Stefano Garzelli è della “vecchia scuola”: per lui meglio il capitano unico. Ma è altrettanto vero che il varesino sa bene riconoscere le nuove dinamiche e i valori in campo. E per lui contro lo strapotere di Pogacar meglio avere due punte. «Quando hai davanti uno come Pogacar è bene portarne due, perché sai che nel testa a testa sono tutti perdenti», ci aveva detto la maglia rosa del 2000.
E due punte le ha non solo la Jumbo-Visma, la principale rivale di Tadej, ma anche la Groupama-Fdj con Thibaut Pinot e David Gaudu (in apertura foto Instagram).
Correre compatti sarà importante e vitale. Il direttore sportivo Philippe Mauduit ci fa capire meglio come cercheranno di fronteggiare i mostri che si contenderanno la Grande Boucle.
Leader e amici
Pinot e Gaudu stanno andando molto forte. Pinot lo abbiamo visto anche dal vivo al Tour of the Alps, Gaudu si è ben comportato al Delfinato, tanto da vincere una tappa. Due punte, due leader quindi… purché non si becchino.
«Tra Pinot e Gaudu – dice con la consueta gentilezza Mauduit – le cose avverranno in modo abbastanza naturale. David ha già dimostrato di mettersi al servizio di Thibaut. E Thibaut al Giro di Svizzera ha dichiarato che è pronto a condividere le situazioni che presenterà la strada con David. E che sarebbe contento di tirare per David visto ciò che ha fatto nei suoi confronti in questi anni».
«Quello che dice Garzelli non è sbagliato, si hanno più possibilità. Pogacar ha vinto il primo Tour praticamente senza squadra. Il secondo ne aveva una migliore e lo ha gestito meglio. Quest’anno ha un team molto più forte. In più Tadej è un fenomeno e i fenomeni sono difficili da destabilizzare. Se avremo le gambe, se saremo in grado, cercheremo di attaccarlo come Ineos-Grenadiers, Jumbo-Visma…».
Magrissimo, quest’anno Pinot è tornato alla vittoria sia al TOTA che al Giro di Svizzera (in foto) Anche Gaudu ha vinto. Eccolo beffare Van Aert nella terza tappa del Delfinato
Magrissimo, quest’anno Pinot è tornato alla vittoria sia al TOTA che al Giro di Svizzera (in foto) Anche Gaudu ha vinto. Eccolo beffare Van Aert nella terza tappa del Delfinato
Alleanze sì o no?
Citando altre squadre Mauduit apre una finestra affascinante: quella delle alleanze trasversali. Un conto è che attacchino in modo alternativo due corridori della stessa squadra e un conto è che lo facciano più capitani di team diversi.
«Alleanze in comune non credo siano possibili nel ciclismo moderno – spiega Mauduit – E’ diverso rispetto a trenta anni fa. I team hanno partner con interessi troppo diversi e specifici. Ognuno fa la corsa per conto suo, pensando di portare in alto i propri colori come meglio può.
«Magari l’interesse comune può esserci in una tappa: per chiudere su una fuga o mettere in difficoltà qualcun altro. Ma sono alleanze che nascono sul terreno e sul momento».
La chiave comunque è tutta nella frase precedente di Mauduit: “gambe permettendo”. Prima di tattiche, del doppio leader e delle alleanze bisognerà essere in grado di attaccare Pogacar o chi per lui. Semmai Pinot e Gaudu possono stimolarsi negli allenamenti, nel condurre una vita da atleta agguerrito. Il galletto che vuol spodestare il re. Il re che vuole mantenere la sua leadership.
«Entrambi – riprende Mauduit – sono due ragazzi competitivi. Thibaut viene da un anno e mezzo in cui ogni due o tre settimane era costretto a fermarsi. Negli ultimi sei mesi non ha più avuto problemi e pian piano sta tornando ai suoi livelli. Ma è normale. Lui vive per la competizione. Adesso è convinto, tirato, fisicamente sano.
«L’altro, David, è cresciuto ed è sempre più sicuro e motivato. Peccato che alla Parigi-Nizza sia sia rotto una vertebra che gli ha fatto perdere tempo e quindi non ha fatto ciò che voleva al 100%, ma anche lui sta tornando al punto giusto, nel momento giusto. Quindi non dico che sono fratelli, ma di certo sono molto amici».
Lavoro di squadra
La compattezza della Groupama-Fdj si vede non solo dai due leader, ma anche dalla squadra che hanno portato e come hanno preparato l’avvicinamento al Tour de France. Lavori corali nei ritiri, cura degli aspetti tecnici, gare…
Anche se sotto quest’ultimo punto di vista è curioso notare come le due punte in questione non abbiano quasi mai corso insieme in questa stagione. L’unica gara in cui la squadra li ha schierati entrambi è stata il Mercan’Tour Classic, corsa di un giorno datata 31 maggio. Corsa, tra l’altro, sfruttata soprattutto per i sopralluoghi nei giorni successivi, visto che si correva nelle zone alpine.
«Abbiamo fatto i sopralluoghi delle tappe iniziali e due volte quella del pavè. Abbiamo inserito in squadra anche dei ragazzi in grado di tirare per questo tipo di tappe e nel vento».
«Anche le scelte tecniche le abbiamo fatte con l’aiuto della parte del team che fa le classiche. Abbiamo lavorato con loro. Abbiamo scelto ruote speciali. La bici per il pavè sarà la Lapierre Xelius (un po’ meno rigida della Aircode, ndr). Di più proprio non potevamo fare».