Questa settimana inizia la stagione agonistica di Jonas Vingegaard, impegnato alla Volta ao Algarve. Un momento importante e atteso per il danese ma anche per tutta la Visma-Lease a Bike, anche perché Vingegaard è uno che ha il “vizio” di correre sempre per vincere, simile in questo al suo grande rivale Tadej Pogacar. A differenza dello sloveno, però, il danese è ormai prettamente specializzato nelle corse a tappe e nel team sta diventando un esempio, dietro il quale crescono nuovi talenti, sotto l’abile regia di Robbert De Groot.


La perenne ricerca di nuovi campioni
Il direttore sportivo olandese, come è giusto che sia, guarda anche oltre il profilo di Vingegaard. Non perché si pensi a un domani senza di lui, che ha in tasca un contratto fino al 2028, ma nel ciclismo di oggi non puoi fare affidamento su un solo uomo e De Groot ha preso questo impegno molto sul serio, per costruire dietro al danese corridori che possano affiancarlo, sostituirlo, raccoglierne l’eredità. Uno di questo è Jorgen Nordhagen.
Il norvegese (nella foto di apertura il secondo da destra) non è un corridore qualunque. Ha 20 anni ma è come se ne avesse meno, nel senso che la sua storia ciclistica è anche più giovane. In fin dei conti solamente da un paio d’anni si dedica espressamente al ciclismo, prima si divideva con lo sci di fondo ed era difficile dire dove andava meglio: due argenti europei da junior sulle due ruote, campione del mondo nella mass start nello sci di fondo lo scorso anno. Si poteva quasi pensare che le nevi potessero attirarlo maggiormente, ma dato lo strapotere norvegese nella disciplina, magari c’era anche meno spazio che nel ciclismo. De Groot si è messo all’opera, chiarendo subito un aspetto: non bisogna avere fretta.


Una crescita che va calibrata
Parlando dei due scandinavi, De Groot ha ribadito il concetto sostenuto in un’intervista a Sporza: «C’è una differenza d’età molto alta fra i due. Jonas ha 28 anni, è nel pieno della sua maturità e sta concretizzando tutte le sue qualità. Jorgen è agli inizi, io credo che ci vorranno dai 2 ai 4 anni per raggiungere i livelli ai quali può aspirare, facendo le giuste esperienze, calibrando la sua crescita. Ma sono convinto che ha tutte le qualità per diventare un corridore da classifica nelle corse a tappe, anche nei grandi giri».


Attenti fino alla pignoleria…
Nelle prime prese di contatto, De Groot ha trovato in Nordhagen caratteristiche molto simili a quelle di Vingegaard e non solo dal punto di vista fisico, visto che i due sono con altezza e peso praticamente identici.
«Io ho colto aspetti a livello tattico ma anche socioemotivo che mi hanno ricordato molto il danese, come lui il norvegese è molto attento su quel che deve fare, quasi pignolo in ogni aspetto. Ma perché Nordhagen possa arrivare dove gli compete dobbiamo prenderci il tempo necessario, non possiamo solo imitare quanto fatto con Jonas perché ogni corridore è unico, in lui si collegano elementi in maniera completamente diversa che in qualsiasi altro».


Vingegaard esploso fra le mani
De Groot va avanti nel ragionamento: «Noi con Nordhagen abbiamo la possibilità di fare tesoro delle esperienze vissute con Jonas, anche degli sbagli che ci sono sempre e basarci su questi per fare passi avanti. Jonas è entrato nel nostro team in modo diverso, diciamo che ci è quasi esploso fra le mani diventando quel grandissimo campione che è. Nordhagen lo abbiamo volutamente osservato, è come un diamante grezzo che va lavorato con sapienza. Da quel che vediamo, ad esempio, alla sua età va più forte a cronometro di quanto andava Jonas…».


Tanti giovani oltre Nordhagen
Il discorso e soprattutto il lavoro che viene fatto su Nordhagen non è però che una delle diramazioni dell’impegno della Visma e su questo aspetto De Groot è molto attento: «Se guardate, il team ha un’età media piuttosto bassa, fra le più basse del WorldTour perché stiamo lavorando su molti prospetti molto promettenti. Uijtdebroeks ad esempio ha solo un anno in più di Nordhagen, ma è più avanti come abitudine a certi livelli, come crescita ciclistica nel suo insieme. Infatti ci aspettiamo segnali importanti nelle corse a tappe alle quali prenderà parte.
«Ma non ci sono solo loro. Abbiamo prospetti davvero molto promettenti, come Brennan, Gloag, Hagenes suo connazionale, anche il campione del mondo U23 Behrens. Possono tutti crescere con calma, perché davanti hanno gente che vince, esempi dai quali possono imparare».