirati Arabi Uniti il corridore della Bahrain Victorious torna a casa con la valigia dell’esperienza che inizia a riempirsi. Salite, ventagli, dinamiche di gruppo… Milan è partito subito “dall’università”. Ma dall’inferno delle dune non esce sconfitto, anzi. La sua voglia come vedremo è più alta che mai.

Era la prima volta che vedeva il deserto e il friulano ammette che avrebbe avuto piacere di poter fare un po’ di più il “turista”, ma bisognava rispettare la bolla.

Per Milan era prima la volta nel deserto. Impressioni ottime!
Per Milan era prima la volta nel deserto. Impressioni ottime!
Jonathan hai esordito nel WorldTour, qual è stata la tua impressione in generale?

Dovevo esordire alla Valenciana ma è stata cancellata e mi hanno portato qui. Che dire, bene! La mia prima impressione è stata quella di trovare subito altri ritmi. Un diverso modo di correre. Ovviamente qua nel WorldTour si deve stare molto più attenti a non sprecare energie e conta molto la posizione nel gruppo. Quando muoverti, come muoverti. Devi stare attento a molte più cose rispetto agli under 23.

Cosa e chi ti ha colpito di più, visto che c’erano tantissimi campioni?

E’ un argomento molto ampio! Come ho detto prima mi ha colpito non tanto una persona in particolare, ma il gruppo in generale. Come si muove, come si muovono le squadre. Il tatticismo dei team nei momenti importanti.

Il friulano è al primo anno nel WorldTour. Compirà 21 anni ad ottobre
Il friulano è al primo anno nel WorldTour. Compirà 21 anni ad ottobre
Che tipo di lavoro hai dovuto svolgere?

Apro una parentesi, ero qui per vedere a che livello fossi, per fare esperienza e anche per aiutare la squadra. In merito all’esperienza, la crono è stata un bel banco di prova. Per il resto ho fatto il gregario. Ho portato le borracce, ho aiutato Damiano (Caruso, ndr) a stare davanti. E devo dire che mi sono divertito. Ho trovato una bella squadra. Sto bene e quando è così la fatica si dimezza!

Nella tappa iniziale con tutto quel vento come ti sei trovato?

Eh… (sospira e poi ride, ndr). E’ stato un’inizio a dir poco impegnativo! Si era visto che c’era tanto vento. Era una gara piatta, ma i ventagli l’hanno resa dura. Il pronti via è stato allucinante. Si è capito subito l’andazzo. Pancia a terra e pedalare. Mi aspettavo una partenza più tranquilla, più regolare con la fuga che prende il largo… Però è servito a prendere le misure. La difficoltà è stata tenere duro, arrivare in fondo è stato difficile, ma ci sono riuscito.

Cronometro: come è andata? Pensavi di essere più vicino a Ganna?

E’ andata abbastanza bene. Non ci aspettavamo questo risultato ma qualcosa in più, lo ammetto. Ma la squadra non mi aveva messo pressioni. E’ stato un passaggio da cui prendere spunto. Okay, attualmente siamo qui: dove si può migliorare? E’ stato positivo e importante, il team crede molto in me per le crono. 

Nella frazione a crono Milan ha chiuso a 57″ da Ganna
Nella frazione a crono Milan ha chiuso a 57″ da Ganna
E della salita cosa ci dici?

Anche qui non dovevo fare lavori particolari, anche perché non ho il fisico di uno scalatore! Magari mi difendo in quelle più brevi. Ma al UAE Tour erano tutte salite lunghe. La prima era di dieci chilometri e la seconda di quasi venti, per giunta su strade larghe. Venerdì era più leggera, circa un 5-6%, e l’ho tenuta meglio. Sono andato su tranquillo e nel finale di gara si è fatto gruppetto. Il mio lavoro si era già svolto prima della salita, quando ho aiutato i compagni a tenere le prime posizioni.

Adesso quali gare farai?

Ancora non lo so, ma spero di farne il più possibile!