Con cinque vittorie, un sacco di piazzamenti e una crescita importante, Walter Calzoni si appresta ad iniziare la sua prima stagione da professionista. E lo farà nelle fila della Q36.5 Pro Cycling Team.
L’ormai ex atleta della Delio Gallina Ecotek Lucchini, è stato uno degli atleti più costanti alle dipendenze di patron Cesare Turchetti. Il duro lavoro ha pagato e alla fine per Calzoni sono arrivate anche le convocazioni in azzurro. E solo uno strepitoso Lorenzo Germani gli ha tolto la gioia della maglia tricolore.
Walter un 2022 e ti ritrovi professionista con una squadra che sembra avere solide basi. Come sono stati questi primi approcci?
Per adesso ci siamo trovati solo ad ottobre per fare qualche riunione, per provare le misure delle bici e dell’abbigliamento. A dicembre non siamo andati in ritiro, ma andremo adesso a gennaio. E quindi conoscerò bene tutti. Però il mio direttore sportivo (Missaglia, ndr), il mio preparatore e un po’ di dirigenti li ho già incontrati. Il progetto sembra buono, quindi vedremo!
Dove vi siete trovati la prima volta?
Eravamo in un hotel, di cui adesso mi sfugge il nome, comunque in Italia vicino a Malpensa. Sono stati quattro giorni in cui le impressioni a freddo sono state positive. Ricordo che appena sono arrivato il primo che ho visto è stato Gianluca Brambilla. Lui era arrivato in anticipo. Sono andato da lui, mi sono presentato. Ero un po’ in soggezione perché comunque ero con un corridore che ha vestito la maglia rosa.
Ma “Brambi” è buono!
Un po’ di ansia ce l’avevo! Però presto ho capito che sono tutte persone normali. Anche se sono lì da anni e hanno vinto già tanto. Lo stesso Brambilla in quei giorni mi ha subito dato qualche consiglio. Ho trovato tutte persone più che disponibili. E si è notata subito la differenza con le squadre precedenti. Ma credo sia normale. E’ un grosso step.
Quando e dove andrete in ritiro?
Andremo a Calpe dal 9 al 22 gennaio.
Conosci già il tuo programma?
Non ancora. Ci diranno tutto lì. Da quello che so intanto ci daranno il calendario per i primi sei mesi di stagione e poi vedremo strada facendo. La cosa più importante sarà quella di allenarsi bene e fare gruppo. So che faremo delle riunioni singolarmente con i direttori sportivi e gli altri dello staff.
La bici già ce l’avete? Perché la vostra sembra essere misteriosa!
Sì, sì! E’ arrivata proprio poco prima della fine dell’anno e l’ho provata subito. E’ strepitosa. Nei dilettanti hai una bella bici, però qua hai il top! Più di così non si può e questo è anche uno stimolo in più.
Scott vi fa scegliere o avrete un modello unico?
Sarà una bici unica in quanto il modello nuovo di Scott è sia aero che per la salita.
Prima ci hai detto di Brambilla, che consigli ti ha dato Gianluca?
Visto che eravamo ad ottobre mi ha ribadito l’importanza di staccare bene a fine stagione. Di non fare l’errore proprio perché si è dei neopro’ di voler cominciare subito l’anno nuovo senza riposare. Altrimenti la preparazione ne avrebbe risentito più in là: comunque la stagione è lunga. In più so che i ritiri con la squadra avranno carichi di lavoro un po’ più pesanti rispetto ai ritiri che si facevano nelle altre categorie.
E ti spaventa questa cosa?
No, no, anzi… Alla fine meglio fare più lavoro in allenamento e meno fatica in gara poi. Già adesso ho fatto qualcosina in più rispetto agli altri anni. Ma la differenza non è tanto in quello. Più che altro in questo periodo dell’anno decidevo io come allenarmi, facevo da me. Adesso invece c’è il preparatore, Mattia Michelusi, che mi dà il programma con tutti i lavori specifici e le intensità da rispettare. Semmai ho introdotto un po’ di palestra: gli altri anni ne facevo poca, quasi niente. E più pesante, però va bene così: è il mio lavoro adesso.
Nibali si vede?
Poco. Poi lui ha un ruolo più dirigenziale. Quando eravamo a Malpensa in quei giorni era sempre in riunione. Ricordo che non veniva mai a cena prima delle 21,30.