Un Ganna gigantesco a un passo dal paradiso

22.03.2025
4 min
Salva

SANREMO – Ganna ha quasi vinto la Milano-Sanremo e quella parolina di cinque lettere che non si può togliere produce un fastidio quasi doloroso. Pippo arriva nella zona mista e restare in piedi fra i colleghi che spingono diventa una mezza impresa. Dopo aver tagliato il traguardo, il piemontese della Ineos Grenadiers è andato a fermarsi in fondo al rettilineo, quando la bicicletta non ha voluto più saperne di andare avanti, poi è tornato indietro. Non si è fermato a parlare né fare altro con i suoi massaggiatori. E’ andato dritto nella zona del podio per restare un po’ da solo e riflettere su un secondo posto che poteva davvero essere vittoria e che è venuto grazie alla grande condizione e alla testa dura con cui ha corso dal primo chilometro.

Difficile immaginarsi un Pogacar all’attacco dalla Cipressa, anche se ridendo dice che sarebbe stato peggio se si fosse mosso dal Turchino. In breve quei 5 minuti fuori soglia di cui si era tanto ragionato a proposito del Poggio, Ganna ha dovuto inventarseli almeno per tre volte. Con i suoi 86 chili, sa solo lui la fatica che ha fatto per rispondere al campione del mondo e allo straordinario Van der Poel. Eppure li ha sempre tenuti nel mirino.

Inseguimento senza respiro

E’ rientrato e quelli lo hanno staccato. E’ rientrato ancora e loro sono ripartiti. Finché li ha agganciati nell’ultimo chilometro e a quel punto ha avuto chiara la possibilità di giocarsi la Sanremo. E’ stato un inseguimento al contrario rispetto all’attacco della Longo Borghini due ore prima. Ganna li vedeva ed è piombato su di loro poco prima della volata. E di colpo la Sanremo che sembrava bella e chiusa si è riaperta in modo imprevedibile.

L’inseguimento di Ganna dopo il Poggio ha riaperto la Sanremo e condannato Pogacar al terzo posto
L’inseguimento di Ganna dopo il Poggio ha riaperto la Sanremo e condannato Pogacar al terzo posto

Il suo solo rammarico, dice, è aver aspettato troppo la volata: il cambio di ritmo del crossista Van der Poel è stato decisivo. Ricordate lo scherzetto che giocò a Van Aert nel finale dei mondiali di cross a Hoogerheide?

Ganna si siede e sembra aver messo ordine nei pensieri. Nel retropalco ha avuto modo di parlare con Pogacar e Van der Poel e guardandosi intorno si è reso conto che il livello della compagnia non sia mai stata così elevato. Fare secondi brucia, ma farlo a capo della Sanremo più bella degli ultimi (tanti) anni ha un sapore diverso.

Alla fine sei comunque soddisfatto?

Sì, credo di aver fatto una delle mie migliori performance. Anche come squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro, più di così io non so cosa fare, ragazzi. Ero davanti con un campione del mondo, uno che è stato campione del mondo, uno che ha vinto tanti monumenti che neanche io so contarli e l’altro che ha perso il conto fra Giro e Tour. Sono felice, ho fatto il mio massimo e più di così non potevo chiedere.

Comunque ci hai creduto fino alla fine?

Eh, la speranza è l’ultima a morire. Credo che abbiamo fatto divertire il pubblico, era un po’ che non si vedeva una Sanremo così. Quei due ragazzi mi hanno fatto perdere anni di vita, però credo di essere arrivato con il meglio che potevo. Più che scatti, ho cercato di andare a regolare, perché di più non potevo fare, ma se non avessi seguito Pogacar al primo attacco, sarei arrivato esimo. Per cui, è stato meglio rischiare.

Dopo l’arrivo, Ganna è andato a sbollire l’amarezza in fondo al rettilineo, poi è tornato indietro
Dopo l’arrivo, Ganna è andato a sbollire l’amarezza in fondo al rettilineo, poi è tornato indietro
Un rimpianto in volata?

L’unico, forse sì. Magari avrei potuto anticipare l’allungo di Van der Poel, ma per come si era messa, il secondo posto va più che bene. Comunque, ripeto, credo di aver fatto una delle performance migliori della vita. Ci sono stati campioni che ci hanno messo 14 anni per vincere questa corsa, speriamo di metterci meno perché altrimenti mi toccherà allungare di troppo la carriera.

Quanto è stato difficile rientrare quando eri 10 secondi dietro Mathieu e Tadej?

Uno dei momenti più difficili della gara. Sul Poggio ho sofferto molto, ma poi in discesa ho provato a rientrare e mi sono detto che non mi importava se fossi caduto. Dovevo fare una grande prova per rientrare e devo dire di esserci riuscito. Ovviamente non posso essere felice di avere fatto un secondo posto, però essere il primo degli sconfitti e aver dato il massimo mi fa dire che va bene così. E poi, ragazzi, se volete la prossima volta do a voi la bici e ci pensate voi.

Adesso si fa rotta su Roubaix?

Manca quasi un mese, quindi aspettiamo, ci sono ancora tante corse da fare. La prossima settimana correrò il GP E3 ad Harelbeke, quindi la Gand e poi tornerò a casa per la laurea di mia sorella. E’ giusto oltre al lavoro far parte della famiglia, fare una vita normale. Quindi tornerò a casa per la laurea di Carlotta e poi vedremo come sarà l’avvicinamento a Roubaix. Ma lasciatemi dire che la Sanremo corsa in Italia è stata una grande cosa. Da italiano, aver sentito per 300 chilometri urlare il mio nome mi ha dato uno sprint in più. Quindi grazie a tutti per il sostegno e ci vediamo alla prossima.