Leknessund si prepara per un altro giorno cruciale

25.05.2023
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Sul Monte Bondone il Giro d’Italia ha voltato le carte, tenute finora sempre ben nascoste nel mazzo. Il lavoro impressionante di Almeida e Thomas ha aperto la corsa rosa esponendo tutti i rivali. Prima della sedicesima tappa il Giro ha vissuto di attendismo ed a trarne vantaggio ci ha pensato Leknessund. Il norvegese ha preso il primato della corsa rosa sull’arrivo di Lago Laceno, restituendolo poi a Evenepoel alla cronometro di Cesena. Leknessund martedì sulle rampe del Bondone ha pagato probabilmente il giorno di riposo, accusando 2’42’’ da Almeida.

Leknessund ha avuto la bravura di conquistare la maglia a Lago Laceno e di tenerla fino a Cesena
Leknessund ha avuto la bravura di conquistare la maglia a Lago Laceno e di tenerla fino a Cesena

Sempre in top 10

Oggi che il Giro propone un’altra giornata importante, dopo che sul Bondone il norvegese ha accusato un passivo di 2’42” da Almeida e Thomas, rileggere la sua vicenda è il modo per consegnarlo alla storia del Giro d’Italia.

«Sto bene  – ci dice – non mi aspettavo di ritrovarmi in ottava posizione in classifica generale. L’occasione è grande e posso vedere fin dove mi posso spingere, vedremo cosa riusciremo a raccogliere da qui alla fine. E’ il mio secondo grande Giro, dopo il Tour de France dello scorso anno. Nella terza settimana della Grande Boucle mi sentivo bene, spero di replicare quelle sensazioni».

E’ nato a Tromso, nel Circolo Polare Artico, il rischio maggiore? Trovare renne durante gli allenamenti (foto Instagram)
E’ nato a Tromso, nel Circolo Polare Artico, il rischio maggiore? Trovare renne durante gli allenamenti (foto Instagram)

Sci e calcio

Leknessund è nato a Tromso, all’interno del Circolo Polare Artico, la città è considerata la capitale della Lapponia. Il corridore del Team DSM si è affacciato abbastanza presto nel mondo del ciclismo, scoperto grazie al padre ed alla sorella. Ma prima, come ogni norvegese che si rispetti, ha attaccato ai piedi gli sci da fondo.

«Sono cresciuto giocando a calcio e praticando sci da fondo – racconta – ho iniziato ad andare in bici quando avevo tredici anni, nella squadra della mia città: Tromso. Mio padre e mia sorella pedalavano già e io ho trovato questo sport piacevole e ho continuato a praticarlo. Non ero molto bravo all’inizio, ma avevo un gran bel gruppo di amici e ho continuato per quello, è stata più una questione di passione e amicizia.

«Ho poi deciso di andare in una scuola di ciclismo vicino a Oslo e mi sono trasferito lì quando avevo quindici anni. E’ sempre difficile quando cerchi di fare l’atleta professionista, devi impegnarti tanto, così ho fatto. Ogni anno ho fatto dei passi che mi hanno permesso di portarmi dove sono ora».

A quindici anni si è trasferito ad Oslo, il clima per allenarsi è più mite (foto Instagram)
A quindici anni si è trasferito ad Oslo, il clima per allenarsi è più mite (foto Instagram)

Nuova generazione

Il Nord Europa sta sfornando una grande dose di talenti nel ciclismo, basti pensare al vincitore dell’ultimo Tour de France: Vingegaard. Una scuola che prepara gli atleti nel migliore dei modi, tutti con caratteristiche da scalatori, anche se da quelle parti le salite scarseggiano. 

«E’ vero – spiega – non ci sono molte salite dalle mie parti, ma a casa mi alleno principalmente sulla quantità. Utilizzo principalmente i training camp che facciamo in Spagna durante l’inverno per allenarmi in salita. Durante il mio primo anno nel WorldTour non sono andato molto bene. Negli inverni successivi il team ha deciso di mandarmi due volte all’anno in ritiro in altura per migliorare e crescere.

«Sono molto contento di come sta andando, penso di non essere ancora al top delle mie possibilità, ma è giusto così. Ogni stagione ho fatto dei passi, naturali, di crescita e devo continuare in questa direzione. Durante l’inverno lo sci rimane uno dei migliori modi per allenarsi, fin da quando sono giovane, aiuta ad allenare tutto il corpo».

Nel 2022 ha vinto la corsa di casa: l’Arctic Race of Norway (foto Instagram)
Nel 2022 ha vinto la corsa di casa: l’Arctic Race of Norway (foto Instagram)

Il manager italiano

Nel destino di Leknessund l’Italia non rappresenta una novità. Il norvegese nel 2020, nelle zone dove passerà il Giro, ha vinto il Giro del Friuli. Il profilo di questo corridore però è un’incognita, basti pensare che nel 2019 è arrivato secondo alla Gent-Wevelgem U23. Di italiano, per Leknessund, c’è anche uno dei suoi riferimenti sportivi, ovvero il suo procuratore: Manuel Quinziato

«Ho conosciuto Leknessund nel 2018 – racconta Quinziato – era il primo potenziale uomo per i grandi Giri della Norvegia. Ancor più di Foss, due anni più grande di lui, nonostante il corridore della Jumbo-Visma abbia vinto il Tour de l’Avenir nel 2019. Quell’anno Leknessund avrebbe dovuto correrlo da protagonista, ma un infortunio lo tirò fuori dai giochi. Non è uno scalatore puro e quindi perde sulle salite lunghe, ma nelle corse a tappe brevi ha fatto sempre bene.

«Inoltre – continua- è molto forte anche a cronometro, tanto da aver vinto un titolo europeo juniores ed uno anche da under 23. Lo vedo anche molto bene nella classiche delle Ardenne, ha grandi doti di fondo che mi fanno pensare ad una buona predisposizione per le grandi corse a tappe. Questo Giro è solamente la sua seconda gara di tre settimane, la crescita, dal mio modo di vedere, ci sarà».