Biagio Conte ha rinunciato al suo contratto a tempo indeterminato con la Work Service di Massimo Levorato per rispondere alla chiamata di Zanatta e la Eolo-Kometa. Stefano gli ha parlato chiaramente. Il primo contatto lo avevano avuto con Scirea, però Mario ha preferito restare in federazione accanto a Roberto Amadio (magari domani con la nomina dei tecnici federali capiremo anche il perché). Così Zanatta si è ricordato di Biagio, salito a suo tempo alla Liquigas dopo aver fatto la gavetta fra i dilettanti e ormai fuori dal professionismo dal 2014.
«E’ naturale che pensassi di rientrare tra i pro’ – spiega Conte – ma intanto lavorando alla Work Service sono rimasto nell’ambiente. In realtà mi ero così affezionato ai corridori, che non ci pensavo quasi più. Mi piaceva l’idea di farli crescere».
Nuova ambizione
Cinquantatré anni, palermitano sposato a Sacile, otto anni da professionista con due tappe alla Vuelta e una al Giro, Conte era arrivato in Liquigas dopo averne guidato per qualche anno la squadra satellite. Quella Marchiol in cui erano passati, fra gli altri, Cimolai e Viviani.
Pare che le sue dimissioni non siano state prese proprio con entusiasmo nel team Work Service, che su di lui puntava per crescere ancora, ma il richiamo della Eolo-Kometa e del suo amico Zanatta ha avuto voce più potente.
«Sono grato alla Work Service per avermi inserito nel mondo del lavoro – dice – ma un minimo di ambizione c’era ancora. Sono andato a incontrarli a Jesolo durante le classiche venete e ho dato un’occhiata all’organico. E’ un bel gruppo e per me sarà un cambio di pelle e di prospettiva.
«Ho lavorato perché gli juniores non avessero lo stress della vittoria e la pressione di fare risultato a tutti i costi, anche se Massimo (Levorato, proprietario della Work Service, ndr) è uno che ci tiene. Nella continental sapevamo che sarebbe stato difficile fare risultato tra i professionisti, per cui si andava per fare esperienza, entrare in fuga e farsi notare. Nei professionisti invece si va alle corse con l’ambizione di fare risultato e di conseguenza cambia l’impostazione di corsa».
Occhio privilegiato
Il suo è stato per qualche stagione un punto di vista privilegiato. La Work Service ha praticamente tutta la filiera, dai bambini alla continental e poter osservare così da vicino il percorso sportivo e di vita dei ragazzi gli ha offerto lo spaccato di cosa significhi voler fare il corridore oggi in Italia.
«Ormai purtroppo – dice – si affidano ai procuratori già da allievi e hanno da subito in testa obiettivi difficili da raggiungere. Oppure magari non è un male e sta bene così, chi può dirlo?! Nel nostro piccolo, ci siamo ritrovati con uno junior forte che tentennava e non voleva passare nella continental, perché voleva aspettare che si creasse il contatto con una WorldTour. Il guaio è che non riescono a essere obiettivi. Poi chiaramente il contatto non si è creato e il ragazzo è tornato nella WorkService».
Somma di ambizioni
Dal prossimo anno si volta pagina. Zanatta e Basso stanno lavorando per ricreare lo staff dirigenziale della Liquigas, con l’impegno particolare di Ivan di richiamare coloro che a vario titolo sono stati importanti per la sua carriera.
«Il gruppo è bello – dice Conte – e affiatato. Zanatta evidentemente voleva qualcuno di cui già conoscesse il modo di lavorare e che conoscesse il suo. Abbiamo lavorato insieme per cinque anni e il fatto di essere stato accolto bene da tutti mi ha dato grande entusiasmo. Conosco tanti di questi ragazzi, anche se non ho mai lavorato con loro, per averli visti all’opera fra gli under 23. Ora sono a riposo, ma presto inizieremo a fare cose insieme. Credo che unendo la mia e la loro ambizione, si potranno fare delle belle cose».