Fausto Masnada è a Sierra Nevada in questa sua dimensione di asceta delle alte vette, che prima del Catalunya lo ha visto per due settimane sul Teide. Questa volta è in compagnia di Almeida ed Evenepoel, per l’ultimo blocco di lavoro che li porterà al Romandia e poi al Giro d’Italia (i tre sono insieme nella foto di apertura). Ma Remco non li seguirà nella corsa svizzera: il belga per volere della squadra debutterà direttamente al Giro d’Italia. La sua ultima apparizione fu il disastroso Lombardia dell’infortunio, la ripresa sarà la corsa rosa. Vedremo alla fine dei giochi se la scelta, indubbiamente insolita, avrà dato i frutti desiderati.
Magrissimo come da quando è passato alla Deceuninck-Quick Step, il bergamasco negli ultimi mesi è cresciuto di livello in modo consistente, ma avendo fatto la scelta d’esser gregario non potremo vederlo ad esempio alla Liegi che tanto gli si addice.
Come stai Fausto?
Bene, siamo arrivati da poco a Sierra Nevada e fa un po’ più freddo che sul Teide. Scendiamo in macchina tutte le mattine verso Granada, perché in alto ci sono 3 gradi, ci alleniamo sotto e poi torniamo su. Ieri siamo risaliti in bici per la prima volta, ma ho idea che nei prossimi giorni sarà sempre così. E’ l’ultimo blocco prima del Giro, c’è da farlo bene.
Al Giro avrai la stessa veste dello scorso anno?
Sicuramente, avendo in squadra Remco e Almeida. Non è detto che non possa giocarmi una tappa, se capiterà l’occasione.
Siete soltanto voi tre a Sierra Nevada?
Noi, il preparatore e il massaggiatore. Siamo amici, si cerca di andare d’accordo. A volte si discute per questioni legate all’allenamento, ma sono cose che si superano. Hanno entrambi voglia di dimostrare qualcosa.
Cosa pensi di Remco che rientrerà… a secco al Giro?
Non discuto i piani della squadra, ma qui a Sierra Nevada lo sto vedendo veramente in forma, come mai prima. Noi corridori esprimiamo le nostre preferenze, ma la scelta finale non è nostra. Lui è una macchina da guerra, correrebbe sempre. Ma sta facendo lo stesso un ottimo avvicinamento e il Giro è lungo, si valuterà alla fine.
Almeida come sta? E’ passato dal partecipare al Giro 2020 quasi per caso a diventare oggetto di mercato…
Sicuramente è un giovane talento. Non è mai uscito dai 10 nelle corse cui ha partecipato e questo significa essere ad alto livello. Al Catalunya era stanco, per cui ha staccato e adesso ha iniziato a costruire la condizione per il Giro. Ci arriva super motivato, ma probabilmente sentirà la pressione.
E tu in mezzo a loro due?
Io cerco di allenarmi al massimo per essere utile a tutti e due, di più non posso fare. Passo più tempo con loro che con la mia ragazza e la mia famiglia, non è sempre facile. Ho il mio carattere, ma bisogna cercare di andare d’accordo.
Anche perché non sempre ti trattano con i guanti. Al Catalunya abbiamo visto Almeida gesticolare in modo un po’ troppo plateale per chiamarti…
Joao fuori dalla corsa è sereno e con lui si scherza, ma in corsa si fa prendere dall’enfasi e dall’adrenalina. E’ successo due volte. Nella tappa di Madonna di Campiglio al Giro e ora al Catalunya. Non è bello vederlo gesticolare in televisione e non è bello neanche per me. So quale lavoro devo fare, ma a volte non si hanno le gambe. Sono ragazzi giovani e forti e non si rendono conto e a volte si innervosiscono.
Remco è fatto allo stesso modo?
Sapete che con lui non ho mai corso ancora? Non lo so, non so di come segua le strategie e come si comporti con i compagni. Dicono i compagni che sa cosa vuole e pretende che la squadra faccia il massimo, come è normale. In un team ben organizzato, ognuno ha il suo ruolo e deve svolgerlo al meglio.
Non ti manca poter lottare per le tue chance?
Adesso è così e so di non essere all’altezza di un podio in un grande Giro. Perciò continuo a lavorare seguendo le strategie di squadra, trovando soddisfazione personale nell’essere stato di aiuto per un buon risultato. Però è vero che ci sono le classiche che ho tralasciato per preparare le corse a tappe. In futuro mi piacerebbe andare a una Liegi, che come il Lombardia mi si addice.
Allargando il discorso, cosa pensi della carriera del tuo amico Ciccone, con cui hai corso alla Colpack?
Cicco ha grandi potenzialità, ma deve migliorare sotto certi aspetti per puntare a una classifica. E’ difficile fare il leader e non so quale sarà il suo ruolo al Giro. Però sarà capitano alla Vuelta e dovrà lavorare tanto per la crono. Un po’ mi vedo in lui. E’ arrivato al suo livello gradualmente. Ed entrambi possiamo crescere.