Gavazzi dal Teide: «Ellena? Un diesse di cui fidarsi»

05.02.2023
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Francesco Gavazzi (in apertura foto Borserini) lo senti e non pensi che abbia 38 anni. Non pensi che sia all’ultima stagione da pro’. Impegno, timbro di voce, voglia di fare fatica, entusiasmo… fanno pensare a tutt’altro. «Per la prima volta sono sul Teide. Dopo queste prime corse ci voleva un po’ di altura».

Entusiasmo che è ancora maggiore ora che Giovanni Ellena, diesse con cui ha condiviso tante stagioni, si è aggregato alla Eolo-Kometa.

Un selfie dal Teide. Da sinistra: Gavazzi, Magliaro e Fortunato
Un selfie dal Teide. Da sinistra: Gavazzi, Magliaro e Fortunato
Francesco, ti sentiamo benone. Hai già inanellato parecchie corse, prima il ritiro e ora l’altura…

Alla fine quando scenderò dall’altura sarà un mese che sono via da casa. Ma dividendo il tutto in tre posti posso dire che passa prima. E poi avevo una promessa in ballo con il mio massaggiatore Carmine Magliaro. Prima che smettessi mi voleva quassù e così eccomi qui con Fortunato.

Come stai? Come sono andate queste prime corse?

Ho fatto alcuni giorni di corsa a Mallorca e dire che abbiamo trovato condizioni difficili, tra vento, neve, acque, è un eufemismo… Ho iniziato presto anche negli ultimi anni, ho capito che ho bisogno di più tempo per carburare rispetto a quando ero un giovincello. Però penso di aver fatto una buona base, ho preso un po’ di ritmo con queste prime gare e adesso l’altura… credo che riuscirò a “portare fuori” una buona condizione.

E con una buona condizione riabbraccerai Ellena… Come e quando hai saputo che sarebbe venuto alla Eolo-Kometa?

In realtà non lo sapevo da prima. L’ho saputo a Oliva il giorno prima del suo arrivo, me lo ha detto Zanatta. Ho fatto all’Androni cinque anni con lui… ed è stato un periodo molto bello. A parte l’ultimo anno, quello del Covid, in cui ci sono state delle incomprensioni, ma non con Giovanni, con il team. Calendario, pagamenti… Con Giovanni mi sono sempre trovato bene, è una persona cauta. Ho un bel ricordo del periodo all’Androni, avevo il mio ruolo tra i giovani e ce ne sono stati di forti: Bernal, Vendrame, Masnada, Ballerini, Cattaneo… Ricordo tutto e tutti con affetto e lui era il direttore sportivo principale.

Ellena dopo anni e anni nel gruppo di Savio è approdato alla Eolo pochi giorni fa
Ellena dopo anni e anni nel gruppo di Savio è approdato alla Eolo pochi giorni fa
Che tipo di direttore sportivo è Ellena?

Non parla tanto, ma il giusto. Una sua caratteristica è quella di essere pacato e questo credo aiuti soprattutto i giovani che magari all’inizio sono un po’ più timidi, sono alla ricerca della loro identità. E’ un diesse paziente.

In effetti Giovanni è molto pacato… Magari per alcuni corridori anche troppo?

Mah, non credo. Io non ho mai amato quelli che per radio parlano cinque ore di seguito e ti urlano nelle orecchie perché si fanno prendere troppo dalla corsa. Quando in radio mi dici i distacchi, chi c’è davanti, mi dai le notizie sul vento… sono a posto. E in questo Giovanni è precisissimo. E poi non crediate… l’ho visto anche parecchio incavolato! Come è giusto che sia.

Quando si è saputo del suo arrivo, cosa hai detto ai tuoi compagni?

Gli ho detto che arrivava un direttore sportivo di cui ci si poteva fidare. Un diesse che è un punto di riferimento vero, non solo alle corse ma anche fuori. Uno di quelli presente anche in settimana. Non so se magari hai bisogno di qualcosa, se hai un problema con una scarpa o se devi fare un certo allenamento. E lui era così soprattutto con i colombiani che gli abitavano vicino. Molto spesso li portava a fare dietro motore. Per loro era come un secondo padre.

Come sono stati ripartiti i gruppi? Tu sarai con lui?

No, io sono con Jesus Hernandez, ma Giovanni è arrivato ora e immagino ci possa essere una ridistribuzione dei corridori in egual misura tra i direttori sportivi. Però so che dovrebbe fare la sua prima corsa in Galizia e la farò anche io. Si troverà bene anche lui con noi!

Francesco Gavazzi
Francesco Gavazzi all’Androni era un riferimento per i diesse in corsa. Ruolo che tutto sommato ricopre anche in Eolo-Kometa
Francesco Gavazzi
Francesco Gavazzi all’Androni era un riferimento per i diesse in corsa. Ruolo che tutto sommato ricopre anche in Eolo-Kometa
Ecco hai toccato un tasto interessante. Che consiglio daresti tu ad Ellena: che ambiente troverà in Eolo-Kometa?

Rispetto all’Androni sono due realtà diverse. Con Gianni (Savio, ndr) c’era un’ambiente più familiare, un team più alla vecchia maniera, ma non in senso dispregiativo… sia chiaro. Era più una squadra a dimensione di ragazzo. Lì un ragazzo che passa può crescere con i tempi giusti. Qui in Eolo invece c’è un’organizzazione più strutturata, più tendente al WorldTour, sia nell’atteggiamento che nel progetto. L’idea è quella di crescere e di diventare grandi. Quindi anche lui in qualche modo dovrà uscire dalla sua “comfort zone”. Avrà un gran da fare! Ma per certi aspetti forse per lui sarà più facile perché qui avrà sott’occhio meno persone.

Di là in effetti controllava molti ragazzi…

Tanti e poi faceva un sacco di cose. Sarà una sfida anche per lui. Quando si cambia dopo tanti anni è uno stimolo.

Francesco, chiudiamo con un aneddoto!

Ah – ride e ci pensa un po’ Gavazzi – Savio è un grande, ma tante volte stargli vicino non è facile… ci serve pazienza, tanta pazienza. E mi ricordo che a volte Gianni diceva una cosa e con Giovanni ci guardavamo alzando le sopracciglia. Per questo dico che è pacato! Ma racconto tutto ciò col sorriso sulle labbra.