L’altro Martinez, un falco sul Giro d’Italia

29.02.2024
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In questo 2024 è stato l’unico ad essere riuscito a battere Remco Evenepoel. Parliamo di Daniel “Dani” Martinez, fresco acquisto della Bora-Hansgrohe. Per ben due volte le ha date sui denti al fuoriclasse belga. Due legnate in altrettanti finali in salita, dandogli anche qualche piccolo secondo di distacco, non solo quindi con uno sprint più rapido. Ma quel che più conta è che in precedenza Martinez non si era fatto staccare da Evenepoel.

Il colombiano sarà una delle punte del team tedesco al Giro d’Italia e dopo queste prestazioni i riflettori saranno accesi anche su di lui in altro modo. Magari dopo averle date a Remco, potrebbe riservare qualche sorpresina anche a Pogacar.

L’immagine simbolo di Martinez sin qui, era quella al fianco di Bernal nel giorno di Sega di Ala al Giro 2021, quando incitava il suo capitano oltre a scandirgli il passo sulla terribile salita veronese.

Enrico Gasparotto si è ritrovato così un altro campione in squadra. Non solo Primoz Roglic. Con il diesse friulano/svizzero della Bora-Hansgrohe abbiamo fatto un punto della situazione relativo proprio a Martinez.

Daniel Martinez (classe 1996) è alto 172 cm per 62 chili. Ottimo scalatore, è anche un discreto cronoman: ha vinto il titolo nazionale
Martinez (classe 1996) è alto 172 cm per 62 chili. Ottimo scalatore, è anche un discreto cronoman: ha vinto il titolo nazionale
Enrico, insomma un bel colpo in Algarve…

Direi che Martinez va veramente forte e lo ha dimostrato sul campo. Queste in Europa erano le prime gare che faceva con noi. Aveva preso parte ai campionati colombiani doveva aveva aiutato Sergio (Higuita, ndr) a vincere.

Sembrava più avanti di condizione.

Ha ripreso ad ottobre, in quanto in precedenza stava recuperando dall’infortunio. Si era rotto la mano. Poi è rimasto sempre a casa. Anche per questo si era ben riposato e così ha iniziato prima, era in condizione per i campionati nazionali e per questa prima parte di stagione. Ha passato un buon inverno.

Tra l’altro stando a casa, faceva anche altura… Tu, Enrico, quando lo hai visto la prima volta?

L’ho visto solo nel camp di dicembre. A gennaio i colombiani sono rimasti a casa, appunto in altura. Credo poi sia bello anche per lui passare dei momenti nelle sue terre. Tra la sua gente. Ho trovato un ragazzo solido, con tanta grinta, bravo e che sa leggere la corsa. Dani si sa muovere bene nel finale.

Martinez è approdato quest’anno alla Bora-Hansgrohe. Subito ottimo il feeling coi compagni
Martinez è approdato quest’anno alla Bora-Hansgrohe. Subito ottimo il feeling coi compagni
Cosa ti ha colpito di questo ragazzo?

Una cosa che mi ha sempre colpito di Dani è che nonostante le sue qualità da vincente, sa lavorare bene per i compagni. Non tutti hanno questa dote. O quantomeno non è così scontata. E’ stato fantastico vederlo coi compagni a Murcia, Almeria… le primissime corse in Bora-Hansgrohe. In questi anni che l’ho seguito, mi è sembrato che sapesse toccare bene il limite e andare oltre. E poi è veloce nei finali.

Ora quale sarà il suo calendario?

Farà la Strade Bianche e valutiamo la Tirreno (che ormai sembra cosa certa: è nelle liste, ndr). Poi vediamo, ma credo tornerà a casa in Colombia a prepararsi.

Abbiamo visto che è selezionato per il Giro d’Italia?

Quello è l’obiettivo dal primo giorno in cui è arrivato da noi. Non abbiamo mai avuto l’intenzione di portarlo al Tour con Vlasov, Hindley e Roglic perché Martinez può fare bene al Giro. Per Dani appunto e per Kamna è una grande opportunità.

Però, decisi! E come state pianificando la missione rosa?

Abbiamo già fissato delle ricognizioni in occasione della Strade Bianche per visionare la tappa degli sterrati e nel periodo intorno alla Tirreno andremo a vedere altre tappe. Ottimizziamo la sua permanenza in Europa. E anche io non sono certo stato fermo in questi mesi. 

Qui, il primo dei due trionfi in Algarve davanti a Remco
Qui, il primo dei due trionfi in Algarve davanti a Remco
Come lo hai visto nei panni del leader? In fin dei conti lui è sempre stato più gregario che capitano…

Alla Ineos Grenadiers erano tanti galletti e nonostante ciò in qualche occasione ha avuto il suo spazio. Lavorando per loro ha certamente imparato molto e a sua volta può insegnare agli altri che dovranno aiutarlo. Poi le qualità del leader alla fine te le danno i risultati che ottieni su strada, quando riesci a concludere il lavoro del team. Come è successo in Algarve.

I fatti contano più di tutto…

Tornavo giusto da questa corsa, l’Algarve, con Pippo (Ganna, ndr) e in aereo lui mi diceva che le tappe dure in particolare (quelle che ha vinto Martinez, ndr) sono state affrontare con intensità, ritmi e tattiche da Tour. E noi della Bora-Hansgrohe le abbiamo prese di petto. Dani era la punta, non è stato semplice, ma ci siamo riusciti. Per me dunque quello del capitano non era un ruolo del tutto nuovo per lui.

Enrico, abbiamo visto che Martinez è già in forma, ma per arrivare al Giro è ancora lunga. Avete previsto due picchi di condizione? O sarà un crescendo costante?

Fra un po’ tornerà in Colombia e lì si preparerà bene. Dani è molto bravo ad allenarsi a casa. Ha dimostrato di saper entrare facilmente in condizione. Meglio essere freschi e non correre troppo. E lo testimonia il fatto che abbia battuto proprio Remco senza troppe gare.