La scena è netta, poco da inventare. Lenny Martinez sta per scollinare il Capo Mele e poi piomberà sul traguardo del Trofeo Laigueglia. Alle sue spalle gli inseguitori si sono rimpastati, ma ormai è tardi. Ci ha provato Christen a inseguirlo, dopo aver tirato come un ossesso prima sul Colla Micheri per fare la selezione. E forse in quel suo inseguire generoso e potente c’è tutta l’ingenuità dei 19 anni. Il gruppetto alle sue spalle, in cui viaggiava Vendrame poi secondo all’arrivo, avrebbe potuto rendere tutto più semplice, ma ormai è tardi.
«Con la giusta collaborazione – dice il veneto – lo avremmo potuto riprendere. Ma è chiaro che non tutti avrebbero tirato. Sono abbastanza sicuro che i direttori sportivi degli altri compagni di fuga a un certo punto abbiano detto di non collaborare perché c’ero io. Lo sapevano che ero il più veloce e avranno pensato di potersela giocare diversamente».
Secondo colpo
Il pomeriggio galoppa verso l’imbrunire, Laigueglia è la solita festa di ciclismo con la lettera maiuscola. Lenny Martinez ha appena finito di abbracciare i compagni che hanno raggiunto l’arrivo alla spicciolata. Il folletto della Groupama-FDJ cresce alla velocità della luce. E se fino allo scorso anno la sua era quasi una posizione di sudditanza rispetto a Gregoire, ora la sensazione è che i due siano molto più vicini e che Lenny spicchi per concretezza. La vittoria alla Classic du Var dice che durante l’inverno ha lavorato bene, ma la stoccata che ha mollato oggi al secondo passaggio su Colla Micheri è di qualità ancora superiore. L’azione giusta l’aveva portata via Vendrame e quando l’ha visto nel gruppetto, anche il veneto della Decathlon-Ag2R si è messo le mani nei capelli.
«Eravamo due della mia squadra nel vivo della corsa – dice Martinez – e sapevamo che la UAE Emirates era molto forte lì davanti. Io sto bene e tatticamente non abbiamo sbagliato nulla. Ho attaccato anche perché mi preoccupava la presenza di Christen che è un forte passista. E’ andata bene e con soddisfazione sono riuscito ad arrivare fino al traguardo».
Le carte a posto
Vendrame non sa se disperarsi o farsene una ragione. Le statistiche che lo vogliono per la seconda volta secondo a Laigueglia sono spietate, ma la sensazione che al momento domina nella mente di Andrea è quella di aver fatto la selezione, correndo nel modo giusto. Di più in salita contro Martinez non poteva.
«Ne aveva di più – ammette – e ha giocato le sue carte sul terreno più adatto. Io ho sfruttato al massimo le mie ed è vero che quando l’ho visto, ho pensato che sarebbe stata dura. Però alla fine fra mangiarmi le mani ed essere soddisfatto, diciamo che sto a metà. Sono arrivato con poche corse a causa della cancellazione della Ruta del Sol, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Avevo buone sensazioni. Il preparatore mi aveva mostrato buoni numeri. E adesso ho la consapevolezza di stare bene. Per questo mi approccio alle prossime corse come Strade Bianche, Tirreno e Sanremo con il morale alto».
Questione di feeling
Ed è alto anche il morale di altri azzurri, che pure avrebbero voluto lasciare maggiormente il segno. La salita si è dimostrata sempre amica di Filippo Zana e di Davide De Pretto, mentre si è visto chiaramente uno Scaroni molto determinato in tutte le fasi di gara. Ma l’entusiasmo è quello ancora di Vendrame, che sintetizza così l’ottimo momento della squa squadra, che con O’Connor e Cosnefroy ha già colto quattro vittorie e qui a Laigueglia aveva vinto lo scorso anno con Nans Peters.
«Tutte le sensazioni positive per i nuovi materiali – conferma Vendrame – stanno trovando conferma nelle corse. Non è per caso che in squadra ci sia questo dinamismo e tanta voglia di fare le cose per bene. Si respira quest’aria buona da inizio stagione. Perciò ora che ci penso, la sapete una cosa? Mi girano le scatole, perché fare secondo per due volte un po’ scoccia. Mi consolo sapendo che ho dato tutto, di più oggi davvero non potevo. Avete sentito che freddo? Per fortuna non ha piovuto come l’anno scorso…».