Il Gp Alanya è una corsa 1.2, vale a dire un’internazionale come fra poco in Veneto ci sarà la Popolarissima. Il campo partenti dell’edizione 2022 vedeva una serie di nazionali, un paio di devo team e squadre under 23 fra cui la Bardiani-CSF-Faizanè. E proprio da questo gruppo così eterogeneo, sabato scorso è schizzato fuori Alessio Martinelli, ventenne della squadra di Reverberi, guidata in Turchia da Mirko Rossato. Il valtellinese ha battuto in volata il gruppetto dei quattro con cui si era involato. Fra loro anche Alessandro Tonelli, che con i suoi attacchi prima ha decimato il gruppo degli attaccanti e poi si è messo a disposizione del compagno.
«E’ sempre emozionante – racconta stamattina alla partenza da Kemer della seconda tappa del Tour of Antalya – soprattutto perché era da un bel po’ che non vincevo. Tornare alla vittoria alla seconda gara con questa maglia è stata un’emozione fantastica, sia per me, sia per la squadra. Perché mi fa pensare che per loro darmi fiducia sia stata una scelta giusta. E mi piace ripagare la loro fiducia con degli ottimi risultati.
Due anni in bianco
L’ultima vittoria fu infatti al Giro della Lunigiana del 2019 (che precedette l’argento ai mondiali di Harrogate), quando batté Piccolo sul traguardo della terza tappa.
«Da juniores di secondo anno – esatto – nel 2020 non ho praticamente corso dalla caduta (Martinelli cadde in allenamento nella discesa di Cancano e fu trasportato in elisoccorso all’ospedale di Brescia, ndr), l’anno scorso non ce l’ho fatta a vincerne nemmeno una, quindi sono più di due anni…».
Come è stato il primo inverno Bardiani?
Un inverno diverso dagli altri. Ho iniziato molto prima ad andare in bicicletta, però sempre sulle stesse linee. Molta forza, molti allenamenti al medio e soglia, ma non ho mai esagerato, infatti non ho tantissimi chilometri. Poi c’è stato un rallentamento per il Covid, per cui ho dovuto fare una settimana di stop, da cui ho ripreso bene. E iniziare così è stato anche un colpo di fiducia verso il mio allenatore, che mi segue da quattro anni. Diciamo che mi conosce bene.
Di chi si tratta?
Di Omar Beltran. Era venuto con me un anno in Colpack, poi ha deciso di non proseguire con loro, ma segue me da quando ero junior di primo anno. Abbiamo instaurato un bel feeling e una bella relazione.
Quindi i carichi di lavoro non sono aumentati di tanto?
In confronto a un under 23 non tanto, poi sicuramente aumenteranno durante la stagione. Non si corre tutte le domeniche, quindi si possono anche programmare dei periodi di carico e di scarico, in modo che ci sia un crescendo di chilometri ma senza esagerare. Ho 20 anni e se voglio continuare a migliorare devo fare più chilometri anno dopo anno. Sicuramente non ne farò già 40.000 quest’anno e sarà già tantissimo se raggiungerò i 30.
Un passo per volta?
Crescere gradualmente. Quest’anno ne compirò 21, il mio obiettivo è arrivare fra i 23 e i 25 anni dove avrò il mio massimo della forma, il massimo di sportività. Però sicuramente vorrei anche ottenere degli ottimi risultati anche in queste stagioni, grazie al progetto dei giovani iniziato dalla Bardiani. Posso continuare a correre con gli under 23, quindi partire con l’obiettivo della vittoria. Quest’anno l’obiettivo nostro principale del team e mio in particolare è il Giro d’Italia U23. Ho saputo che c’è una tappa vicino casa mia. Ovviamente faremo anche qualche gara con i professionisti, dove sarà più difficile fare risultato, ma si può provare a tenere e imparare qualcosa da loro.
La vittoria è più importante per il buon umore o per la fiducia?
Bisogna sempre credere in se stessi per raggiungere la vittoria. Bisogna essere consapevoli di quello che si è fatto, ma è anche questione di fortuna. Quando sei in gara, deve andare tutto nel modo e nel verso giusto. Ci ho messo tanto a riprendermi dalla caduta e ora posso dire che mi sto riprendendo al 100 per cento.