Maestro e leader in corsa, ecco la GW Shimano di Restrepo

22.04.2023
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Dopo la vittoria al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Jhonatan Restrepo aveva tanta voglia di raccontare. Di esprimere non solo la sua soddisfazione, ma quel che il successo ha significato non solo per lui ma per la squadra, quella GW Shimano-Sidermec completamente ristrutturata anche per forza maggiore. Per Gianni Savio, il suo manager era stato il più bel regalo per i suoi 75 anni, a dir la verità solo per l’anagrafe perché lo spirito non ha nulla da invidiare a quello dei manager più giovani, né la voglia di mettersi ancora in gioco e costruire il futuro.

Restrepo, uno di coloro che sono rimasti dopo la lunga esperienza alla Androni Giocattoli, è non solo una delle punte della squadra, ma anche uno di quelli a cui si chiede di portare a casa risultati e lui, grazie all’esperienza maturata già dal 2015 nelle corse italiane ed europee, ha subito risposto presente.

«E’ stata una gara dove ho subito sentito buone sensazioni – racconta il colombiano nel suo italiano fluente – la Eolo Kometa ha tenuto le redini della corsa perché volevano che partisse la fuga giusta. Quando ciò è avvenuto, con 11 corridori dentro di cui 3 della Green Project Bardiani, io c’ero. Le gambe rispondevano, me la volevo giocare, per questo ho anche risposto a più attacchi e alla fine nella volata ristretta l’ho spuntata».

Reggio Calabria: volata a 11 e Restrepo mette in fila l’argentino Tivani e Maestri
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Non è la tua prima vittoria in stagione…

No, è la terza, ma le altre due le avevo colte in Colombia, questa però è la prima per una corsa Uci e la prima in Europa e per la nostra squadra significa molto.

Rispetto allo scorso anno quanto è cambiata la situazione in seno al team, al di là di nome e affiliazione diversi?

Alla fin fine non tanto. Io sono al quarto anno con Savio e ho sentito sulla mia pelle tutti i cambiamenti, provato le paure di vedere finire tutto e poi la gioia di ripartire. Oggi abbiamo una squadra più giovane e con tanta voglia di fare, con ragazzi che vogliono imparare e soprattutto abbiamo tutti la netta sensazione che solamente lavorando bene il futuro ci potrà sorridere.

Con Gianni Savio, al quale ha fatto un regalo davvero speciale per i suoi 75 anni
Con Gianni Savio, al quale ha fatto un regalo davvero speciale per i suoi 75 anni
In squadra sei uno dei più esperti: i giovani vengono da te e dagli altri “anziani” a chiedere consigli?

Molto. Soprattutto ora che siamo in Europa, perché si vede che i più giovani si trovano dentro un mondo che non conoscono. All’inizio è chiaro che non sanno bene come correre, io devo un po’ guidarli, spiegare come si vive questo mondo non solo in gara ma anche fuori: come si mangia, come approcciarsi alle gare, come vivere la concorrenza con gli altri team, quelli che sono abituati a vedere solo in televisione. Pian piano migliorando, imparano e secondo me arriveranno lontano.

E tu come vivi questa situazione?

Sembrerà strano, ma per me ha un significato profondo. Quando vedo un ragazzo che impara, che non ha più paura nello stare in gruppo in una corsa di prestigio, per me è come una vittoria. Abbiamo iniziato la nostra avventura europea con la Coppi e Bartali, ebbene da allora i miglioramenti ci sono stati.

Per Restrepo prima vittoria stagionale alla prima tappa della Vuelta al Tolima
Per Restrepo prima vittoria stagionale alla prima tappa della Vuelta al Tolima
Ma è davvero così diverso rispetto alle corse in Colombia?

Sì. A parte il fatto che le strade sono lunghe e larghe, stare davanti è molto più facile e non prendi le classiche frustate, poi chiaramente in salita tutti vogliono mettersi nelle prime posizioni, ma non sentono lo stress che c’è qui. Lo stare in gruppo non è poi la stessa cosa, serve qui molta più attenzione e manico. Per questo col passare degli anni diventa sempre più difficile trovare colombiani che riescono ad adattarsi a correre in Europa. Ma i ragazzi stanno crescendo…

La vostra squadra oltretutto ha ora un baricentro fortemente spostato verso la Colombia…

Sono rimasti solamente Bisolti e Tagliani, ma la squadra ha sempre connotati italiani, dai dirigenti al personale. Anche nel team si parla sia spagnolo che italiano, perché anche questo aiuta i più giovani nell’approccio col ciclismo che conta.

Oltretutto vivete una situazione particolare, con il calendario che va componendosi piano piano…

E’ vero, ad esempio aspettiamo ancora l’invito per il Tour de Bretagne, altrimenti credo che torneremo oltre Atlantico per preparare il Giro di Colombia che per il nostro team è molto importante.

La rovinosa caduta in Grecia nel 2022, costata al colombiano quasi tutta la stagione
La rovinosa caduta in Grecia nel 2022, costata al colombiano quasi tutta la stagione
Finora abbiamo parlato in generale, ma la vittoria di Reggio quanto vale per Restrepo dal punto di vista personale?

Tanto, perché vengo da un 2022 davvero sfortunato. Esco dalla Tirreno-Adriatico con una gamba che forse non avevo mai avuto prima ed ecco che mi ammalo e perdo 10 giorni di allenamento fondamentali. Riparto, vado in Grecia per preparare il Giro d’Italia, la condizione è recuperata ma cado e mi rompo un ginocchio. Addio sogni rosa, sto fermo due mesi e poi riprendere il ritmo contro gente che non si è mai fermata è quasi impossibile. Praticamente sono ripartito quest’anno e ora la condizione c’è.

Che cosa ti aspetti allora?

Di ritrovare le sensazioni del 2021, la mia stagione migliore e se penso a come sto andando, non ci sono molto lontano. Per questo spero che potremo correre ancora in Europa, perché mi sono sbloccato mentalmente, ho più fiducia e soprattutto vincere qui ha tutto un altro sapore.