E’ vero che l’inizio di stagione regala sempre sorprese, ma in quanti fino alla scorsa settimana conoscevano Maxim Van Gils? Eppure il 22enne della Lotto Soudal ha sbancato il Saudi Tour, la prima delle corse a tappe nella penisola araba. Certo, non c’era la partecipazione che vedremo all’Uae Tour, ma si è pur sempre messo alle spalle gente per lo meno più esperta, come il colombiano Buitrago che ha chiuso a 36” e l’ex iridato portoghese Rui Costa terzo a 48”.
Van Gils ha fatto la differenza con un’azione di forza nella quarta tappa, anticipando il gruppo e chiudendo con 40” di margine. A quel punto la corsa era messa in tasca, bastava solo amministrare, per la gioia del suo team. Già, perché Van Gils è l’ennesimo prodotto della politica lungimirante della Lotto Soudal, che ha messo in piedi un devo team senza neanche iscriverlo come continental, ma che attraverso la sua attività fa maturare i suoi ragazzi, pressoché tutti belgi, per dare un vivaio alla squadra maggiore.
Un talento nascosto fra gli U23
Se uno avesse guardato il curriculum di Van Gils, difficilmente lo avrebbe portato in un team WorldTour: neanche una vittoria fino al fatidico giorno arabo. Ma le ragioni ci sono: «Da Under 23 non si è visto tanto – ha spiegato a Sporza il suo team manager Kurt Van De Wouver che lo ha seguito da vicino nella sua attività giovanile – la colpa è stata delle cadute, infatti non ha corso tantissimo ma se arrivi due volte secondo in una corsa impegnativa come il Giro della Valle d’Aosta, devi valere per forza. Inoltre Maxim ha una grande dote: la resilienza».
Maxim è un gioiello da lavorare con calma, perché può brillare davvero: «Ha gambe importanti, ha una sparata che può fare la differenza, come si è visto al Saudi Tour. E’ in grado di portar via un piccolo drappello e poi regolarlo in volata, per questo sono convinto che le classiche possono adattarglisi a pennello».
Partito per fare classifica
La Lotto Soudal non gli ha mai fatto mancare la sua fiducia, anzi alla vigilia del Saudi Tour gli avevano comunicato che sarebbe stato l’uomo per la classifica: «Volevamo cominciare a mettergli pressione, dicendogli che il podio poteva anche essere un obiettivo alla sua portata – testimonia l’altro dirigente ed ex professionista di spicco Marc Wauters – Nessuno certo avrebbe pensato che vincesse, ma sapevamo che era stato tra i primi del team a entrare in forma. Questo risultato cambia un po’ le sue prospettive e anche le nostre, pensiamo che possa far bene anche in gare più importanti».
«Una delle particolarità che ci è subito piaciuta di Van Gils – è ancora Van De Wouver a parlare – è che ha saputo subito fare gruppo. E’ un tipo calmo e allo stesso tempo allegro, che comunica molto con i ragazzi ed è disponibile al lavoro, tanto è vero che si è anche guadagnato la fiducia di Caleb Ewan come uomo utile nel treno per la volata. Va forte in salita ma è anche molto veloce, deve solo migliorare nella gestione delle gare com’è normale considerata la sua giovane età e relativa esperienza».
Che emozione al fianco di Valverde…
E lui, il nuovo talento belga, che cosa dice? Il mondo dei professionisti continua un po’ ad essere come un grande parco giochi: «Lo scorso anno al Giro di Catalogna – raccontava prima del Saudi Tour – a un certo punto mi sono ritrovato a pedalare fianco a fianco con Valverde: un altro po’ e sbando per l’emozione… Lui devo dire che è stato molto amichevole, è stato bello conoscerlo». In quella corsa, la Lotto Soudal colse importanti traguardi con Kron e De Gendt che fecero passare in sordina il suo comportamento, eppure aveva anche centrato una Top 10 di non poco conto.
Ora chiaramente non è più uno sconosciuto: «Io spero di ottenere il massimo dalla mia carriera e poter dire un giorno di aver vinto una gara importante – ha dichiarato dopo la conquista della corsa a tappe – Magari nelle Ardenne, sono le mie preferite…».