A 43,7 chilometri dall’arrivo, sull’ennesimo strappo di giornata, Wout Van Aert finisce nella canalina e ne esce con le “ossa rotte”. Cade a terra. Proprio in quel momento, in testa al drappello Mathieu Van der Poel affonda il colpo. I corridori della Lidl-Trek provano a rispondere, ma non c’è nulla da fare contro l’iridato. L’E3 Saxo Classic di Harelbeke finisce lì.
La cavalcata di VdP è ancora calda e nei nostri occhi. Un’azione memorabile, sontuosa potente in quello che è considerato il Piccolo Fiandre e soprattutto che apre di fatto la campagna del Nord. Okay, qualche corsa c’è già stata, ma dopo la Sanremo che teneva banco, è da qui che inizia il filotto vero e proprio del Nord.
Alessandro Ballan ha appena commentato su Rai Sport l’impresa di Van der Poel e il duello a distanza con Van Aert e subito dopo è passato ai nostri “microfoni”. L’E3 Saxo Classic ci può dare molti spunti in vista di ciò che verrà.
Alessandro, dunque, che corsa è stata e cosa hai visto?
Una netta superiorità di quei due, una superiorità stratosferica. Neanche il gioco di squadra della Lidl-Trek è riuscito a contrastarli. Vedevo che prendevano di petto i muri e facevano quel che volevano, anche lontano dall’arrivo. Ma è bello perché ci regala un ciclismo diverso. Io ero abituato ai miei tempi in cui c’era uno scatto solo, qui scattano da lontano. Le corse diventano un testa a testa in cui si mira a lasciare l’avversario senza energie.
Ciclismo moderno, ma vecchio stile…
Esatto, che poi sarebbe stato bello vedere la gara senza la caduta di Van Aert. Credo sarebbe stata una volata a due. E credo anche che, vista la gamba che aveva, l’avrebbe vinta VdP.
Dici che Van Aert avrebbe tenuto?
Credo di sì, perché alla fine le asperità erano finite. C’era un solo strappo vero dopo l’uscita dal Kwaremont. E a quel punto non si sarebbe più staccato. Io credo anche che Van Aert sia andato un po’ in crisi di fame. Vedevo che sull’ultimo muro cercava la borraccia e metteva le mani in tasca. E magari anche il freddo e la pioggia hanno fatto consumare di più.
In redazione parlavamo proprio di questa cosa. Andare in crisi di fame nella Visma-Lease a Bike è davvero raro. Che abbia pagato più del previsto il rientro dall’altura diretto alle corse?
Ci può stare anche questo. Van Aert è arrivato in Belgio il mercoledì, ma se inizia a scattare a 80 chilometri dall’arrivo, se è tutto un esci ed entra in strade e stradine, muri e pavé difficile mangiare. Penso alla tabella che ha pubblicato Gilbert sull’alimentazione di Pogacar alla Sanremo, ma mangiare lì è molto facile. Qui è complicato sin dalle prime battute. E se fai la corsa è facile dimenticarsi di mangiare. Non avere il tempo per farlo o per farlo nel momento opportuno.
Cosa ti aspetti per il proseguimento di questa campagna del Nord?
Penso che anche se va forte, Van der Poel crescerà ancora un po’. Comunque è solo alla seconda corsa. E molto di più crescerà Van Aert, il quale tra l’altro al Fiandre non commetterà lo stesso errore con l’alimentazione.
Altri uomini?
Più che altro penso ad una squadra: la Lild-Trek. Oggi ne hanno piazzati quattro nei primi dieci. Hanno uomini esperti e potenti come Stuyven e Pedersen. Da loro mi aspetto qualcosa, magari proveranno ad anticipare. Penso al Fiandre dell’anno scorso. Se Pedersen avesse avuto 5” di più dopo il Pateberg magari avrebbe tenuto Pogacar e il finale sarebbe stato diverso.
Bene anche la UAE in termini di squadra, ma certo il livello è più basso…
Sì, Wellens e Politt sono bravi ma proprio Politt per esempio lo vedo già in calo rispetto alle prime corse del Belgio. Ho visto che si è mosso Alaphilippe, ma è stato un timido vedersi. Ha fatto uno scatto in un momento in cui non ce n’era bisogno. Forse perché aveva capito che non aveva la gamba.
E invece cosa ne pensi del fatto che VdP farà la Gand e Van Aert no?
Sono scelte. Oggi sappiamo come si allenano, come sanno entrare in forma. Se penso ai miei tempi, quando il calendario era anche un po’ diverso, mi piaceva fare Harelbeke e De Panne prima del Fiandre. Oggi la gara per certi aspetti non è più così necessaria. E poi bisogna considerare che fare certe corse è anche un rischio. Sono tutte nervose, ci sono 200 corridori che vogliono stare davanti, c’è l’incognita del meteo.
E noi italiani come guardiamo a questa campagna del Nord che si è aperta definitivamente oggi?
Bettiol è caduto, non so come sarebbe andato. Certo si è ritirato presto. Anche lui potrebbe giocare d’anticipo. E poi Trentin. E mi piacciono i due della Arkea-Samsic, Albanese e Mozzato, sono giovani e possono fare bene. E mi piaciuto, anche se non è italiano, lo spagnolo Oier Lazkano. Ha gamba, corre un po’ troppo “di petto”, spreca molto, ma ne ha.
Ultima domanda, Alessandro: anche per la Roubaix sarà un discorso a due?
Sono i più forti, ma la Roubaix è un po’ più aperta, penso a Stuyven, il secondo di oggi. Ma anche alle fughe che potrebbero incidere diversamente sull’andamento della corsa.