La Bora-Hansgrohe secondo Cesare Benedetti

03.05.2023
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Lo scorso anno hanno vinto il Giro d’Italia con Jay Hindley, questa volta come andranno le cose per la Bora-Hansgrohe? Nell’ultima corsa rosa la squadra tedesca si mostrò compatta e “istrionica”. Istrionica in quanto ha riservato tattiche inaspettate, grandi attacchi e compatta perché nel momento in cui si è capito che fosse emerso un leader tutti hanno fatto quadrato intorno a lui, a cominciare da Cesare Benedetti.

E con il “polacco del Trentino” cerchiamo di fare proprio un’analisi della Bora che fu e di quella che sarà. Benedetti sembra aver recuperato bene dalla frattura della clavicola in quella folle caduta alla Sanremo poco prima della Cipressa. Al Romandia si è subito messo a disposizione del team.

«Tutto sommato – spiega “Cece” – non va male. Dopo la frattura sono riuscito a risalire in bici abbastanza presto. Al Romandia non correvo da oltre un mese».

Il team di Denz col Trofeo Senza Fine sul podio di Verona. Grande festa per la Bora
Il team di Denz col Trofeo Senza Fine sul podio di Verona. Grande festa per la Bora
Cesare, sei un totem di questo gruppo. Aiutaci a capire meglio le vostre dinamiche e il vostro gruppo. Partiamo dallo scorso anno…

Nel 2022 avevamo tre leader: Jay Hindley, Emanuel Buchmann e Wilco Kelderman, ma in realtà alla partenza non sapevamo chi potesse davvero andare bene. Tutti e tre uscivano da un periodo problematico. Wilco era caduto alla Liegi, Hindley neanche l’aveva fatta perché era stato male e Buchmann era uscito malconcio dai Baschi. Quindi siamo partiti senza certezze, ma anche senza pressioni. La cosa buona è che è arrivata presto la vittoria di Kamna che ci ha tolto lo stress da risultato e da lì tutto è stato più facile.

E quest’anno come vi approcciate al Giro?

I leader saranno due: Aleksandr Vlasov e Lennard Kamna. Entrambi hanno avuto un buon avvicinamento. Non siamo i favoriti, è chiaro, ma per me è meglio così. Gli occhi sono tutti puntati su Evenepoel e Roglic e le loro squadre sono le più attrezzate anche su carta.

Però siete i campioni uscenti, magari un po’ di pressione ce l’avrete?

Secondo me no. Andiamo al Giro con dei corridori diversi. Vlasov era al Tour l’anno scorso. E poi se la pressione non la sente lui – e lui non la sente – perché dovremmo averla noi? Forse ne avrà un po’ di più Kamna che dopo il bel Giro dell’anno scorso è chiamato a confermarsi e a vincere una tappa quantomeno.

Lennard Kamna e Aleksandr Vlasov saranno i capitani della Bora-Hansgrohe al Giro
Lennard Kamna e Aleksandr Vlasov saranno i capitani della Bora-Hansgrohe al Giro
Gasparotto ci ha detto che lui punta a fare classifica. E’ così?

Sì, è così. Ma anche in questo caso non vedo grandi motivi di pressione. E’ vero abbiamo vinto il Giro, ma confermarsi non è facile. Lo sappiamo noi, lo sa la squadra… Di Giro ce n’è uno all’anno e lo vince uno solo: non dobbiamo fasciarci la testa, tanto più con questo elenco partenti. Prendiamo ciò che viene.

Che gruppo è il vostro? Avete corso parecchio insieme?

Un gruppo abbastanza unito direi. Abbiamo fatto anche l’altura insieme, ma è anche vero che quest’anno io non ho mai corso con Aleotti, per esempio. A turno ho corso con tutti. Ma in generale è un gruppo piacevole. C’è una bella atmosfera. In corsa ci supportiamo ed è anche divertente stare a cena insieme.

Chi è il più guascone?

Beh Vlasov è abbastanza silenzioso, ma ride anche lui. Forse Anton Palzer. Lui è quello più goliardico, ma come ripeto a cena scherziamo tutti!

Invece il road capitain? Sei tu il Puccio della situazione immaginiamo… Sei il più esperto.

Diciamo che i capitani in corsa siamo Bob Jungles ed io. Io più per le tappe di pianura e quelle più calme. Bob per quelle più dure, quando ci sarà salita. Anche se è appena arrivato, lui è uomo di esperienza e si è guadagnato la fiducia dei compagni e dei direttori sportivi. Senza contare che è un corridore in grado di fare ottimi risultati.

Benedetti e Jungels (in secondo piano) saranno i capitani in corsa della Bora-Hansgrohe
Benedetti e Jungels (in secondo piano) saranno i capitani in corsa della Bora-Hansgrohe
C’è qualche tappa che vi preoccupa di più?

Tutti insieme il percorso non lo abbiamo visto nel dettaglio, ma a dicembre, in ritiro, ci siamo fatti una carrellata delle tappe. Che dire: per certi aspetti le tappe di montagna sono più facili da controllare, sai che la corsa è quella. Mentre bisogna stare attenti a quelle intermedie: qualche imprevisto può esserci. Basta ricordare quel che facemmo noi stessi a Torino l’anno scorso. Sì, sai che è una tappa dura, ma non ti aspetti nulla di eclatante e invece…

C’è tanta crono: questo vi “spaventa”?

Non penso sia un problema. Sia Alex che Kamna vanno forte contro il tempo. Lennard è stato anche iridato juniores. In più entrambi hanno lavorato tanto sulla posizione e sui materiali.

Il podio è un obiettivo concreto dunque?

A me piace volare basso, così se poi viene qualcosa di più tanto meglio. E allora dico che una top 5 è alla nostra portata. 

Più Vlasov o Kamna?

Alex ha più esperienza. E’ già arrivato quarto in un Giro e quinto in un Tour e sa cosa aspettarsi. Mentre per Lennard il grande Giro per fare classifica è un’incognita. E’ vero che lo scorso anno anche nel finale andava forte, ma un conto è mollare in qualche tappa, anche mentalmente, un altro è stare attenti e al massimo tutti i giorni.