Il giorno dopo, rileggendo le immagini della crono olimpica e degli ordini di arrivo, ancora con Malori tiriamo le somme e cerchiamo fra i dettagli. L’ultima giornata olimpica su strada ci insegna qualcosa? Iniziamo immancabilmente da quella macchina da guerra slovena di nome Primoz Roglic.
«Mi piace da matti – dice Malo – perché cade, si rimbocca le maniche, torna e vince. Lo aveva fatto l’anno scorso dopo la batosta del Tour e lo ha rifatto quest’anno. Gli sloveni hanno un carattere diverso da tutti gli altri, ricordo anche quelli con cui ho corso alla Lampre. Se una corsa va male, loro pensano subito alla successiva. Se mi fosse successo come lui al Tour del 2020, sarei stato per un mese a prendermela col mondo, invece lui è ripartito, ha fatto un gran mondiale, ha vinto la Liegi e poi la Vuelta. Lo stesso Pogacar, che ha vinto il primo Tour al penultimo giorno, non ve lo sareste immaginato esultare come un matto? Invece zitto e buono. Anche quest’anno: secondo Tour e giusto qualche sorriso. Roglic uguale. Gli hanno fatto quella bella… torta alla Parigi-Nizza (il riferimento è al fatto che il gruppo gli avrebbe fatto pagare la vittoria non concessa a Mader, lasciando che perdesse la corsa nella tappa del giorno dopo, ndr). Lui zitto è ripartito e ha vinto i Paesi Baschi. Poi è caduto al Tour. Zitto e ha vinto le Olimpiadi a cronometro. Lo ripeto, mi piace da matti…».
La crono, appunto…
Pensavo risultasse più facile. Come a Rio, che sembrava dura, ma alla fine vinse comunque uno specialista come Cancellara. La regia ha lavorato malissimo facendoci vedere solo la salita dell’intertempo, ma i punti duri erano dovunque. Sennò non veniva fuori solo una media di 48. E qui secondo me va fatta notare una cosa interessante.
Quale?
Ricordate il discorso già fatto per Van Aert sul tempo giusto per arrivare in Giappone? Dicemmo che le soluzioni erano due. Arrivare due settimane prima per acclimatarsi sul serio, oppure andare all’ultimo momento e correre, come hanno fatto quelli del Tour, senza che il corpo percepisse lo stravolgimento del nuovo ambiente. Non è stato per caso che nella prova su strada i primi 8 venivano tutti dalla Francia, tre giorni prima. Ieri invece dei primi 5 solo Kung ha fatto il Tour.
Che cosa significa?
E’ successo quello che dicevamo. Sono arrivati dal Tour facendo il viaggio la sera stessa e senza recuperare. Hanno corso, andando forte. Poi hanno iniziato a risentire del cambio di ambiente e la corsa in linea ha fatto traboccare il vaso. La conferma è Van Aert. Come è possibile che volasse su strada e ieri non andasse avanti? Roglic invece non correva dalla prima settimana del Tour. Dennis e Dumoulin dal Giro di Svizzera. Si sono allenati bene ed ecco il risultato.
Però hanno corso anche loro su strada…
Senza i fuorigiri degli altri, di Van Aert ad esempio. Il confronto insegna. Roglic dopo il Tour avrà preso la bici da crono e pensato solo a questo giorno. Ha usato la corsa in linea, come dicono gli spagnoli, per togliere il catrame dal motore. Ed è arrivato perfetto alla crono.
A noi sembra, visto il percorso, che Ganna abbia fatto una buonissima crono.
Sono d’accordo. Viste le strade è arrivato a due secondi dalla medaglia dietro gente che in salita è molto più forte di lui. Non dimentichiamo che Pippo pesa più di 80 chili e Tokyo non era Imola. Se la crono fosse stata veloce, allora accostare la preparazione su pista sarebbe stato possibile. Perciò credo che Ganna abbia una grandissima condizione e in pista se la squadra sarà all’altezza, potrebbe guidarci a un oro storico nel quartetto.
Ti sei accorto però che rispetto al solito continuava a scivolare sulla sella?
Molto strano, stavo per dirlo io. L’ho visto tanto scomposto, mentre di solito è da manuale del cronoman ed è lui che insegna agli altri. Non trovava il ritmo, era irregolare. Il fatto di spostarti sulla sella, se la posizione che hai è perfetta come la sua, è la spia del fatto che non ti senti al top. Ti sposti cercando gli angoli migliori, ti scomponi. Quando stai bene invece, trovi rapporto e posizione. Secondo me Pippo ha capito subito di non avere le gambe per vincere. E a maggior ragione ha fatto una super crono. C’erano giorni in cui non ero in condizione e mi sembrava di avere la sella troppo bassa, ma nessuno ovviamente l’aveva toccata.
A questo punto in pista avrà condizione e… rabbia?
Con un Ganna così, per quanto gli gireranno le scatole, l’oro nell’inseguimento potrebbe essere a portata di mano. Al tricolore di Faenza (quarto a 12 secondi dal podio, ndr) non si è arrabbiato più di tanto, perché sapeva di aver lavorato per questi giorni. Ma qui, da campione del mondo in carica, aver mancato la medaglia per meno di due secondi ti fa arrabbiare, eccome. Posso dire un’altra cosa?
Prego.
Hanno stufato con queste crono, che sono cronoscalate. Posso capire durante un Tour, con Pogacar contro Roglic, ma nelle gare titolate, almeno una crono veloce vorranno metterla?
Cosa dici dei crampi di Izagirre?
Che il corpo a un certo punto non ce la fa più. Spingi il muscolo troppo in là e lui ti presenta il conto. L’esperienza insegna. Come Bettiol. Non a caso, due come Carapaz e Uran, abituati a gestirsi nei viaggi intercontinentali, se la sono cavata decisamente bene. Roglic ha fatto una grande crono, ma pensando alla strada, anche se da italiano non dovrei dirlo, ha vinto quello che se la meritava di più.