Tra coloro che sono usciti con le “ossa rotte” dalla tappa di Montalcino c’è anche “Roccia”, Davide Formolo. Il veronese si è trovato nel classico posto sbagliato al momento sbagliato. E questo, come lui stesso ha detto, ha stracciato i sogni di gloria. Cioè far bene nella classifica generale.
L’importante però è che le ossa non si siano rotte per davvero e che Formolo oltre a non perdere il suo proverbiale sorriso sia ancora in corsa.
Con la bici di Molano
«Non eravamo neanche messi malissimo come squadra per quel che riguarda le posizioni – dice Formolo – ma proprio nell’ultima curva a sinistra del primo settore mi è partita la ruota anteriore e sono caduto. Sono ripartito subito, ho perso qualche metro ma ho visto che il cambio non funzionava più e mi sono dovuto fermare per cambiare la bici. In quel momento non c’era la macchina e ho preso la bici di Molano. A quel punto mi sono ritrovato nel terzo gruppo e… E lì è finito tutto.
«Davanti si è rotto il gruppo. La Ineos-Grenadiers che cercava di staccare gli altri ha imposto un ritmo elevatissimo e il ritardo all’arrivo è stato pesante (9’23” da Schmid, ndr). Ma non poteva non essere così».
Formolo ha dei graffi sul fianco sinistro e una vistosa fasciatura al braccio. La notte in questi casi non è facile, non si riposa bene. Ma il veronese ammette che tutto sommato è andata via tranquilla.
A caccia di tappe
E riposare alla grande sarebbe stato importante in vista della tappa di oggi, verso Bagno di Romagna, perfetta per riscattarsi subito. Tanti chilometri e tante salite: ideale per Roccia.
Chiaramente da oggi cambia il Giro d’Italia di Formolo: non più la classifica ma le tappe nel mirino.
«Eh sì, posto sbagliato nel momento sbagliato: quando le cose non girano c’è poco da fare. Ho fatto secondo alle Strade Bianche, pensavo fosse un giorno in cui poter guadagnare sui miei rivali, invece sono qui a leccarmi le ferite. Però chiusa una porta si apre un portone. Le occasioni da qui a Milano non mancano. Dopo di ieri devo ripartire con altri obiettivi e anche più belli. Voglio alzare le braccia al cielo. E’ la cosa che ogni ciclista sogna».
Gli occhi a Sega di Ala
E le tappe per attaccare non mancano. In teoria essendo uscito di classifica il corridore della Uae già da oggi avrebbe avuto spazio. Dopo la partenza da Siena il gruppo è filato via ad oltre 47 di media nella prima ora, segno che in tanti volevano attaccare. Formolo ci ha provato, ma non ci è riuscito: in questi casi non è facile azzeccare la fuga.
Ma all’orizzonte le montagne gli strizzano l’occhio. Zoncolan, Giau e soprattutto Sega di Ala, la salita di “casa”. Il Davide Formolo Fan Club sta preparando una grande festa per quel giorno.
«Quella di Sega di Ala arrivando sulle strade di casa è la tappa regina per me – conclude Formolo – Però ogni giorno sarà una buona occasione per provarci. Sul piano fisico sto bene, le escoriazioni sono lievi e sono fiducioso».
Già domani si arriva vicino casa di Formolo, ma certo la Ravenna-Verona piatta come un biliardo, non è che sia proprio adatta a lui. Non fa parte delle “occasioni buone”.
«Eh direi di no! Quella la lasciamo al mio conterraneo Viviani dai! Ma da oggi si torna a sognare…».