Alaphilippe_Liegi2020

La maledizione iridata? Una leggenda metropolitana

12.01.2021
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Esiste davvero la maledizione iridata? Quando si parla della “maillot arc-en-ciel” sembra quasi che sia un peso tale da impedire a chi la porta di vincere qualunque gara, figurarsi i grandi appuntamenti della stagione. Se ne è riparlato sul finire del 2020, quando Julian Alaphilippe alzò le mani al cielo a Liegi, senza accorgersi che alla sua sinistra Primoz Roglic lo aveva beffato con l’ultimo colpo di reni. Il francese è tutto l’inverno che fa i debiti scongiuri, ma a ben guardare quella della maledizione sembra proprio una leggenda metropolitana.

Bugno in maglia iridata conquistò il 3° posto al Tour del 1992
Bugno in maglia iridata conquistò il 3° posto al Tour del 1992

Inizio anni 90

Di questa influenza negativa si era cominciato a parlare sul finire del secolo scorso, subito dopo la doppietta di Gianni Bugno nel 1992-93 che in maglia iridata ottenne poche vittorie. L’americano Armstrong (1993) e il francese Leblanc (1994) rimasero all’asciutto. Lo spagnolo Olano (1995) centrò il Giro di Romandia e poco altro. Lo stesso belga Johan Museeuw (1996), al tempo uno dei più grandi interpreti delle classiche d’un giorno, vinse sì 8 volte, ma senza centrare alcuno dei suoi obiettivi principali. La leggenda iniziò così a diffondersi e a poco servì il successo in maglia iridata dello svizzero Oscar Camenzind al Giro di Lombardia 1998, anche perché l’anno dopo rientrò nel gruppo senza eccellere.

Museeuw, iridato a Lugano 1996, si limita al 5° posto nella Roubaix
Museeuw, iridato a Lugano 1996, solo 5° posto a Roubaix

Vainsteins a Roubaix

I “maledizionisti” ripresero vigore nel 2001: campione del mondo era il lettone Romans Vainsteins, risultato sorprendentemente vincitore a Plouay l’anno prima. Con la sua maglia iridata era pronto a svettare alla Parigi-Roubaix, ma era in fuga con l’olandese Servais Knaven e il già citato Museeuw che erano suoi compagni di squadra. Tutto lasciava intendere che vincesse il belga, la spuntò invece Knaven e Vainsteins finì solo terzo

Servais Knaven vince la Roubaix del 2001, che sfortuna per Vainsteins trovarsi in fuga con due compagni…
Knaven vince la Roubaix 2001, Vainsteins terzo

Eccezione Boonen

Successivamente arrivarono i successi iridati di Freire, Cipollini, Astarloa (coinvolto senza colpe nello scandalo Cofidis del 2004 finendo per dover cambiare squadra di punto in bianco passando alla Lampre ma senza ottenere risultati). A smentire finalmente le dicerie ci volle Tom Boonen, un altro grande specialista belga delle corse d’un giorno, che dopo la vittoria iridata nel 2005 ottenne l’anno successivo ben 21 successi, su tutti quello al Giro delle Fiandre.

Sagan volava

Se da una parte non si può dimenticare il citomegalovirus che fece perdere ad Alessandro Ballan, nostro ultimo campione del mondo nel 2008, quasi tutta la stagione successiva, dall’altra meritano uguale considerazione la Freccia Vallone 2010 di Evans. Le 3 tappe al Giro e 3 al Tour di Cavendish nel 2011. L’Amstel Gold Race di Kwiatkowski nel 2015 per arrivare alla messe di vittorie di Sagan nel suo triennio d’oro. Nel 2016 lo slovacco iridato vinse ad esempio Gand-Wevelgem, Fiandre e titolo europeo, nel 2018 ancora Gand-Wevelgem, Roubaix e 3 tappe al Tour. Se è maledizione questa…

Evans corse il Tour 2010 in maglia iridata, chiudendo in 26ª posizione
Evans corse il Tour 2010, chiudendo in 26ª posizione

Merckx su tutti

Certo nessuno ha mai onorato la maglia iridata come Eddy Merckx. Nel 1968 conquistò Roubaix e Giro d’Italia. Quattro anni dopo, avendo vinto l’anno prima il Lombardia con la sua maglia arcobaleno in bella vista, portò a casa Sanremo, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e non contento anche l’accoppiata Giro-Tour. Infine nel 1975 mise in fila Sanremo, Amstel Gold Race, Fiandre e Liegi. Ma quello era Merckx…