Fenomeno olandese e vento nemico, la resa di Pogacar

18.03.2023
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Al bus della UAE Emirates un anno dopo. E stavolta Tadej Pogacar non ha il consueto sorriso sulla bocca. Stavolta il campione sloveno ci è rimasto più male di quel che vuol far credere. Aveva fatto una corsa (semi) perfetta, ma alla fine quel contropiede di quell’altro fenomeno che è Mathieu Van der Poel ha chiuso i giochi.

Nel clan UAE Emirates ci sono però sorrisi compiaciuti. Ed è giusto. Ci hanno provato fino in fondo. Le parole di Matxin sono il riassunto preciso della giornata: «Pazienza. Ci abbiamo provato. Cosa dovevamo fare? Non sempre si vince».

Tadej fila sul bus. Una doccia, mille pensieri, ma presto tornerà disponibile
Tadej fila sul bus. Una doccia, mille pensieri, ma presto tornerà disponibile

La grinta non basta

Tadej cerca un po’ d’acqua mentre sfila con la sua bici dopo la linea del traguardo. Poi arriva al bus, apre la tendina e senza troppi sorrisi o convenevoli s’infila dentro. Pochi secondi dopo già si sente la doccia che va. 

Andrej Hauptman, il direttore sportivo che lo ha guidato in corsa – ha giusto il tempo di dargli una pacca sulle spalle.

«Una grande grinta, una grande voglia, ma non è bastato – dice allargando le braccia il diesse sloveno – Ma abbiamo fatto tutto per fare la corsa dura fino al punto in cui è partito Tadej. Però oggi Van der Poel, Van Art e Ganna sono stati veramente forti e l’hanno battuto».

«Noi dall’ammiraglia quando è partito gli abbiamo detto di andare a tutta fino in cima. Era la sua unica arma. Nessuna comunicazione».

Il diesse Hauptman (a sinistra) con Zhao Haoyang, uno degli addetti stampa della UAE Emirates
Il diesse Hauptman (a sinistra) con Zhao Haoyang, uno degli addetti stampa della UAE Emirates

Vento galeotto?

La chiave della corsa è stata tutta nell’insistenza di Pogacar sul Poggio. E’ il destino beffardo di chi è il più forte e meno veloce. Ti aspettano al varco e ti lasciano l’onere della corsa. «Sapete – va avanti  Hauptman – Pogacar non è un velocista e lì ha dovuto giocarsi tutto».

Però forse un mezzo cambio Pogacar se lo aspettava ed è questo che probabilmente lo lascia con un po’ di amaro in bocca.

In fin dei conti era lo “scricciolo” in mezzo ai giganti. In mezzo a gente che pesa 15 o 20 chili di più. E nonostante tutto era lui a tirare. Cimolai, dopo l’arrivo, ci ha detto che il vento tendenzialmente era a favore, ma anche laterale. E a ruota si stava “bene”. Questo non è dettaglio da poco. Questo significa che se stavi a ruota, come VdP, o comunque pedalavi nel lato coperto, risparmiavi molto di più. E Tadej non è stato a ruota di nessuno…

«Erano rimasti in quattro e ognuno ha fatto la sua corsa – ribatte Hauptman – Noi abbiamo guardato i nostri interessi e gli altri ai loro. In quel momento, noi abbiamo detto a Tadej: regolare fino a cima, poi vediamo». 

Grosschartner a tutta sulla Cipressa. Il forcing della UAE è stato però un po’ tardivo e forse meno intenso di quel ci si poteva attendere
Grosschartner a tutta sulla Cipressa. Il forcing della UAE è stato però un po’ tardivo e forse meno intenso di quel ci si poteva attendere

Cipressa, che guaio

«La nostra gara è andata come volevamo… più o meno – prosegue Hauptman – Non è stato tutto perfetto. Sulla Cipressa volevamo fare un’andatura più forte, però non tutto va come si vuole per filo e per segno. Sul Poggio sì, sulla Cipressa no».

«In pratica abbiamo preso la Cipressa un po’ troppo indietro, soprattutto Felix (Grosschartner, il più scalatore, colui che doveva fare il lavoro maggiore su quella collina, ndr) ed ha speso tante energie per arrivare nelle prime posizioni e ci è arrivato dopo un chilometro e mezzo di salita». E lì, gli UAE Emirates hanno perso un po’ di tempo e di watt per fare la corsa ancora più dura.

Grande sportività. Pogacar si è complimentato subito con Van der Poel
Grande sportività. Pogacar si è complimentato subito con Van der Poel

Spunta Tadej

Dopo un po’ ecco Pogacar riaffacciarsi come un anno fa dal bus. Lo sloveno è un campione anche in questo: ci mette sempre la faccia, bisogna dirlo. Dice di non avere rimpianti… 

«No, nessun rimpianto – dice Pogacar – Avevo un obiettivo oggi ed era quello di attaccare una volta che la squadra aveva terminato il suo lavoro. Ed oggi ha svolto un grande lavoro. Devo ringraziarli per aver organizzato un attacco così.

«Stavolta ho fatto un solo grande attacco. Lo scorso anno ne avevo fatti quattro. Magari l’anno prossimo farò qualcos’altro. E poi Mathieu è stato molto forte. E’ andato via e ha fatto il vuoto. Io ero in testa ed ero già al limite. E anche in discesa è stato più bravo di noi. Uscendo dalle curve lo vedevamo che scappava via e che rilanciava».

«Ripeto, io non ero abbastanza forte per andare via da solo ma. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma continuo ad avere grandi speranze per questa gara negli anni a venire. E ora? Ora il Fiandre e vincerà il migliore anche li!».