Frigo, il momento è arrivato: debutto fra i pro’

22.01.2023
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E’ arrivato il momento che Marco Frigo aspettava da quando nel 2019 divenne campione italiano al primo anno negli U23 a Corsanico, in Toscana. Aveva da poco compiuto 19 anni, la maglia della Zalf sembrava il miglior viatico per un rapido transito verso il professionismo. Solo che alla fine dell’anno, il vicentino di Bassano del Grappa decise di seguire le orme di Alberto Dainese, che l’anno prima aveva lasciato la squadra di Castelfranco passando alla Seg Academy Racing in Olanda.

«Voglio imparare il più possibile – disse – e mi aspetto di crescere in un ambiente professionale e ben organizzato come quello della SEG. Andare all’estero è un grande passo, ma sono stato in contatto con Alberto Dainese ed Edoardo Affini e mi hanno davvero incoraggiato a compierlo. Quando ci siamo sentiti, mi sono convinto subito delle loro idee e dei programmi. Sono sicuro di aver fatto la scelta giusta».

Dopo i due anni nella squadra dei procuratori olandesi, per Frigo si sono aperte le porte della Israel Cycling Academy Continental e da quest’anno è arrivato il professionismo vero e proprio con la Israel-Premier Tech.

Frigo è stato tricolore U23 nel 2019: ha corso con Zalf, Seg Academy Racing e Israel
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Che effetto fa?

Sicuramente prima di tutto è una grande emozione. Finalmente è arrivato il debutto nel professionismo, anche se ho avuto un modo di provare gli scorsi anni, però. Vedremo di fare una bella gara, ci sono tante belle tappe per Nizzolo. Vedremo come sarà l’insidia del vento con queste strade molto aperte, però saremo pronti a tutto.

L’inverno è stato diverso per qualità e quantità di lavoro?

Sicuramente un po’ più di volume è stato fatto rispetto all’anno scorso anno. Però sono contento perché è andato tutto tranquillamente. Ho fatto due ritiri in Spagna, quindi è stato un bell’impegno che ci ha permesso di avere tranquillità e continuità.

La Israel Premier Tech nel 2023 correrà il Giro e il Tour: un calendario da top team
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Farete Giro e Tour, comunque un’attività importante.

Forse all’inizio ci sono stati dei dubbi per il discorso della licenza. Magari qualche corsa abbiamo dovuto beccarla con la wild card, ma va bene lo stesso. Quindi il calendario, almeno anche solo per me che sono neoprofessionista, non cambia molto. La squadra è forte, abbiamo avuto degli innesti all’ultimo momento, però si sono già integrati bene e secondo me riusciremo a fare un bell’anno e a riscattare il 2022.

Tu hai tanto da riscattare, in effetti…

Sì, lo scorso anno sono stato molto sfortunato. Mi sono fratturato a dicembre, mi sono fratturato a giugno e anche ad agosto, quindi non è stata una grande stagione. Per questo a livello personale penso di dover fare una grande annata. Cercherò di aiutare la squadra prima di tutto e di trovare la mia dimensione nel professionismo. Per vedere dove devo migliorare, cosa posso migliorare. Partire con il piede giusto è importante.

Alla Vuelta a San Juan, la punta della squadra israeliana è Giacomo Nizzolo, qui con Alan Marangoni
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Qual è stato il più grande rammarico della scorsa stagione?

Penso che l’Avenir sia stato lo smacco più grande. L’Avenir e il Giro d’Italia. Perché comunque sono passato attraverso un Val d’Aosta e lì, con una preparazione precaria, la gamba rispondeva bene. Per cui veder sfumare tutto per uno stupido incidente ha bruciato parecchio. Ecco perché sento di essere molto motivato…