Svolta Vasseur, la vittoria più bella deve ancora arrivare

20.07.2023
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SAINT GERVAIS MONT BLANC – Due tappe vinte al Tour sarebbero un capitale enorme di soddisfazione, morale e marketing per chiunque, figurarsi per la Cofidis che non vinceva nella corsa di casa dal 2008. Prima Lafay a San Sebastian, poi Ion Izagirre a Belleville en Beaujolais hanno riportato il sorriso nel gruppo francese, con il team manager Cedric Vasseur, vincitore a sua volta di due tappe al Tour, che finalmente inizia a vedere il frutto di tanti anni di ristrutturazione. Per la squadra che due anni fa lottava per i punti della salvezza, si tratta di un innegabile cambio di direzione.

Vasseur ha vinto a sua volta due tappe al Tour: la prima nel 1997 a La Chatre, la seconda (qui sopra) nel 2007 a Marsiglia
Vasseur ha vinto a sua volta due tappe al Tour: la prima nel 1997 a La Chatre, la seconda (qui sopra) nel 2007 a Marsiglia
Che cosa ha significato per voi vincere quelle due tappe?

E’ fantastico. La prima era già stata una liberazione, dopo un’attesa così lunga. Puoi fare buone stagioni e vincere molte gare, ma se non vinci al Tour de France, sei considerato una squadra di seconda fascia. Credo che questa volta abbiamo dimostrato che tutto il lavoro fatto, il reclutamento dei corridori e la scelta del personale ci hanno permesso di vincere. E quando vinci al Tour, hai anche il livello per vincere una classica WorldTour, puoi diventare campione del mondo, puoi vincere molte altre gare. Il Tour de France è come correre una classica ogni giorno, questo significa che la qualità sportiva è cresciuta. Siamo molto felici.

Come si possono descrivere le fasi di questo cambiamento?

Il 2020 è stato complicato, abbiamo avuto Viviani e Martin con il Covid e c’è stato poco da fare. Nel 2021 ho cominciato a vedere qualche progresso. L’anno scorso, abbiamo chiuso al 10° posto e abbiano cominciato a lavorare in modo diverso. Abbiamo creato dei gruppi di lavoro. Siamo andati in altura, quest’anno i corridori sono stati a Tignes per tre settimane prima di volare a Bilbao. E soprattutto avevamo forte il desiderio di vincere.

Più che in passato?

Siamo arrivati al Tour de France con 11 vittorie, non sono poche. Facciamo parte delle migliori squadre e sapevamo che la qualità sportiva della squadra è cresciuta. Dovevamo solo dimostrarlo vincendo e loro l’hanno fatto. Allegria!

Ion Izagirre ha vinto e poi ha detto che il Tour della Cofidis non era finito quel giorno.

Ha ragione. Non è finita perché quando vinci una tappa, vuoi la seconda. Quando ne vinci due, ti convinci di poter vincere la terza. Rimane quasi una settimana e penso che ci siano ancora opportunità. Sono sicuro che il team Cofidis farà ancora qualcosa di molto buono da qui a Parigi.

All’appello fra i gioielli di casa Cofidis manca Guillaume Martin, sempre nel vivo sulle saite
All’appello fra i gioielli di casa Cofidis manca Guillaume Martin, sempre nel vivo sulle saite
Si può dire che ormai sia la squadra dei sogni di Vasseur?

Se parliamo di sogni, dobbiamo sempre alzare l’asticella. Ma penso che il lavoro che è stato fatto, sia stato premiato. Da un lato mi appaga, dall’altro mi dà l’ambizione di puntare più in alto, perché puoi sempre puntare più in alto. Penso che questa squadra oggi abbia la convinzione di poter vincere ovunque: al Giro, al Tour e alla Vuelta. Penso che il nostro obiettivo sia dimostrare che ci meritiamo il nostro posto tra le 10 migliori squadre del mondo.

Uno dei vostri tecnici, l’italiano Damiani, ha un modo di dire, che mette da sempre davanti ai suoi corridori: ne ha parlato anche con te?

«Toujours pour gagner», sempre per vincere. E’ diventato il nostro hashtag ufficiale. Chiaramente Roberto lo ha detto a tutti e significa che qualunque sia la situazione, anche se abbiamo già vinto delle gare, bisogna sempre cercare di vincerne di più. Questo è importante: la vittoria più bella è quella che ancora ci attende.