De Pretto e i primi (incoraggianti) passi nel WorldTour

15.06.2024
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La prima stagione tra i professionisti di Davide De Pretto sta procedendo secondo il piano stabilito dal suo team, la Jayco-AlUla. Il veneto classe 2002, rientrato pochi giorni fa dal Giro del Delfinato, sta mettendo insieme tante esperienze differenti. Il suo calendario fino ad ora recita: 36 giorni di corsa, di cui l’esatta metà, 18, nel WorldTour. 

De Pretto ha collezionato presenze a gare importanti, come Strade Bianche, Milano-Sanremo, Liegi e Delfinato. A queste ha alternato corse minori dove però ha avuto modo di mettersi alla prova, collezionando qualche piazzamento e il suo primo podio tra i professionisti, al Tour of Oman. A cui sono seguiti un secondo e un terzo posto di tappa alla Coppi e Bartali

De Pretto è alla sua prima stagione tra i pro’ in maglia Jayco-AlUla
De Pretto è alla sua prima stagione tra i pro’ in maglia Jayco-AlUla

Le fatiche francesi

Al Giro del Delfinato De Pretto ha avuto modo di toccare con mano i ritmi che si respirano in una corsa a tappe di alto livello. Tutti i giorni si sfiorano ritmi altissimi, la fatica nelle gambe e tanta esperienza da mettere in cascina. 

«Sto bene, ho finito da poco di allenarmi – racconta – in palestra per la precisione. Sto continuando a farla, anche durante la stagione, soprattutto per la parte alta, il cosiddetto core. Con il Delfinato ho messo alle spalle un po’ di fatica, ora recupero in vista del campionato italiano del 23 giugno. In Francia la cosa che ho notato è come i primi vadano davvero forte. Arrivavo da un periodo di altura nel quale non ero stato bene, quindi la condizione non era quella desiderata. Avevo nel mirino le tappe due, tre e cinque, ma senza una gamba adeguata era impossibile anche pensare di tener duro».

De Pretto ha già corso molte gare importanti, tra cui la Strade Bianche
De Pretto ha già corso molte gare importanti, tra cui la Strade Bianche
Una bella esperienza comunque?

Assolutamente, ho visto qual è il ritmo al Tour de France. I miei compagni più esperti mi hanno detto che i ritmi sono gli stessi. In salita tutti tenevano duro, era difficile vedere gente che si staccava subito (questo dettaglio lo ha notato anche Fancellu, ndr). 

Stagione piena fino ad ora…

Sono contento di ciò, ho iniziato a correre il 21 gennaio in Spagna alla Ruta de la Ceràmica e praticamente non mi sono mai fermato. Ho avuto il mio spazio nelle gare minori, come le 2.Pro o le 2.1 come la Coppi e Bartali. Nel WorldTour, invece, ho fatto parecchia fatica. Anche se al Giro dei Paesi Baschi ho conquistato la mia prima top 5 nella massima categoria. Quel giorno, devo ammettere, ero parecchio felice. 

Il primo podio è arrivato al Tour of Oman, terzo nella quarta tappa
Il primo podio è arrivato al Tour of Oman, terzo nella quarta tappa
La condizione era al livello previsto?

Stavo bene, forse un po’ stanco, tanto che dopo i Baschi mi sarei fermato volentieri, ma la squadra ha voluto portarmi in Belgio per fare Freccia e Liegi. Ci tenevo anche io, così ho stretto i denti e sono andato.

Tra gli U23 alla Liegi hai fatto terzo, com’è stato correre quella dei professionisti?

Sono molto diverse, anche solo per la distanza. Correre 80 chilometri in più non è semplice, poi i metri di dislivello tra i pro’ sono 4.500. E’ una corsa per gente leggera. Per il futuro penso possa diventare una gara adatta a me, con salite brevi ed esplosive. Penso sia una questione di maturazione, perché dopo 220 chilometri devi avere le gambe per attaccare sulla Redoute e reggere il ritmo dei migliori. 

Durante l’inverno ha fatto un carico di lavoro quasi doppio rispetto a quando era U23 (foto Instagram)
Durante l’inverno ha fatto un carico di lavoro quasi doppio rispetto a quando era U23 (foto Instagram)
Crescita e fondo. A proposito in inverno come hai lavorato?

Durante la preparazione le ore sono raddoppiate rispetto a quelle che facevo tra gli under 23. Ho messo alle spalle tanto fondo, poi con l’avvicinamento alle gare abbiamo fatto sempre più intensità. Anche nel ritiro appena concluso ad Andorra l’ultima settimana ho messo nelle gambe allenamenti più intensi. Rispetto allo scorso anno faccio più lavori di forza in palestra piuttosto che in bici. 

Se si guarda al calendario si nota come tu stia facendo molte più gare a tappe rispetto a quando eri U23. 

Questo mi sta dando una grande mano nel crescere e migliorare. Già dalla seconda corsa a tappe di quest’anno, il Tour of Oman, mi sentivo sempre meglio. Da under 23 fare una gara a tappa mi stancava molto, arrivavo gli ultimi giorni finito, non vedevo l’ora che finisse. Ora arrivo fresco, con ancora energia in corpo, ho un recupero migliore. 

Fino ad ora De Pretto ha preso parte a tante corse a tappe, ben cinque da febbraio a giugno
Fino ad ora De Pretto ha preso parte a tante corse a tappe, ben cinque da febbraio a giugno
Altura alle spalle, come stai?

La condizione sta crescendo, sono uno che ha bisogno di correre per metabolizzare i lavori fatti in altura. Il Delfinato ne è stata la prova, ma sono contento di come l’ho finito. Ora punto agli italiani e subito dopo il Giro d’Austria dal 2 al 7 luglio. Alla fine vedremo come starò, potrei fare Castilla y Leon a luglio, poi Arctic Race e infine San Sebastian. Ma prima, durante il Tour de France, noi che non corriamo faremo un ritiro a Livigno.