I due Merckx della Mtb su Van der Poel e Pidcock

11.05.2021
7 min
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Per chi non li conoscesse Julien Absalon sta alla Mtb come Eddy Merckx sta alla strada. E Nino Schurter… anche! Julien oggi dirige la sua squadra, l’Absolute Absalon, mentre Nino è ancora in attività e corre con il Team Scott-Sram.

A loro, che con le Olimpiadi hanno un certo feeling, abbiamo chiesto dei due grandi fenomeni della strada che fanno rotta su Tokyo per la Mtb, Tom Pidcock e Mathieu Van der Poel. Le Roi, vanta due Olimpiadi. E un terzo oro, lo ha perso mentre si stava recando al via di Londra 2012, quando subì una impercettibile foratura. Julien si accorse di aver bucato sul count down. Nino invece a Rio 2016 si è preso il titolo a cui teneva di più.

Ricognizione di Rio 2016. Sagan si affida all’esperienza di Absalon (a sinistra)
Ricognizione di Rio 2016. Sagan si affida all’esperienza di Absalon (a sinistra)

Absalon: due fenomeni

Non è la prima volta che uno stradista partecipa alle gare di Mtb persino a quella olimpica, lo aveva già fatto Sagan a Rio 2016, ma lo slovacco non aveva le carte in regola per pensare ad una medaglia. Tom e Mathieu invece non solo aspirano alla medaglia, ma anche al metallo più pregiato.

«Per me questi personaggi possono vincere – dice Absalon – si tratta di due  fuoriclasse. VdP può vincere tutto: su strada, in Mtb e nel cross. E – aggiunge – anche contro Schurter. Il rischio per lui è il Tour. Ha detto che ci andrà ma se lo farà tutto rischia di arrivare stanco, di sprecare troppo, se invece farà dieci tappe allora andrà fortissimo.

«Ma c’è una cosa per me che lo ha avvantaggiato: il Covid. Se non ci fosse stata la pandemia avrebbe corso ininterrottamente, non si sarebbe “rigenerato” e sarebbe arrivato stanco. Così invece Vdp ha potuto programmare bene i suoi impegni e ha curato anche la parte tecnica in Mtb».

Ma Absalon non dimentica l’inglese.

«Tom invece è più acerbo di Mathieu. Ha vinto il mondiale U23, l’ho visto guidare in più di qualche occasione in Coppa e devo dire che in discesa è velocissimo, guida alla grande. Esce da questa prima parte di stagione su strada più forte di prima e più consapevole dei suoi mezzi. Potrebbe avere solo il problema di essersi stancato un po’ troppo. Lui ha già annunciato un avvicinamento diverso (ed ha esordito nelle gare di Mtb con una vittoria in Swiss Cup, ndr). Vedremo…».

Tom Pidcock ad Albstadt. Domenica si replica Nove Mesto. Il percorso sarà molto più tecnico
Pidcock ad Albstadt. Domenica si replica Nove Mesto. Il percorso sarà molto più tecnico

Adattamento rapido

Ma come si può passare da una disciplina all’altra con così poco adattamento? Anche perché poi bisogna farlo a livelli siderali. Non è un cross country di provincia.

«Bisogna considerare che stiamo parlando di fenomeni – ricorda Absalon – sono pochissime le persone al mondo che sono in grado di passare da una bici all’altra con questa naturalezza. Tra le donne ci riusciva Pauline (Ferrand-Prevot, ex iridata su strada nonché attuale compagna dello stesso Absalon, ndr). Loro riescono ad adattarsi in tempo reale».

Un passaggio del test event (femminile) di Tokyo che rende bene il tasso tecnico del percorso
Un passaggio del test event (femminile) di Tokyo che rende bene il tasso tecnico del percorso

Il percorso di Tokyo

Nella Mtb rispetto alla strada non contano “solo” le gambe, la tecnica di guida incide molto e questa è legata alla tipologia di percorso. Né Pidcock, né Tom hanno provato quello di Tokyo. Absalon parla di un tracciato molto esplosivo, con tante salite brevi ma ripidissime, un percorso che ricorda molto le caratteristiche fisiche che si devono avere in un ciclocross.

«Un percorso da biker veri in cui è avvantaggiato chi ha una grande partenza, perché a mio avviso non è così facile rimontare. E per questo serve potenza». Stando a queste parole emerge l’identikit perfetto di VdP e si capisce perché abbia scelto di puntare sulla Mtb.

«Un favorito? Difficile dirlo. Avancini sta andando molto forte, ma anche Koretzky e Carod stanno crescendo e sono bravi tecnicamente. E poi chiaramente c’è Nino. Sarà molto interessante vede “Pid” e VdP con loro, pensando anche al fatto che non partiranno nelle primissime posizioni».

Van der Poel ad Albstadt è partito molto forte, ma poi è calato giungendo 7°
Van der Poel ad Albstadt è partito molto forte, ma poi è calato giungendo 7°

Un bene per la Mtb

Però se due stradisti o comunque due atleti polivalenti dovessero arrivare e battere gli specialisti non sarebbe una bella cosa per il circus della Mtb.

«Per me – conclude Absalon – la loro presenza porta ad una buona esposizione mediatica il nostro sport. Entrambi muovono sponsor e grande appeal. I mei ragazzi, per esempio, sono orgogliosi di scontrarsi con loro e anzi sono stimolati a fare ancora di più. Si sono allenati ancora meglio sui loro punti di forza: guida, tecnica e tanta Mtb. Non si sono lasciati influenzare».

VdP in testa e Pidcock a centro gruppo. Queste sfide su ogni terreno esaltano anche i media
VdP in testa e Pidcock a centro gruppo. Queste sfide su ogni terreno esaltano anche i media

Parola a Nino

E dopo aver ascoltato Absalon, passiamo al campione olimpico in carica, Nino Schurter. Lo svizzero è l’erede naturale del francese. Per anni i due hanno dato vita a duelli epici, spartendosi tutto. Nino e Julien da una parte e il resto del mondo dall’altra. 

Quel che è interessante è che è stato proprio Van der Poel a incrinare l’assoluto dominio di Schurter dopo il ritiro di Julien. Una volta riusciva a tenerlo a bada con la tecnica, ma da quando Vdp è migliorato anche sotto quell’aspetto le cose sono cambiate.

«Come tutti, anche io ho dovuto riadattarmi un po’ al passato – dice Schurter – Di solito facevamo la Cape Epic a marzo (il Tour de France della mtb, una gara a tappe, ndr) invece sono stato sì in Sud Africa, ma per un training camp. Le prime due gare che ho fatto sono state buone, ho vinto. E questo mi rende ottimista per il resto della stagione.

«L’obiettivo principale sono sicuramente le Olimpiadi, ma questo non significa che andrò ai mondiali non ben preparato. Tutte le gare sono molto importanti. Anche dal punto di vista psicologico. Ai Giochi si affilano i coltelli anche per i mondiali».

Schurter in Germania ha chiuso secondo superato in volata da Koretzky alle sue spalle
Schurter in Germania ha chiuso secondo superato in volata da Koretzky alle sue spalle

Vecchio ma tosto

La concorrenza aumenta: Sarrou (iridato in carica), Avancini, Koretzky, che ha vinto domenica ad Albstadt proprio davanti a lui, e appunto i due fenomeni: questo di certo gli mette pressione e magari al tempo stesso gli toglie qualche certezza.

«Il fatto che sto invecchiando è un dato di fatto così come la concorrenza che sta aumentando. Ma ho ancora molti anni di esperienza a cui aggrapparmi – dice Nino – mi concentro su me stesso e cerco di fare il meglio possibile. Se poi questo è ancora abbastanza buono per resistere ai più giovani lo vedremo strada facendo. Una cosa è certa, non ho paura di nessuno.

«Il percorso di Tokyo è frenetico con salite molto ripide. Non sono troppo lunghe ma con il passare dei giri faranno la differenza. È anche abbastanza tecnico con salti e drop che mi piacciono molto. Credo che questo sia adatto a me e non solo a Tom o a Mathieu. E detta tra noi, non penso che loro abbiano alcun vantaggio. Una gara di Mtb dura 90′ ed è molto diversa da qualsiasi corsa su strada. Personalmente non vedo l’ora di correre la mia quarta Olimpiade».

Nino accoglie sul traguardo di una gara del 2018 un giovanissimo Van der Poel
Nino accoglie sul traguardo di una gara del 2018 un giovanissimo Van der Poel

Concentrato su VdP

A “preoccupare” di più Schurter sembra essere Van der Poel, forse perché con Pidcock ancora non ha avuto un vero scontro diretto essendo stato l’inglese U23 fino alla passata stagione.

«Sì sì, seguo le loro gesta e con interesse. Lo spettacolo di Van der Poel è stato impressionante. A partire dal mondiale di ciclocross fino alle classiche. Ormai è uno dei migliori professionisti su strada e cross. Mi chiedo solo se non abbia mai bisogno di una pausa o non si stanchi mai di tutte queste gare! Rispetto molto quello che fa e gli dò il benvenuto nella Mtb. La sua presenza è un valore aggiunto per la nostra disciplina.

Sagan è arrivato a Rio2016 sapendo di non poter vincere, VdP e Pidcock invece puntano decisamente al podio: cosa pensa Schurter degli stradisti che arrivano e possono trionfare?

«Il passato di Peter come biker era piuttosto lontano e non aveva abbastanza gare per essere competitivo per le medaglie a Rio. Per VdP e Pidcock invece il discorso cambia, eccome. Hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere tra i pretendenti per il podio alle Olimpiadi. Non so quante reali possibilità abbiamo loro due di vincere perché non sono sicuro di quante gare faranno prima delle Olimpiadi».