Cattaneo, la roulette del vento e quegli ultimi 100 metri

12.08.2023
4 min
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STIRLING – Quando ti fermi a pensare che soltanto sette campioni al mondo sono stati più forti di te nel massimo evento della crono, magari ti accorgi di aver fatto davvero una gran cosa. Per questo c’è da capire che dopo l’arrivo ieri Mattia Cattaneo sprizzasse felicità. Soltanto Italia, Belgio e Gran Bretagna sono riuscite a mettere due atleti nei primi dieci, segno che sul fronte delle crono non siamo messi poi tanto male, avendo vinto quella degli under 23, preso il bronzo fra le donne junior e centrato un bel sesto posto con gli juniores.

«Sono super contento – ha detto appena tagliato il traguardo – ho trovato il percorso molto lineare, con il vento che ha dato fastidio. All’inizio è di fianco, poi giri a destra e diventa a favore, poi giri a sinistra e torna di fianco, infine giri a sinistra e te lo trovi in faccia. Quindi è stato un continuo cambiare impostazioni sulla bici. Non so se si potevano scegliere altri materiali. Quelli che io chiamo “gli scienziati” hanno studiato e stabilito che le ruote che ho usato fossero le più veloci, quindi probabilmente è stato così».

Un tatuaggio che invita al buon umore: sorridi sempre, ottima massima di vita
Un tatuaggio che invita al buon umore: sorridi sempre, ottima massima di vita

Di mattina su strada

In mattinata, mentre Ganna ha preferito restare sui rulli, Cattaneo ha scelto di andarsi a fare un giretto su strada, poi insieme sono arrivati al bus Vittoria che erano le 14. Qualche autografo e ne sono scesi per scaldarsi sui rulli un’ora prima delle rispettive prove, separate fra loro da appena venti minuti. Gli auricolari nelle orecchie, l’asciugamano sulla ruota anteriore, Mattia ha iniziato a pedalare intorno alle 14,50, in un momento in cui sul piazzale ai piedi del castello di Stirling batteva un bel sole caldo e il vento continuava a far sventolare le bandiere. Il gilet ghiacciato lo ha fatto rabbrividire, ma gli ha consentito di scaldarsi mantenendo costante la temperatura corporea.

I meccanici avevano già preparato le tre bici: quella da gara, quella da riscaldamento e quella di scorta. Per ciascuna hanno ripassato la pressione delle gomme, per essere certi che non vi fossero differenze. In queste giornate attorno al bus della nazionale c’è un andirivieni di figure di ogni genere: dal metodologo alla psicologa, gli addetti ai social, il fisioterapista, ovviamente i meccanici, qualche giornalista e per finire le autorità federali

Archetti, Catabiani e Cornacchione al capezzale della ruota anteriore di Cattaneo
Archetti, Catabiani e Cornacchione al capezzale della ruota anteriore di Cattaneo

L’arrivo sullo strappo

La grossa incognita della crono, tolto il vento, era il muro finale, che ha tenuto banco nell’osservazione delle altre crono per la scelta dei rapporti migliori.

«Me lo immaginavo – ha spiegato Cattaneo – come uno sforzo molto più prolungato. Quando arrivi dopo una cronometro così impegnativa, uno strappo così ti sembra che duri 5 minuti. Invece in realtà è stato molto veloce fino agli ultimi 100 metri e poi da lì è stata solo sofferenza. Fra i 15 e i 20 secondi, non so neanche io quanti ne siano passati per arrivare al traguardo. Però in realtà credevo che fosse molto più lungo».

Mattia Cattaneo ha corso la crono a 50,081 di media, chiudendo a 1’57” da Evenepoel
Mattia Cattaneo ha corso la crono a 50,081 di media, chiudendo a 1’57” da Evenepoel

Venti watt in più

Non c’è stato neppure il tempo per Cattaneo di dare qualche indicazione a Ganna, dato che si sono ritrovati sul percorso contemporaneamente. E così il bergamasco è arrivato al traguardo con una ottima prova fra le mani che premia gli sforzi fatti nella specialità con il supporto della squadra. Sin da quando volò a San Francisco con lo stesso Evenepoel per il primo passaggio in galleria del vento, passando poi per ottime prove al Tour, i podi al campionato italiano, infine la vittoria di pochi giorni fa al Tour de Pologne.

«Eravamo troppo vicini perché gli dessi indicazioni – ha spiegato – così ho fatto la mia bella prova e l’ho tenuta per me (ha sorriso, ndr). Non ho rimpianti. Dico solo che ho fatto 20 watt in più medi di quelli che erano nel mio programma, quindi me ne vado da questo mondiale con ottime sensazioni e la soddisfazione di aver fatto un ottimo investimento sulla cronometro».